Ida Trofa | Mentre il governo litiga per estromettere Autostrade e si studia per l’affidamento a Fincantieri l’iter del decreto urgenze è fermo.
I tecnici del Colle mettono le mani avanti: ci vorrà tempo per leggerlo. E sulla ricostruzione ischitana sorgono dubbi di costituzionalità e legittimità e il territorio si prepara alla guerra giudiziaria che, di sicuro, l’attende. Questa d’altronde è Ischia, provate a chiedere al Vescovo Lagnese…
“Il decreto è pronto, sarà in Gazzetta ufficiale nelle prossime ore” dice il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, gli fa eco il vice Rixi, annunciando il passaggio con cui il provvedimento per Genova, per Ischia e il Centro Italia entrerà in vigore. Al Quirinale, però, non è ancora arrivato. Ambienti del Colle fanno trapelare che “se anche fosse giunto – e non risulta – ci vuole poi il tempo per leggerlo”.
E la possibile battaglia legale non accelera l’iter, anzi, la preoccupazione che Autostrade impugni il testo davanti ai giudici fa muovere il governo con i piedi di piombo.
E’ ovvio, il decreto può anche subire modifiche in Parlamento durante la fase di conversione in legge. Ma non solo, il decreto rischia di scatenare una guerra tra gli enti coinvolti: chi perché tagliato fuori, chi perché non ammesso a dovere al tavolo dove sarà depositata la torta. Una torta, è inutile da nascondere, che in tanti vorrebbero spartirsi. Insomma una bozza più discussa che confezionata dall’esito incerto.
Il decreto Genova non contempla, semplicemente, nulla in termini di legittimità giuridica oltre ai desideri che dicono da Palazzo Chigi sono giunti da tutte le direzioni! Sarà…
IL NODO ISCHITANO
Il modo, forse capestro, lo abbiamo già detto, si sono volute inserire, tante cose buone, senza rendere organico e territoriale il tutto. Questo sembra essere il maggiore ostacolo al via libera finale. Le ultime ore prima della stampa in Gazzetta sono dedicate alla bollinatura degli articoli (49), mentre non si è escluso un ulteriore passaggio in Consiglio dei ministri che i si terrà lunedì. La scelta, spiegano dal Viminale, si è resa necessaria per la contemporanea assenza del premier Conte e del vicepremier e ministro Di Maio, entrambi all’estero per impegni istituzionali, a Salisburgo e in Cina.
La questione delle questione è senza dubbio quella legata agli aiuti di stato e al terzo condono edilizio per case danneggiate dal sisma a Ischia
Il terzo condono edilizio, finora non applicato sull’isola d’Ischia, area soggetta a molteplici vincoli, ma neppure nel resto dei comuni campani. Ora sarà applicato agli “immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017” che avranno, dunque accertato il danno con apposita scheda AEDES. Agli altri non resta che sperare in un altro terremoto e ricordarsi di compilare la scheda del danno!
L’esperienza insegnerà e all’ora con quel terremoto di certo nessuno tenterà di nascondersi evitando di richiedere le verifiche di agibilità come invece è accaduto ad Ischia dove ogi cosa è stata lasciata al libero arbitrio.
SI DISCRIMINA ANCHE NELLO STESSO CRATERE
Un paradosso nel paradosso. È quanto stabilito nella bozza del decreto legge.
Un passaggio molto importante questo previsto all’articolo 24 in quanto – a fronte di numerose istanze di contributi statali per immobili gravati da richiesta di condono edilizio, finora non evaso ed esaminato dai Comuni – la “concessione dei contributi di cui al presente decreto è sospeso nelle more dell’esame delle istanze di condono e la loro erogazione è subordinata all’accoglimento di dette istanze”.
Terzo condono edilizio di cui beneficeranno i soli Comuni individuati dall’articolo 16 che prevede “interventi per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica: Casamicciola Terme, Forio, Lacco Ameno interessati dagli eventi sismici verificatisi il giorno 21 agosto 2017”. Ma, attenzione, se avranno richiesto la verifica e la scheda AEDES. Quindi ancora un distinguo anche nell’ambito del cratere.
C’è poi la questione dei contributi alle aziende, 5 milioni per i prossimi due anni per le imprese di tutta Ischia ma, per qualcuno che ora si ricorda che il terremoto può essere una occasione ghiotta, ancora tenendo fuori talune categorie, pescatori, cacciatori di aquiloni, maneggi e produttori di birra. Ve lo scriviamo con sarcasmo. La questione appare alquanto superficiale eppure indicativa di quanto si appetitoso, ora, il terremoto rimasto per 13 mesi solo un guaio capitato a pochi “intimi”. Marginale rispetto al Condono il cui nodo si fa stringente.
Il terzo condono, una volta riconosciuto per i Comuni di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio, non può non valere anche per gli altre tre Comuni dell’isola verde che appartengono a un territorio omogeneo e non potrà non valere neppure per il resto della Campania separata dal mare del Golfo di Napoli. E se ci si lamenta altrove, nei comuni che confinano con quelli sismici, appare chiaro quel che però è sfuggito ai più che si è stato in grado di discriminare anche nell’ambito dello stesso cratere sismico di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio. Punendo si fa per dire i furbi delle scheda AEDES. Quelli che hanno pensato bene, forti del ibero arbitrio di non richiedere le verifiche, temendo appunto la scure del condono. A meno che non si riaprano i termini e ricomincino le richieste di verifica. Per ora il termine è chiuso eppure non è perentorio. Sarebbe il caso di dire: ben vi sta!
Sappiamo bene, però, che in Italia il nulla governa e il baro vince.
E se c’è chi storce il naso parlando di attentato a tutta la Campania, noi lo storciamo per la disparità che si sarà inevitabilmente persino in uno stesso comune.
Detto questo, forse, davvero si dovrà lavorare se non si vuole finire per partorire l’ennesimo aborto normativo che il parlamento impallinerà a suon di emendamenti. E ancora una volta a pagare saranno color i quali non solo sono rimasti senza casa ma non la potranno rivedere. A meno che il sindaco con clemenza offra loro un permesso in deroga solo per mirare e piangere sulle macerie di una vita.
Pensare bene ora, pensare a tutti potrebbe ridare dignità anche alle altre vittime dei condoni, gli abbattuti lasciati in mezzo ad una strada senza CAS, senza alloggio solo per aver seguito una legge speciale che non vale però in Campania. Non siamo dinanzi ad un solo terremoto.
Per Dionigi Gaudioso, è importante che lo stratagemma per istruire le pratiche del terzo condono valgano tutti quelli che hanno presentato istanza e non solo per quelli che hanno ricevuto il danno e che, per i quali, lo stato ha predisposto il risarcimento. Per De Luca, la polemica è diversa. Il governatore voleva unificare i processi: valutazione del condono e valutazioni del danno per il successivo risarcimento.
Sempre che il terremoto offra il salvacondotto e la legge speciale, quella della ricostruzione possa essere dichiarata costituzionale pur comprendendo un’altra legge speciale: il condono.
Di certo il commissario Schilardi sui condoni farà quel che gli dicono di fare senza entrare nel merito né metter in dubbio il lavoro del legislatore.
Quel che non è chiaro, però, a quale giochi chi siede al tavolo istituzionale? Forse lo intuiamo, ma il punto è: come si può considerare una norma, un articolo di un testo che si limita al danno facendo addirittura distinzione tra abitazioni di uno stesso comune terremotato?
LA CORSA ALL’AEDES
Limitandosi al danno, al condono “riaperto” solo per le case danneggiate ma certificata con scheda Aedes si riparte un altro fronte caldo: quello delle richieste di verifica che fanno capo al commissariato per l’emergenza, Pippo Grimaldi. E non è difficile ipotizzare quel che accadrà. La struttura di Grimaldi sarà inondata di richieste di sopralluogo per la valutazione della scheda AEDES oppure nessuno le richiederà perché temono che il “Decreto Ischia“ fallisca e il legislatore, ancora un volta, si è sbagliato facendoci fare la fine degli abbattimenti post interpretazione normativa?
Resta il fatto che in cento metri di strada ci sarà chi ha beneficiato del condono agevolato grazie al terremoto e il vicino che, invece, nella grande paura della 326/2003 ha rinunciato alla speranza, al CAS e, in silenzio per difendere la propria abitazione ha evitato finanche di denunciarsi e di richiedere la famosa scheda AEDES. E, con questo, i contenziosi saranno il prossimo lago, putrido, in cui sguazzare.
L’impressione è che da Palazzo Chigi non vogliano sentire che c’è già un problema.
Il Quirinale dice che non ne sa niente! Getteranno tutto nel calderone delle liti giudiziarie. Finché la barca va.
Quel che bisogna valutare nel merito dei cavilli in cui si sta andando a cacciare è che i sopralluoghi per la AEDES, potrebbero ancora chiedersi . Per l’appunto non c’è un termine perentorio ma solo un termine calmierante nelle istanze . Qualcuno potrebbe svegliarsi e smetterla di chiedersi “come faccio ora con il condono”. Qualcuno potrebbe compulsare Grimaldi spingendolo a riaprire le verifiche AEDES e allora sì che se ne vedremo delle belle.
Non si possono non trovare vere soluzioni.
Un decreto che da 13 giorni non c’è! Non si conosce se non per le varie bozze e versioni circolate in lungo ed in largo. Non si conosce il testo definitivo: è un decreto che sa tanto di presa per il culo!
Salvare i fabbricati danneggiati dal sisma 2017 e valutare il condono 2003 secondo la legge 47/85 farà innescare un processo a catena interminabile lì dove non vale? E la domanda non è riferita solo ai comuni dell’isola o della regione, bensì a tutta la nazione.
Ischia sarà il punto di partenza per mettere mano ad una questione sporca che ci penalizza rispetto al resto di Italia da troppo tempo? Ma il testo prodotto e suggerito dal territorio è costituzionalmente corretto?
Di fatto, a breve, non sarà solo l’altra parte di Ischia, che di fatto conosce solo in minima parte il terremoto e che per tanto tempo lo ha ridicolizzato, ma tutta la Campania a voler entrare nel cratere e nei benefici dell’articolo 24.
Una questione, quella della 326/2003 che, viene raccontato bene da Legambiente. L’ultimo focus sulla Campania ha riguardato anche le domande di sanatoria. Hanno risposto 132 comuni dove a seguito dei tre condoni (L. 47/1985, 724/1994 e 269/2003) il dossier ha censito ben 362.646 richieste di sanatoria: sostanzialmente una nuova città/metropoli tutta da rimettere in regola. Il record alla Provincia di Napoli dove sono bene 259.170 le richieste di sanatoria
Pensiamo che quello del condono sia una parentesi difficile da convertire in legge, non solo per come è scritta, ma per tutti gli interessi che investe. Però siamo in Italia dove é vero tutto e il contrario di tutto.
Di tutta questa gente al tavolo dei decisori, fatta eccezione del Presidente, l’unico che forse poteva dire qualcosa in più su Ischia era il commissario per l’emergenza che da un anno ha studiato la realtà. Ma non lo ha fatto. Sempre che glielo avranno chiesto!
Abbiamo un decreto semplice che parla di ricostruzione ma congeniato affinché tutto rimanga com’è. E questi territori avranno perso un’occasione.
Non resta che sperare ora che dopo questo gioco all’allegro dilettante delle norme si rimettano presto le pietre dove erano, anche chi è stato ghettizzato con un tratto rosso potrà pensare di ritornare al proprio “orticello”.
Volare oltre, pensare in grande non serve in questo paese. L’Italia dei commissari, dopo Zamberletti, ha fallito e un altro Friuli non ci sarà, non ci saranno pietre del Duomo numerate affinché rinasca, anche perché manca quella gente e quella politica.
Li il terremoto fu un evento catastrofico dalla cui tragedia nacquero opportunità per i superstiti. Qui da noi, al massimo, varranno la prossima campagna elettorale. E se c’è speranza è perché qualche pazzo ancora presidia le piazze rosse: nella convivenza scaturisce la voglia di resistenza. L’intuizione di quella figura che faccia da legame tra Roma e i territori non c’è più stata.
IL PARADOSSO DEI VICINI DI CASA
C’è un paradosso in termini in tutta questa questione, praticamente per gli edifici danneggiati e senza entrare nel merito dei danni medi, lievi o elevati.
Questa “legge”, così come scritta consente di verificare, come detto, le istanze di condono presentate secondo la legge del 2003. Una previsione che oggi, però, apre una vecchia ferita: quella, appunto, dell’inapplicabilità del terzo condono.
Paradossalmente ci troveremo che con un’abitazione condonata e risarcita affianco ad una che, invece, per i problemi atavici di una legge “negata” non ha chiesto il sopralluogo AEDES nonostante avesse gli stessi danni.
Con la stessa istanza di condono, quella presentata con la legge del 2003 non potrà condonare o avere nessun tipo di istruttoria.
Chi credeva di gabbare è stato gabbato, chi credeva di andar bene e di fare il furbo non denunciando i danni, né chiedendo le verifiche, oggi, oltre al danno subisce la beffa di chi, invece, ha seguito il più lungo e meno agevole l’iter del terremoto. Questo è il rischio e la fregatura di aver lasciato la richiesta di verifica al libero arbitrio. Con quale spirito si riaprirebbero i termini e riprenderebbe l’attività di verifica del danno con le schede AEDES? E’ vero, la potrebbe riaprire solo Grimaldi, ma questo avrebbe valore anche per tutte le cose correlate?
Ad esempio, se il cittadino X, oggi, chiede il sopralluogo della sua abitazione e questa porterebbe al decreto di sgombero, per il cittadino scatta il diritto a ricevere il CAS fin dal 21 agosto 2017? Una matassa difficile da sbrogliare
E cosa potrebbe succedere se in 1000 farebbero inchieste di sopralluogo per tentare di entrare in questa “modalità “di verifica delle istanze di condono? Ci troviamo in una situazione che appare veramente paradossale.
Non sappiamo quanto i furbi saranno premiati. L’amara verità è che ci sono stati molti cittadini che, credendosi più scaltri, non fecero istanza per la verifica dei danni. Forse perchè pensavano che mai sarebbe mai potuto accadere che il tanto negato terzo condono, diventasse una realtà!
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Due categorie saranno beneficiate : gli avvocati, che dopo essersi arricchiti con le pratiche dei tre condoni trovano un altro filone d’oro con questo decreto, che crea disparita’ e quindi ricorsi a non finire.
E poi i politici casamicciolesi, che tra pochi mesi prenderanno i voti promettendo mari e monti o impaurendo o minacciando i poveri cristi.
Schilardi deve fittarsi una casa sull’isola per monitorare la situazione da vicino e farebbe bene a chiedere aiuto a Grimaldi.
Io ho avuto un leggero danno ad un immobile sito in forio oggetto della legge 326/03. Credo che siamo sui 100 euro di danno ma mi è sembrato brutto accedere ai contributi statali per il rimborso ma anche per non affogare inutilmente i tecnici che operavano in emergenza. È un Po come andare al pronto soccorso per una sbucciatura al ginocchio.
Però se avessi saputo che avendo subito danni avrei avuto la sanatoria di certo avrei segnalato fregandomene di intasare gli uffici comunali. Che paese di m….. che premia gli avvoltoi e non la gente per bene