Geppino Cuomo | Casa, chiesa e seminario. Andata e ritorno per anni ed anni. Difficile immaginare un altro percorso per don Camillo D’Ambra. Non sappiamo se lui conosce proprio tutti gli ischitani, ma di certo tutti gli ischitani conoscono lui. Su don Camillo non si è mai sentito un pettegolezzo, mai una insinuazione sul suo comportamento di sacerdote, eppure di tempo a disposizione, per farsi criticare ne avrebbe avuto eccome, addirittura novantanove, tanti quanti ne compie oggi.
E’ nato ad Ischia il 4 novembre 1925, ordinato sacerdote nel 1948 e prima messa nella chiesa dello Spirito Santo. Da allora non si contano più le mese che ha celebrato. Manca un prete per dir messa? Chiamate don Camillo, verrà di sicuro e così si sono messe tante pezze ad assenze ingiustificate.
Lo guardi, piccolino, sguardo trasognato, occhiali spessi e si legge tanta bontà sul suo volto. L’unica cosa che non immagini se non la sai, è la sua età. Una mente lucida come un cinquantenne, da tutti ritenuto la memoria storica dell’isola d’Ischia. Ha da raccontare tanto ma è così discreto che, se non chiedi non accenna alla sua cultura. Da lui apprendiamo che, se volessimo risalire alla nostra storia, dagli archivi del Seminario potremmo risalire andando all’indietro all’anno mille.
La Diocesi d’Ischia è antichissima ed il primo a dolersene se dovesse essere accorpata a Pozzuoli, sarebbe lui. Nessuno più di don Camillo può parlare della Diocesi anche se in tantissimi anni ha convissuto con molti vescovi, tutti diversi fra i loro, parlando singolarmente ne mette in luce solamente gli aspetti positivi. Ha selezionato migliaia di libri per l’archivio storico del Seminario e ne ha letti una grandissima parte e a volte consiglia qualche lettura particolare per fugare dubbi. Se gli chiedi chiarimenti sul nostro passato, mai te ne torni deluso, ha sempre una risposta giusta, una interpretazione migliore di quella che altri darebbero. In pochi conoscono la sua voce, parla pochissimo e mai a sproposito. Dall’altare le sue omelie non sono molto impegnative ma nemmeno tediose. Si limita all’essenziale, perché sa che i fedeli non amano essere bacchettati dall’altare.
Casa, Chiesa e ritorno, ogni giorno lo stesso percorso a bordo marciapiede, quando è da solo o più tranquillamente se qualcuno gli offre il braccio a sostegno. Benvoluto da tutti, è ritenuto il “vero” sacerdote, quello che vive dando l’esempio della fede e di come bisognerebbe viverla. Non è raro vederlo di domenica invitato a pranzo da suoi estimatori e lui accetta, non sappiamo se per evasione dalla vita quotidiana o se lo fa per continuare la sua missione terrena. Da quando è stato ordinato sacerdote dal vescovo De Laurentiis, ne sono passati di anni ed anche parecchie generazioni di sacerdoti, ma non è mai stato, nemmeno oggi a novantanove anni, un sacerdote del passato, anzi in tanti lo ritengono uno dei più giovani di mentalità. Al passo coi tempi pur conservando lo stile di una volta. Gli sono affezionati e lo rispettano sia gli anziani che i giovanissimi. È complicato arrivare alla sua età con la sua efficienza fisica e soprattutto mentale. Molti gli hanno chiesto di scrivere libri per lasciare una traccia sul nostro passato e sulla sua persona. Hanno dovuto insistere molto per convincerlo a farlo. Grazie a lui sappiamo dei vescovi che ha conosciuto, grazie a lui sappiamo il patrimonio che abbiamo a livello biblioteca negli archivi del Seminario. Nella sua carriera ecclesiastica ha avuto tanti incarichi dal vescovo pro tempore. Negli anni Dal 1948 al 1951 fu Prefetto del Seminario di Ischia, dal ’51 al ’61 ha ricoperto la carica di vicebibliotecario dell’Antoniana, poi bibliotecario ufficiale.
Inoltre, Don Camillo dal 1961 è stato Cancelliere nella Curia Vescovile, nel luglio dell’estate del 1967 il Vescovo Dino Tomassini lo nomina Canonico Penitenziere del Capitolo Cattedrale, il 3 marzo del 1968 lo stesso vescovo Dino Tomassini lo nomina Parroco della Cattedrale quale successore dello scomparso don Vincenzo Cenatiempo.
Infine, è Rettore dell’Arciconfraternita Santa Maria di Costantinopoli dove continua ad essere l’anima della vetusta e gloriosa istituzione e per mano del sindaco Cesare Mattera, la cittadinanza onoraria del Comune di Serrara Fontana, per essere stato residente in quel comune per un certo tempo. Tutto sommato, anche se agli occhi della gente comune può sembrare un evento straordinario l’ennesimo compleanno di don Camillo, per molti non lo è, don Camillo ormai è una persona senza età, fa parte della vita quotidiana di tuti noi, da tempo tramutatosi da persona in personaggio che è destinato a rimanere sempre con noi, fra di noi. Lui è quindi senza età, un compleanno in più o uno in meno significa davvero poco, ma è senza dubbio una buona occasione per festeggiarlo. Auguri a don Camillo per il suo compleanno. Ischia ringrazia il Cielo per aver regalato un prete come lui che fa dell’esempio l’aspetto migliore quale testimonianza del buon cristiano.