lunedì, Dicembre 23, 2024

Dispetti e razzismo al “Macello”: Sei sorelle immigrate vanno via da Ischia

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Profughi? No, grazie. Un caso di razzismo a Ischia. Nei giorni in cui il mondo si interroga sull’opportunità di aprire le porte ai profughi. Ma nella provincia non tutti, evidentemente sono persuasi. E tra i favorevoli ed i contrari ad Ischia, un gruppo di immigrati, era già arrivato. La coniugazione al passato è dovuta e a breve capirete il perché.
Quello dell’immigrazione è uno dei temi caldi del momento e l’accoglienza di questa grande “massa di umanità” che si sta spostando per il mondo, lo è ancora di più. Tante le misure messe in atto da governi e organizzazioni per cercare di tamponare le emergenze e offrire sostegno, accoglienza e cure ai tantissimi immigrati giunti in varie nazioni.

In Italia sono state predisposte varie misure per l’accoglienza degli immigrati e dei rifugiati con anche, non da ultimo, il coinvolgimento della chiesa. Abbiamo preso un po’ alla larga l’argomento per potervi offrire un inquadramento quanto più completo possibile, ma arriviamo al nocciolo della questione.
La questura di Napoli, poche settimane fa, aveva destinato alla diocesi di Ischia sei sorelle immigrate che erano in cerca di un tetto e della possibilità di ricominciare ad avere una propria vita qui in Italia, seppur con un sostegno nei primi mesi. Proprio in base agli accordi stipulati, anche la diocesi di Ischia rientra nel piano accoglienza degli immigrati e fin qui nulla di nuovo. Alle sei donne è stata assegnata d’ufficio la casa di proprietà della diocesi sita in via Leonardo Mazzella, nelle vicinanze della Chiesa del Gesù Buon Pastore.

Giunte sull’isola e accudite da alcune famiglie che hanno provveduto a rifornire la casa dei beni di prima necessità e le giovani donne di vestiti ed altro, sono iniziate un po’ di sorprese.

Innanzitutto, ci raccontano, le sei donne non erano tutte sorelle, ma alcune non avevano legami di parentela con le altre. L’ambiente, poi, non era dei più amichevoli. Quasi ogni giorno, ci riporta un nostro segnalatore, qualcuno del vicinato chiudeva la condotta dell’acqua della casa che ospitava le donne con un attrezzo, solo per creare fastidi e costringere le donne a lasciare la casa. Cosa che è avvenuta pochi giorni dopo il loro arrivo, ma non solo per il “dispetto dell’acqua”. Le immigrate accolte dalla Diocesi di Ischia comunicavano con un inglese stentato e le loro richieste erano difficili da comprendere non avendo un interprete del loro idioma e ciò ha creato non pochi fraintendimenti. Le donne hanno richiesto una linea telefonica per mettersi in contatto con amici e parenti e dei telefoni cellulari, che sono pur arrivati (offerti da alcune volenterose famiglie della diocesi di Ischia) ma che non incontravano i loro bisogni.

Poi la nota dolente, quella economica. Per ogni immigrato accolto lo Stato eroga circa 37 euro a chi li accoglie, somma che va divisa tra i due soggetti: 2.50 vengono destinati alla struttura come simbolico rimborso per le spese minime affrontate e il resto va all’immigrato. Le donne hanno da subito richiesto la cifra che le spettava e qui vi è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: la cifra la Diocesi di Ischia non la poteva versare.

Il problema, ci hanno spiegato, risiederebbe nella mancata richiesta, da parte del vescovo Lagnese, dell’inserimento della Diocesi di Ischia in determinate graduatorie per l’erogazione del contributo, graduatorie che vengono aggiornate ogni quindici giorni. L’arrivo delle immigrate, quindi, non è coinciso con l’inserimento in graduatoria della Diocesi per l’assegnazione del contributo economico da girare alle stesse per un mero ritardo di comunicazione del vescovo Lagnese. A questa ulteriore “brutta” notizia le donne non ci hanno pensato su due volte e hanno chiamato la struttura di Napoli richiedendo un trasferimento urgente. Trasferimento che è arrivato in pochissimo tempo e che ha visto le donne fare le valigie e andar via di corsa.

Ora la situazione burocratica della Diocesi sembra esser stata risolta e in questi giorni sono attesi altri immigrati che andranno ad occupare la casa di via Leonardo Mazzella. Di certo resta, però, l’ambiente un po’ ostile nel quale arriverebbero queste persone da accogliere, ambiente che ha visto il verificarsi di piccoli, ma grandi dispetti…

 

1 COMMENT

  1. ritengo che gli ischitani non siano razzisti, piuttosto si paga l’ ignoranza di qualche bigotto un po troppo attaccato in maniera distorta alla chiesa che magari ha visto il nemico fuori alla sua porta di casa . Purtroppo l’ accoglienza di queste persone è di per se una cosa molto delicata specialmente se concorrono le problematiche esposte . Magari andrà meglio con i prossimi………

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