Pasquale Raicaldo | Eppur si muove. L’impianto di depurazione sulla collina di San Pietro, lo ricordate? Lavori fermi dal 2011, polemiche su polemiche, struttura ferma al 60% dell’opera, un coacervo di paradossi mentre il mare d’Ischia preoccupa, non poco. Oggi però alle accuse reciproche tra l’assessore dimissionario Isidoro Di Meglio e l’Ati Sled, che ha fatto riferimento a interessi privati che incidono sul completamento dell’impianto, fanno seguito due novità, potenzialmente importanti. Proprio così. Anzitutto l’Arcadis, l’agenzia regionale campana per la difesa del suolo ha reso noto al Comune e alla Polizia municipale di Ischia che stamattina partiranno “gli interventi urgenti di messa in sicurezza delle aree del cantiere dell’impianto di depurazione al servizio delle fognature dei comuni di Ischia e Barano d’Ischia”.
“Con riferimento ai lavori indicati in oggetto – si legge nella missiva – si comunica che gli stessi avranno inizio il 31 agosto 2015 e si protrarranno presumibilmente fino all’11 settembre 2015. Il direttore dei lavori e coordinatore per la sicurezza in fase esecutiva sarà l’ingegnere Paolo Minucci Bencivenga, il responsabile del Procedimento sarà l’ingegnere Roberto Vacca, l’impresa esecutrice sarà l’impresa K.E. Unipersonale S.r.l. con sede a Teramo”.
E’ un passaggio, questo, certamente importante, intanto perché con colpevole ritardo si ripulisce un’area di cantiere abbandonata al degrado e persino agli accampamenti abusivi, nella quale peraltro si sono sviluppati più volte incendi quanto meno sospetti, l’ultimo dei quali – due mesi fa – proprio nei container lasciati dalla Sled, l’associazione temporanea di imprese che aveva iniziato i lavori, salvo poi sospenderli e avviare un lungo contenzioso con la Regione Campania e l’Arcadis, risoltosi con la rescissione del contratto qualche settimana fa.
Ma è un passaggio importante, questo, anche e soprattutto perché evidentemente propedeutico alla ripresa dei lavori, per la quale tuttavia mancano ancora molti tasselli. E proprio in questa ottica potrebbe essere risolutivo l’incontro convocato dal Ministero dell’Ambiente attraverso una nota del Dirigente Vicario del Direttore Generale ad interim, l’ingegnere Francesco Gigliani.
Al tavolo del Ministero sono stati invitati la Regione Campania, nella persona dell’assessore all’Ambiente Fulvio Bonavitacola, la direzione generale per l’Ambiente e l’ecosistema, l’Ato 2 Campania e, appunto, l’Arcadis. Ma la nota è arrivata anche al Comune di Ischia, che certo può iniziare a tirare un sospiro di sollievo, benché questa lunga storia, che abbiamo più volte definitivo infinita, sia ancora lontana dalla vera, auspicata svolta.
“Si invitano le amministrazioni in indirizzo – si legge nella missiva – a voler intervenire con un proprio qualificato rappresentante per partecipare alla riunione convocata per il giorno 2 settembre ore 10:30 presso il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare – Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque, in via Cristoforo Colombo, 44, a Roma, per la valutazione della documentazione progettuale, relativa all’intervento in oggetto”.
Insomma, riprende il filo di un discorso bruscamente interrotto e altrimenti destinato ad un lungo periodo di silenzio. Questo malgrado le continue denunce di Legambiente, peraltro, che di recente ha di nuovo posto l’accento: “Nei confronti dell’Italia – ha ricordato l’associazione ambientalista – grava una procedura di infrazione proprio riguardo alla depurazione e la Campania, purtroppo, spetta un posto di primo ordine in termini di numero di agglomerati depurativi posti sotto la lente. Dagli ultimi aggiornamenti risultano infatti 108 su 151 gli agglomerati della Campania cui viene contestata la non conformità ai dettami della direttiva comunitaria sulla depurazione. Inadeguatezza che secondo i calcoli del Governo, comporterebbe, a partire dal 2016 e fino al completamento degli interventi di adeguamento richiesti, una multa di 21 milioni di euro all’anno”.
E’ anche per questo, dunque, che il Ministero vuole vederci chiaro e la stessa giunta regionale, qui rappresentata da Bonavitacola, potrebbe – in linea con quanto promesso in sede di campagna elettorale da Vincenzo De Luca – sbloccare la situazione. Per il bene di Ischia e del suo mare, tanto più nella lunga, velenosa coda di un’estate contraddistinta dai famigerati casi delle condotte fognarie sottomarine rotte a Casamicciola e, soprattutto, a Forio.
E nella lunga vigilia dell’incontro di mercoledì, tengono banco anche le polemiche a distanza tra l’Ati Sled, che uscirebbe di scena dopo la risoluzione del contratto con l’Arcadis e Isidoro Di Meglio, nel frattempo fuoriuscito dalla giunta comunale di Ischia, reo di aver alzato il tiro nelle dichiarazioni rilasciate al nostro giornale.
“L’ATI appaltatrice dei lavori del depuratore in parola – si legge nella nota inviata al Dispari – ha avviato la procedura di risoluzione contrattuale nel luglio 2011 quando ha accertato che la Committente non era in grado di mantenere i propri impegni finanziari, non riuscendo a provvedere al pagamento dei lavori contabilizzati. E’ ovvio che l’ATI non poteva e non può finanziare oltremodo un’opera pubblica senza alcuna certezza circa i tempi di pagamento. E’ altrettanto evidente che di fronte ad un’esposizione finanziaria di diversi milioni di euro l’ATI subisse le azioni dei fornitori/subappaltatori. Dette azioni hanno portato a dei pignoramenti per un importo complessivo di circa ottocentomila euro che rappresentano una modesta quota del credito vantato dall’ATI. Azioni esecutive che sono diretta conseguenza dell’inadempimento della Committente.
La preoccupazione che sarebbe stata espressa nell’articolo in questione circa il timore che l’impresa “prenda i milioni di euro e vada via” è del tutto irrilevante rispetto alla certezza dell’ATI di aver investito diversi milioni di euro senza aver riscosso – dopo quasi un lustro – neppure un euro! Il tutto a prescindere dalla considerazione che l’ATI ha prestato idonea fidejussione a garanzia dell’adempimento delle proprie obbligazioni. Di fronte all’infondata preoccupazione della Committente (infondata sia perché gli importi da riscuotere sono già dovuti e quindi non trattasi di anticipazione per lavori a farsi, sia perché le fidejussioni garantiscono ampiamente gli impegni contrattuali assunti dall’Appaltatore) sussiste la certezza dell’ATI di aver dovuto agire giudizialmente per riscuotere quanto già anticipato.
Se si vuole parlare di decozione (Isidoro Di Meglio aveva definito l’Ati “decotta”) va sottolineato che l’unico soggetto appellabile come decotto è la politica regionale e comunale e giammai l’operatore privato che esegue espressamente l’opera per riscuotere il relativo corrispettivo. Il fine prettamente economico dell’ATI è palese ed indiscutibile mentre restano occulti i fini dei vari operatori politici – sia quelli che ostacolano sia quelli che favoriscono l’opera – su cui andrebbe focalizzata l’attenzione. Si verifichi chi tra i vari politici intervenuti sull’argomento – accusa l’Ati Sled, e il riferimento è evidentemente alla Dimhotels – abbia interessi personali sul depuratore. Sono proprio questi interessi contrapposti tra chi favorisce e chi si oppone alla realizzazione dell’opera, che hanno ostacolato ed ostacolano l’opera pubblica». Accuse pesanti, benché tendenzialmente generiche.
Accuse che indurranno Di Meglio a una denuncia alla Procura della Repubblica, annunciata ieri attraverso il nostro portale. Isidoro parla di “illazioni”, “con richiesta di tutela anche risarcitoria per le calunniose destituite affermazioni avanzate”. E aggiunge querele anche per “i commenti, avranno la stessa sorte, così una volta e per sempre vedremo se la libertà di pensiero significhi anche libertà di calunniare il prossimo”. E in merito alle sue parole, precisa: “Aveo usato il termine azienda decotta citando testualmente quanto mi è stato detto dal direttore generale dell’Arcadis, Non sono parole mie ma sue”. Anche questa ha tutta l’aria d’essere una storia infinita.
ISIDORO ALLA PROCURA. Di Meglio ha annunciato, dopo le accuse dell’Ati Sled (che aveva parlato di interessi privati sulla collina), una denuncia alla Procura della Repubblica, parlando di “illazioni”, “con richiesta di tutela anche risarcitoria per le calunniose destituite affermazioni avanzate”