mercoledì, Febbraio 26, 2025

Dimissioni Caldoro: parole, parole, parole… | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 26 febbraio 2025

“Un adempimento burocratico che per me ha anche un valore politico e sentimentale, di legame per il lavoro che abbiamo svolto in questi anni. Abbiamo lasciato una Regione migliore di quella che il centrosinistra lascia oggi. Oggi in Campania c’è un centrodestra in salute. Penso che noi siamo agli ultimi sette mesi di legislatura. Abbiamo approvato l’ultimo bilancio nel quale l’opposizione e anche il ruolo dei rappresentanti dell’opposizione è fondamentale. Cosa rimane? Rimane prevalentemente lo scontro, la parte più politica dell’azione del Consiglio quella propria della campagna elettorale. Allora, come è noto io non sono candidato al Consiglio regionale, quindi è un errore rimanere perché rimanere significa bloccare energie. Io non faccio il candidato, non ha senso che rimanga in Consiglio regionale. Non ho bisogno di avere una poltrona per forza per far politica. E credo sia il momento che chi non si ricandida, è giusto che faccia altre scelte e dia spazio. Il capo dell’opposizione se ne deve assumere la responsabilità, sarebbe strano rimanere con questi presupposti. Tra l’altro tu cosa fai? dai una mano al centrodestra perché allarghi. Ma non solo perché subentra una consigliera del centrodestra, sicuramente rispetto a me candidata. E quindi è evidente che sono energie in più, non solo di dinamismo o di capacità di incidere sul territorio ma anche elettorali. E non bisogna togliere al centrodestra neanche un voto. In questo spirito la responsabilità è quella di dar spazio che non è un modo per uscire fuori dalla politica”.Queste del lancio ANSA di ieri sono le parole di Stefano Caldoro, ex governatore della Regione Campania e primo a perdere le elezioni da presidente in carica candidandosi contro l’antagonista battuto a mani basse nella precedente tornata (dopo di lui ci è riuscita solo la presidente della Regione Umbria, pochi mesi fa). In tal modo, Caldoro ha ritenuto spiegare il perché delle sue dimissioni da consigliere regionale e capo dell’opposizione consiliare. Un ruolo, quest’ultimo, che non gli ho visto svolgere granché, pur non meravigliandomi in quanto personaggio abituato a comandare e non certo a sbraitare dai banchi delle minoranze. E di certo tali parole non mi hanno convinto, considerato che tutto lascia presupporre che dietro tale “nobile gesto” e, soprattutto, dopo il passaggio del fido Massimo Grimaldi al gruppo consiliare regionale della Lega Nord Salvini, non ci siano semplici casualità; al pari del suo trasferimento di domicilio a Roma che, per quanto mi viene riferito da fonti attendibili, lo vedrebbe abitare nelle vicinanze di un esponente leghista del governo Meloni. A questo punto, sarà stata studiata a tavolino anche la surroga con la “nostra” Maria Grazia Di Scala (unica cosa che veramente può starci a cuore di questa vicenda tutt’altro che chiarissima), sebbene ella abbia fugato -almeno per ora- ogni dubbio d’appartenenza giurando fedeltà a Meloni e Cirielli e, quindi, deludendo chi paventava anche un suo passaggio sotto le insegne di Alberto da Giussano. Ma anche le parole mielose di Mary verso Caldoro (“Il Consiglio regionale perde una persona di riferimento per me e per l’intera Regione e d’altro mi affidano una grande responsabilità perché dovrò essere all’altezza del suo grande lavoro di cui cercherò di raccogliere l’eredità”) non distolgono il focus né dall’attesa di chissà quale possibile incarico romano per il buon Stefano né da un legittimo ragionamento politico pro domo sua che faccia attentamente soppesare alla neo-consigliera ogni mossa utile a realizzare l’improba impresa di una sua ricandidatura vincente in così pochi mesi di consiliatura all’F13. Intanto, torna in consiglio regionale la candidata che ho votato e sostenuto. Per cui… avanti, Mary e buon lavoro!

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