Lo avevano promesso e lo hanno fatto. Ieri un nutrito gruppo di cittadini del comitato civico “l’Ospedale non si tocca” ha pacificamente occupato la sala consiliare “Vittorio Parascandola” per sensibilizzare la popolazione e le istituzioni verso tutto ciò che riguarda la sanità e il diritto alla salute sull’isola di Graziella. Alcuni occupanti tra cui Milena Aurelio ci ha spiegato i motivi di questa manifestazione:
“Si siamo qui per sensibilizzare la popolazione, perché le carte bollate sì, stanno andando avanti. Corsi, ricorsi, sentenze. Siamo in attesa, eccetera. C’è stata già una prima sentenza del Tar. Non possiamo essere privati di una sanità pubblica. Perché per tanti motivi poi siamo costretti a spostarsi sulla terraferma e lì subentrano altri problemi. Quindi è questo sensibilizzare un po’ tutti i cittadini tutti”. Ogni giorno dalle pagine sociale iù in generale, dalle denunce che portano all’attenzione del comitato da tempo si evince che qualche cosa della sanità che non funziona. Del resto il problema è nazionale Questi tagli e questa paventata privatizzazione di tutto il comparto di certo non aiuta.
“No, sicuramente non aiuta, il discorso è che sappiamo che è una questione, un po’ che riguarda un po’ tutta l’italia. Però certamente noi siamo un’isola disagiata e questo non è da non si può mettere da parte come se noi fossimo Napoli o una qualsiasi altra cittadina in terraferma. A noi c’è il mare che ci complica ancora di più la vita. E quindi è questo è quello che bisogna capire. Siamo un’isola, disagiata e vogliamo quello che ci spetta, tutto qui”. Cecilia Costagliola, presidente e portavoce di questo comitato che da anni si batte per la tutela di quello che è uno dei beni più importanti per l’isola di Arturo, quella di una sanità decente per non sentirsi cittadini di serie b.
“Sì, noi qui siamo stamattina in rappresentanza di tutta la comunità, una comunità stanca, una comunità che vuole essere tutelata, che è stanca di un battibecco politico, di chi ha i meriti e di chi non ha i meriti. Noi chiediamo che l’intera realtà politica procida isolana possa collaborare in sinergia affinché possiamo tutelare il nostro diritto alla salute. Chiediamo anche interventi per il trasporto perché sanità e trasporto viaggiano sullo stesso binario. Molti trasferimenti in terraferma vengono fatti anche con l’autoambulanza e non a caso è solo la compagnia caremar che può permettere un trasferimento. Siamo vincolati dagli orari, dal mare, siamo una popolazione stanca, ci sentiamo legati. Ecco perché le catene ci siamo, ci sentiamo legati mani e piedi, non troviamo via d’uscita ben vengano tutte le iniziative politiche, ben vengano i ricorsi al tar. Ben venga tutto, ma noi procidani vogliamo alta la nostra voce”.
Questo è solo l’inizio di uno stato di agitazione del comitato che, come leggevamo , può anche portare ad altre forme di manifestazione per il tempo che verrà. “Certo, questo è l’inizio. Apriamo le danze con questa della sala consiliare in modo pacifico assolutamente, perché qui non facciamo la guerra all’amministrazione, anzi noi cerchiamo l’appoggio e la collaborazione di chi ci rappresenta opposizione, maggioranza e di tutto il consiglio comunale e quale altra sala più adatta dove si svolge appunto il Consiglio comunale e rappresenta la comunità di Procida. Poteva essere il punto di partenza per questa nostra mobilitazione. Una mobilitazione che stiamo mettendo in atto. Stiamo preparando con la risposta della comunità e che avverrà successivamente in tempo abbastanza breve”. Altro procidano presente alla occupazione uno dei più battaglieri del comitato, sempre in prima linea quando si tratta di difendere qualsiasi diritto dei cittadini, Antonio Costagliola:
“Sono dieci anni che lottiamo per questo diritto. E non lo so perché ci viene negato, perché purtroppo noi paghiamo le tasse come le paga un cittadino comune di tutta l’italia, perché qua non dobbiamo avere quelle che ci spetta? A parte la sanità che è zero e anche per i trasporti, come diceva la Presidente, perché è tutto collegato al trasporto e al malato. Io ci parlo anche per esperienza, perché ci sono passato per questi interventi. Quindi vorrei che tutti, veramente tutti i cittadini, ci dessero una mano nel momento in cui ci serve. Poi speriamo che non ci serve e che tutto si risolva nel migliore dei modi. Però qui è nera, è nera, è dal duemilasedici che lottiamo. E anche il tar sbaglia perché il tar ha sbagliato. Nel senso che cioè tu non puoi allungare il brodo sulla salute della gente perché la gente cioè si muore. Non è che dici vabbè, io poi muoio il prossimo anno, quando tu mi dai il medico e quindi questo è tutto. E questa è una battaglia che vorrei far presente a tutti i procidani. Perché i procidani ormai mi sembra che si sono rassegnati. Speriamo di no, che nelle prossime giornate che organizzeremo ci daranno una mano”.