Gaetano Di Meglio | Prima che sprofondassimo in questa pandemia e tutta la nostra vita venisse stravolta dai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, dalle ordinanze di De Luca e dalle decisioni dei singoli sindaci la nostra vita procedeva su una linea della mediocrità imposta dai nostri sindaci.
Un mediocrità in ogni scelta, una necessità compulsiva ad alimentare la fiamma sotto al sacro fornello della clientela politica come unica risorsa per il consenso. Piccole liti di potere, qualche dispetto post concorso e una battaglia, tipo galli nel pollaio, per conquistare una leadership del nulla di buono.
E, tra le tante crisi politiche che vi abbiamo raccontato ce né una che mi piace ricordarvi per mostrare quando sia deleterio avere sei comuni e, soprattutto, quanto sia mediocre questa classe dirigente che ci amministra.
E’ colpa nostra, la nostra comunità ha scelto questi personaggi mediocri e ci dovremmo meritare queste soluzioni mediocri. Ma c’è chi, come me, non si arrende alla mediocrità.
Stiamo alla finestra e guardiamo come si agitano questi amministratori mediocri. Guardiamo i loro piccolo sforzi e le loro miserie programmatiche. Assistiamo, inermi, al loro fallimento e, giorno dopo giorno, ci rendiamo conto di quanto male ci siamo auto inflitti.
E la cosa assurda è che quando si uniscono fanno più male che bene. Inutile tornare sul fallimento del 23 febbraio quando si sono resi protagonisti di quell’ordinanza razzista partorita a Ischia e abortita a Napoli in meno di un’ora. Facciamo finta di aver dimenticato quale disastro hanno provocato e andiamo avanti.
Passano i giorni, cambia lo scenario della nostra nazione, cambiano le priorità e le abitudini (o almeno dovrebbero!) dei cittadini e, anche per reagire alle nuove disposizioni si attivano diversi servizi e diverse misure.
Iniziamo da Ischia e Casamicciola, i due comuni con i porti commerciali. Due sindaci, due porti, un’isola con due decisioni diverse. Il primo se ne frega di sbarca, il secondo controlla tutti. Chi ha ragione? Nessuno dei due. Il primo “raccomanda a tutti coloro che rientrano nel territorio comunale dall’Estero e/o dall’Italia di autodenunciarsi al Comune e al medico di famiglia, e di osservare una auto quarantena di 2 settimane. Ciò servirà a riprendere la vita, le attività e la socializzazione senza timori o pericoli”, il secondo, invece, “porta a conoscenza che tutti i cittadini residenti sull’isola d’Ischia, di ritorno per qualsiasi motivo (vacanza, lavoro, studio ecc.) da località ubicate sul territorio nazionale ed estero, devono necessariamente denunciare e segnalare alle autorità competenti il loro ritorno sul territorio, ponendosi immediatamente in auto isolamento volontario”
Fateci capire l’auto isolamento volontario è una decisione che si “raccomanda a tutti coloro che rientrano” o, invece, una per la quale si “devono necessariamente denunciare e segnalare alle autorità competenti”? Sono due cose diverse.
Senza voler indugiare su altri tipi di decisioni che sembrano non aver ratio, passiamo, invece, ad un altro capitolo.
Un capitolo dove è giusto ricordare qualche evento.
I comuni dell’isola d’Ischia e dell’Isola di Procida hanno un servizio in comune che si chiama Ufficio di Piano. La legge, per fortuna, li ha costretti a gestire tutto l’aspetto socio sanitario e di aiuto alle popolazione proprio attraverso questo servizio.
Nei mesi scorsi, tra i comuni dell’isola d’Ischia (Procida è stata a guardare!) c’è stata una cruenta battaglia per la nomina del nuovo coordinatore.
Una battaglia tra Ischia e Forio, in particolar modo. Ischia voleva la nomina di Paola Mazzella, Forio, invece, di Concetta De Crescenzo. Dalla battaglia politica ha vinto Ischia. Non stiamo qui a ricordare le bassezze con cui si è arrivato al voto finale, perché per criticare Enzo Ferrandino ci sono ben altri motivi.
L’Ufficio di Piano, o Ambito NA13, gestisce i servizi sociali. Conosce, uno per uno, tutti i casi delicati della nostra società. Chi vive solo, chi vive in povertà, chi ha bisogno di malattia, chi ha bisogno di aiuto e così via. Un ufficio che permette di fare molta clientela politica e di piazzare anche dei posti di lavoro (di come si sia sistemata l’assessore di Barano, ve lo spiego un’altra volta).
L’Ufficio coordina le varie cooperative che si prendono cura dei nostri ammalati, dei nostri anziani e di quanti sono in difficoltà e lo fanno in diversi modi. Alcuni servizi si attivano con l’ASL, altri con i voucher e altri ancora con progetti particolari. Ma quel che conta è che l’Ufficio di Piano di cui il comune di Ischia è capofila, ovvero ha gestione, ha ben presente la fotografia dell’intera povertà e indigenza isolana. Ha presente i casi limiti e i casi particolari.
Ora, alla luce di tutto questo, e per capire il mal funzionamento del servizio, bisogna ricordare ai lettori che l’Ufficio di Piano è diretto dal Coordinamento dei Sindaci o dai rispettivi delegati (sempre che facciano quello che dice il sindaco di Ischia, altrimenti vengono espulsi al momento delle votazioni. Vero Nunzia Piro?) , ma questo a Ischia, sembra non essere una novità.
Ma veniamo al dunque. Siamo in emergenza pandemia, siamo chiusi in casa e i comuni hanno pensato di attivare il servizio “pronto spesa”.
E ovviamente, qual è stata la preoccupazione dei sindaci dell’isola? Trovare il modo di fare un consenso. Ognuno di loro ha attivato un servizio. Serrara Fontana si è fatto il suo. Procida il suo. Ischia il suo e Casamicciola il suo. Forio non pervenuto, ma perverrà a breve, statene certi e Lacco Ameno assente perché non c’è politico che ha bisogno di dire alla vecchierella o al vecchierello “ti ho fatto portare la spese, poi mi voti”.
Tre numeri, tre orari diversi, tre modalità e soggetti diversi. Eppure, la domanda è semplice, ma non si poteva affidare all’Ufficio di Piano la realizzazione di questo servizio? Non si poteva affidare all’ufficio di piano di fotografare quali siano i casi da sostenere e aiutare in particolare in vista di questa emergenza?
Non si poteva centralizzare questo servizio attraverso l’ufficio di Piano? Dare un’unica indicazione? Fare un unico centro di smistamento delle richieste. Coordinare il servizio, senza neanche bisogno di farlo a farlo a richiesta, ma di offrirlo, direttamente, a tutti quelli che già sono censiti dall’Ufficio di Piano.
E’ possibile iniziare a vivere in una comunità moderna che si sappia muovere con unità e con spirito di servizio e non solo con lo scopo di carpire qualche voto a chi è meno fortunato, meno dotato? Ancora una volta, ahinoi, vince la scelta del singolo, quella che non offre sollievo e risposta immediata ai problemi, quella che arriva dopo, che arriva con sciatteria e con una fattura di seconda mano. E ne paghiamo le spese come cittadinanza, come società e come collettività.
Per evitare il contagio bisogna distribuire le merci (alimentari, farmaci, detersivi e casalinghi, ecc) casa per casa, col fattorino che le deposita fuori al portone di modo che si evita completamente il contatto.
Si può realizzare in poco tempo con un po’ di buona volontà: se ne faccia portavoce il Dispari, così si evita anche che i sei sindaci incapaci se ne prendano il merito (e quindi i conseguenti voti clientelari).
questi non sono mediocri, sono semplicemente, e costantemente “ricattati” e “ricattatori” , al tempo stesso, e tutto ruota intorno a questo, e chi cerca di non farsi ricattare, scattano immediate le ritorsioni, con violenza a dir poco inaudita, quando vuole direttore, le daro’ ampi ragguagli, la paura del coronavirus, non e’ altro che una scusante x cercare di far passare le cose, nascondendole, se si lancia un sasso in uno stagno, ci saranno mille cerchi, ma il punto da dove partono si perdera’, povera gente che soffre
In questi drammatici momenti sarebbe ora di smetterla di fare politica, se almeno lo fsse, a tutti i costi anche sui giornali e pensare a come TUTTI INSIEME fronteggiare la situazione
no Paolo. Con questi sciacalli non si può abbassare la guardia. Anzi, bisogna stare con gli occhi da fuori ancora di più.