Lo Stralcio Funzionale dell’Isola d’Ischia del Piano Paesaggistico Regionale sta subito creando divisioni e polemiche. Ma su questo importante strumento pianificatorio per cui deve passare anche la riprogettazione dell’isola, abbiamo sentito “la campana” della Regione, ovvero dell’assessore al Governo del Territorio Bruno Discepolo.
Dalle sue parole emerge una misura strategica e innovativa, pensata per accompagnare e rendere compatibile la ricostruzione post-sisma con la tutela e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e identitario dell’isola. Discepolo sottolinea l’importanza di una svolta culturale, oltre che normativa, per risanare le ferite del passato e proteggere Ischia da nuovi abusi.
– Assessore, il Piano Paesaggistico è uno degli atti più importanti per l’isola d’Ischia. Cosa rappresenta questo stralcio funzionale?
«Sì, abbiamo stabilito, di comune accordo con il Ministero della Cultura — che redige il Piano Paesaggistico d’intesa con la Regione Campania — di introdurre un modello innovativo e sperimentale. Per Ischia, infatti, abbiamo previsto un’anticipazione di quello che sarà il Piano Paesaggistico Regionale, perché era necessario che anche il Piano di Ricostruzione, nel frattempo redatto, potesse avere una valenza paesaggistica. Questo permette interventi che, con l’attuale piano, non sarebbero stati realizzabili: demolizioni, ricostruzioni, delocalizzazioni e ristrutturazioni urbanistiche. L’obiettivo è agire in parallelo e in coerenza tra Piano di Ricostruzione e Piano Paesaggistico».
– A che punto siamo con l’iter dei due strumenti?
«Entrambi i piani — quello di ricostruzione e lo stralcio paesaggistico per l’ambito identitario dell’isola — sono attualmente nella fase delle osservazioni. Vogliamo approvarli definitivamente nel più breve tempo possibile, così da avviare finalmente la ricostruzione che Ischia attende da anni. È bene ricordare che il Piano di Ricostruzione non riguarda solo Casamicciola, Lacco Ameno e Forio, ma coinvolge tutta l’isola, evitando che si creino confusioni tra limiti urbanistici e paesaggistici».
LAVORO SU TRE LIVELLI
– Quali sono le linee guida principali del nuovo Piano Paesaggistico Regionale?
«È un piano più moderno e aderente ai tempi rispetto a quello degli anni ’90, redatto allora dal Ministero. Tiene conto dell’evoluzione del concetto stesso di tutela e valorizzazione paesaggistica. Si lavora su tre livelli: costa, centri storici e montagna, per ricucire l’identità paesaggistica dell’intera isola. Interventi come demolizioni, ricostruzioni, delocalizzazioni sono previsti per segnare una svolta nell’assetto urbanistico del territorio».
– Qual è il ruolo del Ministero in questo processo?
«Lavoriamo in stretta sinergia con il Ministero della Cultura, che mantiene il suo ruolo istituzionale nella tutela del patrimonio. Sull’isola ci sono beni naturalistici, ambientali, architettonici e storici che vanno protetti. Ma dobbiamo anche fare i conti con il passato: Ischia ha subito troppe ferite per l’uso indiscriminato del territorio. Il nostro compito è duplice: risarcire quelle ferite e mettere in sicurezza il patrimonio complessivo dell’isola».
– Quando parla di ferite, si riferisce solo ai danni naturali o anche ad altro?
«Parlo di entrambe le cose. Ischia è uno dei luoghi più fragili della Campania, se non oltre. La sua bellezza e unicità derivano anche dalla sua natura vulcanica e sismica, che però ha provocato danni importanti. A questi si sono aggiunti quelli causati dall’uomo, da una manomissione del paesaggio e da una libertà eccessiva nell’edificare, che ha compromesso — fortunatamente solo in parte — le caratteristiche dell’isola. Non possiamo più permettere che si ripetano quegli errori».