venerdì, Gennaio 17, 2025

Di Meglio suona la carica al TAR: Ungaro “favorisce” gli abusi della maggioranza

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Gaetano Di Meglio | E’ finita la pace. Gli squilli di tromba a Barano già risuonano da Buonopane fino alla “Starza”, Giuseppe Di Meglio è tornato sul campo di battaglia e con lui Salvatore Alfredo Di Meglio, il papà di Aniello, il giovane consigliere comunale.
Le squadre in campo sono quelle di sempre. I cavalieri, pronti alla morte, anche. Da un lato Giuseppe Di Meglio con il fido Alfredo Di Meglio, dall’altra i Gaudioso, Paolino Buono. Uno scontro epico degno della migliore trilogia fantasy, anche se quello che vi raccontiamo è puro “reality”.
La battaglia, o almeno il motivo della guerra, è l’assunzione art 110 di Crescenzo Ungaro. Il dirigente del settore tecnico che Paolino Buono ha accolto come “salvatore della patria” dopo l’era Stanziola e l’era Pino Di Meglio. Storico il litigio (chi scrive ero presente in comune!) tra il sindaco e il dirigente Di Meglio. Motivo del contendere i lavori per l’asilo nido a Piedimonte. L’alterco, a voci alte, terminò con un chiarissimo: “ti denuncio per stalking” di Pino Di Meglio che andava verso il suo ufficio.
I motivi del ricorso al TAR “previa la sospensiva” delle deliberazioni di Giunta Municipale con le quali si assumono, di fatto, Ungaro e il responsabile del paesaggio li leggiamo in altra parte della pagina, quel che ci preme sottolineare è il ritorno alla politica attiva di opposizione.
Alfredo Di Meglio, nemico giuratissimo di Gaudioso e Buono, ha impugnato gli atti con cui Paolino Buono, restando a quando afferma egli stesso, ha risolto i problemi della pianta organica e se lo avesse fatto prima, avrebbe anche evitato lo scandalo, l’imbarazzo e l’imputazione per il caso di Antonio Stanziola.
Ma il ricorso, come già detto, ha una valenza prettamente politica. Certo, l’aspetto giudiziario sarà sicuramente importante, ma l’aspetto che più fa la differenza è, appunto, quello politico. In un momento in cui sembrava tutto l’ambiente politico baranese sembrava sopito e destinato ad avviarsi con sonnolenza al prossimo appuntamento elettorale, arriva la frustata di Giuseppe Di Meglio. Un “cacciate Ungaro” forte e deciso che riaccende l’atavico odio tra le due fazioni. I Di Meglio’s da una parte e i Gaudioso’s dall’altra. Ben altro che Guelfi e Ghibellini.
Si ritorna alla battaglia politica a suon di ricorsi. L’ultima volta, Paolino Buono fu costretto, suo malgrado, a dover azzerare la giunta perché aveva disatteso le quote rosa. Oggi vedremo se Giuseppe Di Meglio ha ragione o se la difesa del Comune di Barano riuscirà a salvare il posto di “lavoro” all’ingegnere Ungaro.
Si riaccende la miccia della politica baranese. Pochi mesi fa, Di Meglio aveva detto ai suoi di non essere più disposto ad impegnarsi politicamente. Un ripensamento che arriva proprio in un momento in cui il vuoto dell’opposizione baranese emerge sempre di più. Tra abboccamenti con la maggioranza e azioni di poco conto, in pendant con il numero esiguo di consiglieri comunali, davvero per Barano era finito il tempo della politica a due parti, ma si procedeva con una semi dittatura. O meglio, dove la maggioranza operava come voleva, quando voleva e dove voleva. Chissà, questo ricorso smuoverà le acque che ristagnavano.
L’attacco politico si legge in tutto il ricorso, ma quello che emerge e che getta la vicenda Ungaro in un cono d’ombra molto pericoloso è quello che si legge alla fine del ricorso.
«Innanzitutto, il ricorrente. Inoltre, le funzioni in materia di edilizia ed urbanistica sono particolarmente delicate, coinvolgono vasti interessi economici nel territorio del Comune ove devono essere ancora esaminate centinaia di domande di condono edilizio, ove devono essere eseguite sentenze di demolizione di fabbricati disposte con sentenze irrevocabili del Giudice Penale, che – alza i toni Alfredo Di Meglio – interessano Assessori e Consiglieri Comunali in carica e, quindi, il coinvolgimento di tali vasti interessi patrimoniali fa sì che il settore della edilizia privata sia affidato a funzionario che sia completamente autonomo dal potere politico. La assunzione dell’ing. Ungaro comprova che tale autonomia – sottolineano ancora – non sia assicurata dal coordinatore della quinta sezione. Infatti, già è iniziato l’esame della domande di condono edilizio – partono con la denuncia – nelle sedute del 22.3.2016 e del 4.3.2016 in cui sono state sottoposte all’esame della Commissione del Paesaggio atti relativi a sanatorie di fabbricati abusivi senza che sia stato rispettato l’ordine cronologico di presentazione con carente istruttoria in ordine ai precedenti amministrativi degli illeciti edilizi». E ancora «Gli atti posti in essere mirano a realizzare l’obbiettivo di avere in servizio un dirigente che non è espressione e garanzia di autonomia amministrativa. Infine, va evitato che il funzionario assunto compia atti che possano successivamente essere travolti dall’annullamento quale effetto consequenziale alla illegittimità della sua nomina». Se non è politica questa…

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