venerdì, Ottobre 18, 2024

Demolizioni: Case abusive come abitazioni. Ischia ci prova con Di Scala, Conte e Molinaro

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Un tavolo tecnico regionale per uscire dall’incubo delle ruspe

Avete letto bene. Sebastiano Conte e Bruno Molinaro insieme, come consulenti di Maria Grazia Di Scala, ai lavori della IV Commissione per la definizione del provvedimento “per la tutela del diritto di abitazione su immobili realizzati in difformità o in assenza del titolo abitativo”. Prima di approfondire l’aspetto tecnico della materia è opportuno evidenziare come, questa volta, gli interessi dei cittadini della nostra isola e dei campani in generale, abbia prevalso sulle posizioni politiche, di pensiero e di principio. Ieri, per la cronaca, è stato costituito un tavolo tecnico per la concertazione con i lavori della Giunta Regionale, affinchè si arrivi ad un unico testo che possa garantire una via d’uscita dall’incubo delle ruspe ai tanti cittadini della Campania e in particolare della nostra isola destinatari di una RESA. Al tavolo tecnico regionale, Ischia può contare sulle attenzioni del consigliere Maria Grazia di Scala, che ne è segretario, e degli skill professionali dei due esperti in materia condonistica. L’urbanista Sebastiano Conte e l’avvocato Bruno Molinaro, da sempre e da tutti sono riconosciuti come massimi esperti in materia. I tecnici impegnati a lavorare ad un testo coordinato saranno convocati nuovamente in Regione dopo che il presidente del tavolo tecnico, il consigliere regionale Enza Amato, avrà chiarito e stabilito insieme con l’assessore regionale all’urbanistica, Bonavitacola, quanto già prodotto dalla Giunta Regionale.

 

LA RATIO DELLA LEGGE.
Una legge regionale ad iniziativa dei consiglieri Pasquale Sommese, Luigi Bosco, Carmine De Pascale, Alfonso Piscitelli, Maria Ricchiuti, Francesco Moxedano e Carmine Mocerino. La legge in discussione in commissione dallo scorso luglio prevede la “Concessione del diritto di abitazione sulle opere edilizie realizzate in difformità o in assenza del titolo abilitativo”. Per dirla in breve, se venisse approvata, ci troveremmo davanti ad una sorta di acquisizione regionale dell’immobile abusivo da concedere in fitto a chi la occupa “per il soddisfacimento delle proprie esigenze primarie, immobili realizzati in difformità o in assenza di titolo abilitativo” «La particolare situazione di deficit abitativo – sui legge nella relazione della legge – e di crisi economico-finanziaria registratasi in Campania negli ultimi anni impongono al legislatore regionale, nell’ambito delle proprie attribuzioni, di agire a tutela del diritto della persona alla conduzione di una vita dignitosa, in armonia col dettato costituzionale.  In tale contesto si colloca l’esigenza di riconoscere il diritto di abitazione in favore di coloro i quali, a una certa data, occupino, per il soddisfacimento delle proprie esigenze primarie, immobili realizzati in difformità o in assenza di titolo abilitativo. Si intende precisare che l’intento dell’intervento normativo in argomento non è quello di sanare e/o condonare abusi edilizi, bensì quello di riconoscere un diritto reale di godimento (diritto di abitazione ex art. 1022 cod. civ) sui beni in questione in favore di quei soggetti i quali, non avendo diverse possibilità,  occupano detti manufatti esclusivamente per ragioni di necessità proprie e del nucleo familiare. In buona sostanza laddove l’opera abusiva risulti per il responsabile dell’abuso l’unico cespite in cui poter vivere, viene prevista la possibilità per i Comuni, previa acquisizione dell’immobile al proprio patrimonio ai sensi dell’art. 31 del D.P.R. n. 380/2001 (cd. Testo Unico per l’edilizia), di concedere il diritto di abitazione a favore di costoro, con esclusione di ogni forma di godimento indiretto nonché di utilizzazione diversa del manufatto (quali destinazione ad attività professionale, commerciale, ecc.). Stante la natura strettamente personale di tale tipologia di diritto, così come riconosciuto anche dalla giurisprudenza, alla morte dei soggetti beneficiari l’ente locale potrà procedere alla demolizione del manufatto o a una sua riconversione per esigenze pubblico interesse. Resta inteso che la concessione del diritto in questione sarà soggetta a specifiche limitazioni e condizioni. Essa, ad esempio, potrà essere rilasciata solo ove il mantenimento dell’immobile non arrechi rilevante pregiudizio alle destinazioni generali di zona previste dagli strumenti urbanistici e sia tale da non arrecare pericoli, anche solo potenziali, alla pubblica e privata incolumità»

3 COMMENTS

  1. Se paghi è tutto a posto, ma quale fitto, bisogna riconoscere la piena ed esclusiva proprietà del bene a chi lo ha costruito anche se in assenza di titoli trattandosi di immobile di prima necessità. Questa è civiltà se possiamo definire ancora l’Italia un paese civile.

  2. Ma si! Eliminiamo del tutto le regole! Rimettiamo il cinturone con la colt e riinseriamo i duelli (con i vicini)….

  3. E continuiamo ache a costruire… e rimasta libera la punta dell’epomeo e un peccato lasciarla così… ma vi rendete conto dello scempio che è diventata l’Isola..

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