venerdì, Febbraio 7, 2025

Demolizioni, Molinaro: “Ingiusto salvare grattacieli di 80 metri e non casette di 20 metri quadrati”

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All’incontro tra i sindaci e i rappresentanti ANCI ha preso parte anche l’avvocato Bruno Molinaro che, oltre ad aver redatto la proposta di intervento legislativo presentata al presidente ANCI, l’on. Gaetano Manfredi, ha commentato in maniera dura.

Avvocato, riunione importante sul tema delle demolizioni. Qual è il punto centrale?
“Sì, intanto vorrei sottolineare che l’assessore Laura Lieto ha partecipato alla riunione su delega espressa dell’onorevole Gaetano Manfredi, in qualità di Presidente dell’Anci. Inoltre, alcuni sindaci, tra cui il vicesindaco della Città Metropolitana Giuseppe Cirillo e Dionigi Gaudioso, sindaco di Barano d’Ischia, hanno avuto un colloquio personale con Manfredi. Ritengo che questa riunione sia stata proficua, perché l’assessore ha compreso la gravità della situazione e ha ascoltato con grande attenzione le nostre istanze. Abbiamo consegnato la mia proposta sulla graduazione delle demolizioni, sulle acquisizioni conservative e sulla natura della sanzione penale, che oggi non si prescrive perché considerata una misura ripristinatoria e non una pena accessoria. Ho voluto evidenziare una grave disparità di trattamento: nel nostro ordinamento, l’omicidio d’impeto si prescrive in 21 anni, mentre la demolizione di un immobile no. Questo crea una distorsione giuridica che non può essere ignorata”.

In che modo questa disparità si manifesta concretamente?
“Un esempio evidente è quanto sta accadendo a Milano, dove il Senato si appresta ad approvare il cosiddetto “Salva Milano”. Questa norma consentirebbe la regolarizzazione postuma di grattacieli alti anche oltre 80 metri. Non è accettabile che a Milano si salvino gli ecomostri e a Napoli e provincia si abbattano case di necessità, spesso di dimensioni ridotte. A Procida, ad esempio, è prevista la demolizione di una casetta di appena 20 metri quadrati, abitata da una vedova peruviana che aveva presentato domanda di condono e che oggi non ha un alloggio alternativo. A Ischia, un altro caso emblematico riguarda una madre separata, alla quale il tribunale di Napoli ha assegnato la casa coniugale. La donna vive con la figlia di otto anni, affetta da gravissime patologie e nutrita attraverso un sondino gastrico. L’abbattimento di questa abitazione non è solo ingiusto, ma ripugna alla coscienza civica”.

La Corte Europea ha espresso un principio chiaro sulla tutela del diritto alla casa.
“Esatto. È stato evidenziato che, in una società democratica, è contrario al diritto all’inviolabilità del domicilio demolire l’unica casa di un contravventore privo di alternative abitative. Questo principio, affermato a livello europeo, dovrebbe valere anche in Italia. Se si sta intervenendo per sanare situazioni irregolari a Milano, lo stesso deve essere fatto per Napoli e provincia. Non è accettabile che si applichino due pesi e due misure, colpendo sempre le fasce più deboli. Tra l’altro, a Milano esistono indagini della Procura della Repubblica su alcune delle costruzioni che verranno sanate, per ipotesi di falso e lottizzazione abusiva. Non si comprende perché in certe aree del Paese si possano tollerare situazioni del genere, mentre in Campania si procede senza esitazione con le demolizioni”.

Cosa succede nel resto d’Italia?
“Il paradosso è che le demolizioni si concentrano quasi esclusivamente in Campania. In Sicilia, ad esempio, si opta per l’acquisizione degli immobili da parte dei Comuni, mentre in altre regioni non si assiste a un fenomeno così massiccio di abbattimenti. La rabbia è comprensibile: si avverte un’ingiustizia tangibile e palpabile”.

Quali sono le prospettive per il futuro?
“La speranza è che si avvii un percorso legislativo che introduca una disciplina più equa, evitando discriminazioni territoriali. L’obiettivo è garantire soluzioni concrete per chi si trova in condizioni di vulnerabilità, senza sacrificare il diritto alla casa di chi non ha alternative”.

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