E’ la versione “light” della festa del Patrono (zero sfarzi, zero opulenza, zero fuochi pirotecnici, zero luminarie). Ma le polemiche ci sono, eccome. Immancabili. Da quelle sembra proprio che San Giovan Giuseppe della Croce non riesca a prescindere, purtroppo. E al centro della querelle, un vero e proprio “giallo”, c’è neanche a dirlo lui, don Carlo Candido, del quale a distanza di qualche ora ancora riecheggiano le parole rivolte ai fedeli poco prima della processione serale che avrebbe riportato il corpo del Santo Patrono alla Cattedrale e poi presso la chiesa di Sant’Antonio. Parole che pesano come macigni, una sorta di anatema sulla litigiosità dell’isola, non senza – abilmente celato tra le righe – un annuncio che rischia di rivoluzionare la politica del clero isolano.
Ma andiamo con ordine: don Carlo ci aveva decisamente abituati al suo parlare per iperbole e metafore più o meno reali, al termine del rito ha chiesto ai fedeli di accomodarsi e ascoltare le sue parole. E dopo una lunga giornata in cui le omelie erano quasi tutte indirizzate al mondo politico e non solo, ai “tanti falsi fedeli che si affacciano alla chiesa solo nel loro bisogno”, il parroco ha terminato la giornata dedicata a San Giovan Giuseppe della Croce dichiarando a chiare lettere che non sopporta più la profonda litigiosità che anima la chiesa di Ischia Ponte.
Sì, don Carlo non ce la fa più (almeno così ha lasciato intendere, ndr) delle lotte interne, delle elezioni e dei franchi tiratori che hanno portato all’elezione tra i compatroni di alcuni elementi vicini al parroco, per poi girare il tutto e far eleggere un appartenente della vecchia guardia; delle discussioni sulle luminarie, sui fuochi pirotecnici e sulle bancarelle. Non ultima la discussione sui bilanci non ancora resi pubblici sebbene richiesti dalle alte sfere ecclesiastiche isolane e dai lunghi ed interminabili lavori presso la casa parrocchiale, ad oggi ancora inagibile
Dal pulpito, il parroco ha dichiarato che l’estrema litigiosità dell’ischitano sta conducendo tutti verso un percorso negativo e, aggiungendo che anche San Giovan Giuseppe della Croce, stanco del fare degli isolani, andò via dall’isola, ha colto la palla al balzo per fare il grande annuncio: tra meno di due anni andrà via da Ischia, anche contro la sua volontà.
Cosa significa questa dichiarazione? Vedremo don Carlo partire alla volta di luoghi “più importanti” in una sorta di promozione sul campo? Non si conoscono i dettagli, ma le dichiarazioni hanno lasciato intendere varie cose ai presenti.
L’atmosfera fin troppo tesa e di contrasto tra i fedeli di Ischia Ponte, il parroco e il “team del parroco” si è sempre fatta più che sentire sin dall’arrivo di don Carlo ad Ischia Ponte, e le sue azioni di cambiamento negli ingranaggi storici di alcune realtà secolari della chiesa isolana non sono state viste di buon occhio.
Se da un lato, per questo anno, l’assenza delle luminarie e dei fuochi pirotecnici è stata giustificata con l’Anno Giubilare della Misericordia e il volersi mantenere entro alcuni limiti, dall’altro il parroco ieri sera dal pulpito ha chiaramente detto che queste decisioni sono state prese anche come risposta ad alcuni problemi da risolvere internamente e che, per lasciare un segno molto forte, a settembre la processione del Santo Patrono per le strade del centro non sarà fatta per sua espressa volontà.
E ora? Cosa accade ora nella chiesa di Ischia Ponte? C’è chi interpreta il tutto come una ennesima provocazione di don Carlo, ricordando anche che chi ha “osato” compiere “dispetti” a San Giovan Giuseppe della Croce, si è visto protagonista di episodi a dir poco spiacevoli, come il lancio di monetine o altro ancora. Ma c’è anche chi crede che sia un diversivo per distogliere l’attenzione da un qualcosa in atto internamente alla chiesa nostrana che per ora sfugge.
C’entrano i fondi ricevuti da Roma e dalla Curia per appianare i debiti dei lavori alla casa parrocchiale e cercare di portarli a termine, visto che i contributi presi in passato, seppur corposi, non sono bastati?
E i fedeli, in tutto questo, che ruolo hanno? Certo, le messe nella giornata dedicata al Santo Patrono sono state molto frequentate in entrambe le chiese di Ischia Ponte e queste dichiarazioni di don Carlo hanno destato non poche perplessità.
Cosa c’entra, infine, il territorio di Ischia Ponte che torna prepotentemente al centro di litigi e problematiche?
La chiesa di San Giovan Giuseppe della Croce è tra quelle con più alta disponibilità economica sull’intera isola, con tante responsabilità anche sociali ed un peso politico non indifferente.
Che accadrà di qui a poco?
Don Carlo fa la festa light perchè gli è stato ordinato dal vescovo… Perchè non dimentichiamoci gli anni addietro… Botti per 9 giorni di fila!!! Ora approfitta delle direttive del Vescovo per far vedere che è tutta farina del suo sacco… che è una sua crociata… Sempre molto bravo a cavalcare le onde… Il vescovo ha negato tutto per il semplice fatto che la festa è capitata nel periodo di Quaresima, per cortesia, cerchiamo di essere onesti “in tutto” Grazie!
Infatti proprio da lui che interpreta tutto come una festa e’ a dir poco poco credibile questo discorso. . Mica ci siamo scordati di tutte le feste e festicciole varie organizzate sopra S Antuono. Suvvia!! Il problema in realtà come i beni informati sanno, non è la festa del patrono ma le lotte intestine in seno alla diocesi, incominciate sul finire dell’episcopato di Strofaldi, approfittando della malattia del vescovo, di cui lui e qualche suo confratello con la chiesa sul corso sono i protagonisti sommi.
San Paolo fu folgorato sulla via di Damasco, Don Carlo sul pontile di Ischia Ponte… Quando stava a sant’Antuono era contro i fuochi, le luminarie, le bande le apparate e le statue, si faceva la festa ma a modo suo e giusto per non inimicarsi il popolo, poi giunto al Ponte c’è stata la trasformazione e improvvisamente organizzava le feste più pompose che mai… poi negl’anni i suoi modi di fare hanno allontanato sempre di più i fedelissimi e oggi improvvisamente viene “folgorato” e torna 10 anni indietro. Forse sarebbe giunta l’ora che Don Carlo iniziasse di più a fare il prete anzichè l’imprenditore e si occupasse esclusivamente delle anime e dei problemi reali della chiesa e dei fedeli e lasciasse, come tradizione vuole, l’organizzazione delle feste ai comitati o chi ha voglia di farlo.
Caro Don Carlo mi dispiace ma stavolta hai sbagliato.
Il Santo è vero non ha bisogno di fuochi luminarie ecc.ecc. ma va onorato e omaggiato in tutto e per tutto in primis come vuole la chiesa con messe,preghiere e processioni e poi come vuole la tradizione che si tramanda da secoli, con luminarie Fuochi bancarelle ecc. ecc.
Tanto come vedi luminarie o no, fuochi o no,le papere e i paparacchielli parlano e parleranno sempre.
Questa guerra mi sembra più una guerra contro l’uomo (il prete) che contro fuochi e bancarelle.
Forse molti di questi signori paparacchielli e signore papere dimenticano che anche loro da bambini correvano a vedere gli spettacoli pirotecnici ed acquistavano dolci caramelle e giochi sulle bancarelle, in occasione delle feste patronali.
Be che dire qui si è veramente toccato il fondo nel sentire soprattutto che la campana da fastidio!! L’anno prossimo faranno una petizione per evitare che navi e aliscafi suonino per salutare il Santo.
Probabilmente gli stessi signori paparacchielli e signore papere dimenticano anche che gli spettacoli pirotecnici attirano turisti sulla nostra isola,basti pensare all’incendio del castello a Sant’Anna, San Vito a forio,Santa Restituita e così via,allora che si fa togliamo i fuochi e luminarie a tutte le feste patronali e non???
Ci sono località che organizzano spettacoli pirotecnici solo ed esclusivamente per attrazione turistica qui ad ischia invece ci son troppi timpani fragili e sensibili per sentire sparare fuochi pirotecnici ma quando si tratta di sparlare i timpani diventano d’acciaio per incamerare il più possibile.
Caro don Carlo grazie sempre per tutto ciò che fai per sta schifezza di popolo di Dio! Peccato che Dio abbia sbagliato epoca per il diluvio…. ma sia fatta sempre la sua volontà! Grazie ancora e non mollare mai come ci insegni le persone che hanno luce risplendono sempre anche di notte ….. grazie sempre Paola Falco