Gaetano Di Meglio | In Italia il dibattito contro Ischia è sempre lo stesso ed è legato ad una parola: condono. Dovremmo lavorare per legarci alla parola turismo o terme, ma siamo vittime di questa qua: condono. Tutti i media ne parlano. Tutti i media diffondo la fake news di Legambiente (la prima che doveva essere aggredita e smentita), inviano le loro telecamere, i loro giornalisti (per la maggior parte ignoranti della materia di cui vengono a intervistare e a commentare) e il dibattito si infiamma sulle posizioni, già ideologiche di per se, pro e contro condono. Non è la prima volta e, purtroppo, non sarà neanche l’ultima: siamo una terra piena di domande di condono, di costruttori abusivi (domandate ai parenti della consigliera comunale che stanno combinando in zona rossa senza vergogna e con tutte le autorizzazioni) e di problemi da risolvere. Domenica dalla Leopolda Matteo Renzi ha attaccato Di Maio sulla norma “pro-Ischia”. Posizione politica legittima. Di Maio, quando era all’opposizione ha stracciato l’unica vera proposta valida per il terzo condono, il ravvedimento operoso di Molinaro e ha boicottato tutte le iniziative blocca ruspe e salva abusi presentati dai parlamentari campani. Ma prima di proseguire c’è una verità che dobbiamo dirci: affrontare il problema della legge 326/2003 è l’unica cosa da fare. E’ l’unico vero problema che segna la differenza, che divide in due lo scenario. Perché è il suo stesso testo in vigore che ci punisce. E’ il suo testo in vigore che rende la legge, nei fatti, inapplicabile dalle nostre parti. Quindi non c’è nessun merito per Di Maio. Rendere applicabile il condono ter all’isola d’Ischia, danni o non danni, è l’unica strada per iniziare a ragionare in quanto a materie urbanistiche e territoriali. E lo scontro è così duro e serio sulla parola condono che abbiamo lasciato in secondo piano quella che sarà, poi, la vera discriminante: la zonizzazione sismica. Sarà da questo che sapremo di che “morte dovremo morire”. Ma tra le macerie e la ricostruzione c’è l’istanza di condono. Tutto il resto sono chiacchiere. “Nel decreto Genova non c’è alcun condono per Ischia. Non c’è nessun condono – ha spiegato intervenendo su Raitre alla trasmissione di Lucia Annunziata l’imbarazzante vicepremier che ci ritroviamo – perché a Ischia si applicavano in passato condoni fatti dai precedenti governi. C’è stato un terremoto un anno e mezzo e in un anno e mezzo non si è fatto nulla. Noi abbiamo nominato il commissario alla ricostruzione e abbiamo deciso di velocizzare le pratiche della sanatoria per le case crollate. Perché se non velocizziamo le pratiche non possiamo ricostruire le case, abbiamo 600 famiglie sfollate. Non si applica – ha insistito Di Maio – a tutta Ischia o a tutti i comuni terremotati ma solo alle case crollate. Le case illegali restano illegali perché non sono sanabili. A quelle case si applicavano dei condoni esistenti, del passato”.
Se questo è un vicepremier? Sarebbe da chiedersi…
Il governo cinque stelle ci ha tagliato fondi e benefici, ha spaccato l’isola con la stesura del decreto che non risponde alle reali esigenze economiche dell’isola ed è vero, ha nominato il commissario per la ricostruzione l’8 agosto. Nonostante si sia votato il 4 marzo ed è fatto bene il Governo Gentiloni a non fare scelte in vista delle imminenti elezioni che si sarebbero tenute da li a breve. E diciamoci anche che Schilardi non è altro che il rimasuglio delle deleghe e delle spartenze venuto fuori dalla formazione del governo con la Lega.
Ed è lo stesso governo ad aver problemi con la norma partorita in consiglio dei ministri.
Una norma, diciamocelo, che nasce a Barano. Nell’ipad di Bruno Molinaro e che il governo, leggendo le parole di Di Maio non avrebbe mai e poi mai potuto pensare pensando al livello di ignoranza che contraddistingue il partito che governa, per metà, il nostro paese.
E’, infatti, l’altra metà del governo che mette i bastoni tra le ruote a Di Maio. «Noi siamo contrari a un condono generalizzato – ha spiegato Rixi – nel decreto Emergenze c’è sia la questione di chi ha presentato le pratiche per la sanatoria del 2003, che non sono state evase, sia un tema d’impatto ambientale sul quale non si può derogare. Ma la questione è un’altra: nelle zone terremotate del Centro Italia ci sono ben altre regole. Perché devono valere lì e non nell’isola di Ischia? Una sanatoria non è prevista in nessun accordo di governo – ha sottolineato Rixi – detto questo, si può discutere su qualcosa di buon senso. Innanzitutto concentrarlo nelle aree davvero colpite dal terremoto. Poi si può venire incontro a chi ha presentato la pratica di condono in tempo e non se l’è mai vista esaminare. In questi casi si mandano i tecnici a fare i controlli per valutare l’abuso e, se parliamo di cose minime come aver aperto una finestra, è un conto, un altro se sono gli scempi paesaggistici».
L’errore di non aver demolito, da subito, la fake news di Legambiente oggi la paghiamo cara. E questa è colpa dei sindaci del cratere e del governo. Un governo ciuccio che non sa di cosa parla. Ascoltare le assurdità di Di Maio è imbarazzante: “Abbiamo deciso di velocizzare le pratiche della sanatoria per le case crollate” e come le hai velocizzate? Mettendo mano alle regole del condono!
E ancora il vice premier dovrebbe spiegarci come riesce a fare la differenza tra case illegali e case illegali.
“Le case illegali restano illegali perché non sono sanabili. A quelle case si applicavano dei condoni esistenti, del passato” e quelle con le macerie se non esamini il “condono” non sono illegali? Ma da uno che pensa che Matera sia in Puglia cosa vuoi aspettare.
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, si chiede Ischia cosa abbia di tanto particolare e attacca il governo che “fa un altro condono – è severo Rossi nel commentare le azioni improvvide dell’esecutivo- addirittura a Ischia: ma cosa deve accadere perchè il popolo dei Cinque Stelle, almeno in parte, si faccia sentire? Fa un condono anche edilizio a Ischia, una cosa grossa. Ma scherziamo?”
Dal Centro Italia, invece, l’assessore alla Protezione civile della Regione Umbria, Angelo Sciapichetti, intervenendo sulla questione non ha dubbi. “Così come abbiamo sempre sostenuto, in ogni sede (da un anno e mezzo a questa parte, non ultimo nell’audizione congiunta alla Camera delle Commissioni Ambiente e Infrastrutture della settimana scorsa), è necessario, per il terremoto del centro Italia, non un condono tombale, come quello che scandalosamente la maggioranza di governo ha previsto per Ischia, ma l’applicazione di una buona dose di buonsenso per fare in modo che chi ha aperto, senza permesso, magari qualche decennio fa, una porta, una finestra, un divisorio per necessità familiari, non venga considerato alla pari di chi ha costruito una casa abusiva o di chi ha trasformato un capanno attrezzi in un appartamento. Non si tratta, quindi, di condono, ma di una piccola sanatoria. Se l’emendamento venisse approvato, entro pochi mesi potrebbero partire i lavori in molti edifici e consentire il rientro nelle proprie abitazioni di migliaia di cittadini.»