mercoledì, Ottobre 16, 2024

DEMOLITELO. Ex Capricho, arriva l’ordinanza di demolizione!

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Pubblicato il provvedimento per abbattimento e delocalizzazione. L’intervento finanziato da Legnini è inserito nel progetto di riqualificazione di Piazza Marina che rientra nella più ampia rigenerazione urbana approvata dalla Giunta. Da dicembre 2023 per l’immobile danneggiato dal terremoto si sono susseguite le relazioni sul pessimo stato di conservazione, il rischio di crolli e dunque la pericolosità per la pubblica incolumità. In accordo con l’Agenzia del Demanio e la Capitaneria si può dare il via alle ruspe

A Casamicciola si procede ora con passo decisamente spedito e il sindaco Giosi Ferrandino ha già firmato l’ordinanza di demolizione dell’ex Capricho de Calise. Provvedimento contingibile e urgente per motivi concernenti l’incolumità pubblica. L’intervento che prevede l’abbattimento e la ricostruzione delocalizzata dell’immobile fatiscente di Piazza Marina è previsto e finanziato dalle ordinanze speciali del Commissario Legnini e inserito tra quelli di rigenerazione urbana di recente approvati dalla Giunta, d’intesa con l’Agenzia del Demanio e la Capitaneria di Porto.

Innanzitutto l’ex Capricho va abbattuto perché pericoloso (ed infatti gli uffici comunali sono stati trasferiti altrove). Nell’ordinanza sindacale si fa proprio riferimento alla scheda AEDES del 23/08/2017 con la quale sono stati rilevati i danni a seguito del terremoto.
Una situazione ben nota, ma solo a fine 2023, trascorsi oltre sei anni, si è dato inizio alle verifiche dello stato di conservazione. E già il 12 dicembre il tecnico comunale geom. Crescenzo Di Noto Morgera rilevava: «Nel complesso la struttura si presenta in pessime condizioni di conservazione tant’è che la muratura portante del piano rialzato presenta diffuse lesioni probabilmente dovute anche al recente sisma, con notevoli infiltrazioni di acqua provenienti dalla copertura anch’essa in pessimo stato manutentivo le quali condizioni hanno creato uno stato insalubre e condizioni igienico sanitarie pessime, mentre il piano seminterrato, non utilizzato e completamente in stato di abbandono, si presenta praticamente ricolmo di acqua la quale assorbita per capillarità dalla muratura portante ha prodotto ossidazione dei ferri di armatura del solaio del primo impalcato creando così delle precarie condizioni di staticità. Si segnala inoltre un imminente pericolo di crollo delle pensiline in muratura a copertura dell’ingresso prospiciente l’ufficio postale, le quali presentano i ferri di armatura in avanzo stato di ossidazione e tale effetto ha già causato recentemente parziali crolli, tant’è che detta pensilina allo stato risulta sorretta da puntelli in ferro anch’essi precari. Ugualmente dicasi per lo stato di conservazione della copertura a volta posta nelle vicinanze della citata pensilina in muratura. Tali condizioni generali creano pericolo per la pubblica e privata incolumità in quanto i portici esterni alla struttura e le aree pericolose sopra dichiarate sono praticate continuamente dai giovani nelle ore serali e spesso sede di ricovero notturno di barboni».

SFONDELLAMENTO DEI SOLAI
Fatiscenza e pericolosità confermate il 28 dicembre sempre dal tecnico comunale e dall’ing. Gaetano Grasso, che accertavano «un cedimento delle pignatte costituenti il solaio del primo impalcato, già puntellato in più parti (…) la quale situazione, unitamente ad uno stato progressivo di degrado strutturale, peraltro, già evidenziato nella nota del 19/12/2023, crea un ulteriore aggravio per la pubblica e privata incolumità in considerazione che i luoghi sono frequentati abitualmente da bambini e adulti».
A fine gennaio di quest’anno anche la Polizia Municipale ha segnalato la situazione di pericolo e in particolare: «Caduta di calcinacci di grosse dimensioni sulle corti esterne all’ingresso dello stabile denominato Capricho de Calise lato piazza Marina. Si fa presente che gli spazi esterni dello stabile in oggetto, in stato di abbandono, sono ancora accessibili e quindi fruibili a pubblico passaggio rappresentando pericolo per la pubblica e privata incolumità».

Sempre i vigili urbani a marzo hanno ribadito che l’immobile «si presenta in una situazione di altissimo degrado Strutturale ed igienico sanitario, incompatibile con la vocazione turistica del paese».
Nello stesso mese il tecnico arch. Luca Imparato e il comandante della Polizia Municipale maggiore Ciro Balsamo hanno ulteriormente evidenziato che «lo stato di conservazione dell’intero manufatto versa in precarie condizioni, sia sotto l’aspetto statico che igienico e sanitario. Difatti nell’accertamento odierno si è rilevato un peggioramento con aumento del crollo di alcune pignatte del solaio del primo impalcato, già puntellato con tubi innocenti a seguito del sisma del 2017. A ciò si aggiunge l’azione degli eventi metereologici sia dell’alluvione del 26 novembre 2022 e sia quelli successivi, altrettanto dirompenti, che hanno aggravato tale situazione con un aumento del fenomeno di sfondellamento dei solai e carbonatazione dei relativi ferri d’armatura… L’immobile quindi non è in grado di assolvere la sua funzione statica, e il persistere dell’attuale stato dei fatti rappresenta un grave pericolo per la pubblica e privata incolumità. Urge pertanto un tempestivo e radicale intervento di demolizione nelle more di un idoneo progetto di riqualificazione dell’area».

SITUAZIONE AGGRAVATASI CON LE PIOGGE
Una ulteriore verifica sempre dei tecnici comunali e della Polizia Municipale eseguita a maggio ha accertato un peggioramento: «Si rappresenta e conferma il precario stato di conservazione dell’intero manufatto, che visti gli ultimi eventi meteorologici, si è rilevato un peggioramento con un aggravamento del fenomeno di sfondellamento dei solai e carbonatazione dei relativi ferri d’armatura con crollo di alcune pignatte del solaio del primo impalcato, già puntellato con tubi innocenti a seguito del sisma del 2017. Quindi, appare evidente oltre al grave rischio strutturale, anche quello relativo al rischio igienico sanitario, considerato che 1’area antistante la predetta struttura, è frequentata in alcune ore della giornata da bambini che giocano.
L’immobile quindi non è in grado di assolvere la sua funzione statica, e ad oggi è reale il rischio di imminente di crollo interessando anche le parti esterne e, pertanto, il persistere dell’attuale stato dei fatti, rappresenta un grave pericolo per la pubblica e privata incolumità».

A luglio Grasso e l’arch. Simona Rubino hanno registrato «un ulteriore aggravamento del fenomeno di sfondellamento dei solai e carbonatazione dei relativi ferri d’armatura, con imminenti pericoli di crollo. Il rischio, già esistente, per la pubblica e privata incolumità è ulteriormente aggravato dal maggior afflusso di persone nell’area intorno il Capricho che si registra durante la stagione estiva ormai in corso».
A settembre l’ulteriore conferma sempre da Grasso e dall’arch. Luca Imparato, sottolineando che gli ultimi eventi metereologici «potrebbero portare ad un progressivo peggioramento con l’aggravamento del fenomeno di sfondellamento dei solai e carbonatazione dei relativi ferri d’armatura del solaio del primo impalcato, già puntellato con tubi innocenti a seguito del sisma del 2017».

L’ORDINANZA DI LEGNINI
L’ordinanza sindacale dunque rileva «che il manufatto pericolante oggetto della presente Ordinanza è situato a ridosso della ex strada statale SS270, ove veicolano numerosi mezzi pesanti, che causano continue sollecitazioni e aggravano l’instabilità strutturale del manufatto de quo; che, allo stesso tempo, la precarietà strutturale dell’immobile ex Capricho de Calise rappresenta un pericolo costante per l’elevato numero di mezzi che veicolano lungo la suddetta strada statale; che nonostante le continue transennature e recinzioni apposte alla struttura al fine di impedirne l’accesso, bambini e non eludono tali divieti introducendosi nell’immobile e mettendo a repentaglio la propria incolumità; delle condizioni di degrado statico in cui versa l’immobile ex Capricho de Calise, ormai irreversibili; dell’indifferibilità nell’adottare atti perentori per scongiurare, a causa dell’avanzato stato di degrado riscontrato, il pericolo imminente di eventi futuri che pregiudichino la pubblica e privata incolumità».

Pertanto l’unica soluzione è la demolizione del manufatto, «non recuperabile dal punto di vista strutturale».
Giosi Ferrandino richiama quindi l’art.7 dell’Ordinanza speciale n. 7 del 29 dicembre 2023 di Legnini, che a modifica delle precedenti disposizioni per il Capricho e alla luce proprio della
gravissima pericolosità dell’immobile per la pubblica e privata incolumità segnalata dal sindaco, autorizza il Comune «ad avviare l’attuazione dell’intervento OSICT/10 previsto e finanziato dall’ordinanza speciale n. 1 dell’11 aprile 2023, denominato “Edificio in via Marina n. 13 adibito sede provvisoria della Casa Comunale denominato “Ex Capricho” – Lavori di adeguamento, ripristino e riqualificazione del fabbricato”, con la presentazione di un progetto relativo al primo stralcio avente ad oggetto la demolizione del suddetto edificio, contenente anche gli eventuali lavori di sistemazione ambientale dell’area».
Specificando: «È fatto salvo il diritto a ricostruire i volumi demoliti sulla stessa area o in altro sito previa redazione del progetto e senza oneri aggiuntivi rispetto a quanto complessivamente stanziato dall’art. I della richiamata ordinanza speciale».

AREE CONSEGNATE AL COMUNE
A maggio nell’ambito della conferenza di servizi speciali è giunto anche il parere favorevole dell’Agenzia del Demanio, purché l’intervento venga «coordinato con la procedura delineata dal Demanio marittimo nell’ambito della procedura di incameramento». Accogliendo «lo spirito dell’idea progettuale, della celerità dell’esecuzione, dell’eliminazione dell’ingombro del fabbricato che, vista la relazione del Comune e le determinazioni della Commissione di incameramento, sicuramente versa in uno stato di degrado diffuso e generale. Da un punto di vista ingegneristico, condivide l’opportunità della demolizione e ricostruzione piuttosto che spendere la stessa cifra per la rifunzionalizzazione di un immobile che magari non andrebbe a conseguire, ad esempio, gli indici di adeguatezza dal punto di vista sismico. In definitiva, ritiene che l’eliminazione dell’immobile e la piazza costituiscano una valorizzazione che possa essere perseguita anche seguendo le dinamiche innovative contemplate dall’Agenzia nel suo piano industriale».

Analogo parere favorevole da parte della Capitaneria di Porto di Napoli, con la quale a settembre è stata completata la procedura di consegna delle aree al Comune.
Perfezionato l’iter in tempi celeri, si può procedere con estrema urgenza alla demolizione dell’ex Capricho, «al fine di scongiurare pericoli ed eventi dannosi per la pubblica e privata incolumità, consentendo altresì contestualmente una più veloce riqualificazione organica dell’intera piazza».

Giosi Ferrandino pertanto ordina all’Utc, nella persona del responsabile ing. Gaetano Grasso, «di provvedere ed addivenire ad horas, dalla notifica del presente atto, alla demolizione dell’immobile ex Capricho de Calise sito in Casamicciola Terme alla Piazza Marina, di cui al Foglio 1, particella catastale 1134, al fine di scongiurare pericoli per la pubblica e privata incolumità e di procedere alla rigenerazione e riqualificazione dell’intera Piazza Marina e aree limitrofe, precisando che la copertura finanziaria per il suddetto intervento è assicurata dall’Ordinanza speciale n. 1 dell’11 aprile 2023, così come modificata dall’art. 7 dell’Ordinanza speciale n. 7 del 29 dicembre 2023».
Si chiude un capitolo della storia di Casamicciola per aprirne un nuovo.

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