La Diocesi di Ischia e la comunità di Piedimonte, in particolare, è pronta a salutare Don Luigi Trani. Il parroco che retto le sorti di “Santa Maria La Porta” dall’ormai lontano 6 gennaio 2008 sta completando gli atti per vivere una pagina della sua vita. Andrà nelle Filippine, come detto, appunto, come “fidei donum”.
“Il 7 settembre 2004 – scrive nei saluti alla Comunità – il vescovo Filippo pronunciava su di me questa preghiera nel giorno dell’ordinazione presbiterale. Parole che sempre hanno accompagnato questi primi 20 anni di servizio alla Chiesa che è in Ischia. Fin da subito ho espresso ai vescovi che si sono succeduti nella nostra isola il desiderio di “un esperienza ad gentes” per cercare di vivere quella crescita e quella dimensione universale che raggiunge i confini della terra di cui parla la preghiera.
Il vescovo Carlo mi ha accordato la possibilità di vivere questa esperienza. Grazie a quanti nell’amata Piedimonte, con amore e tanta pazienza, mi hanno sostenuto e accompagnato con la loro presenza, preghiera e operosa collaborazione, certi che tutto quanto abbiamo fatto per puro amore e senza interessi rimarrà!
Agli amici di Fiaiano. Un breve tratto di vita insieme, intenso e pieno di attese … che a prima vista sembrerebbero disattese: niente è piccolo di ciò che è fatto per amore. Confido che mi comprendiate nel senso giusto e accogliate questa mia partenza come dono e con cuore largo sulla misura del Cuore di Gesù, che tutti avvolge, fino ai confini della terra. A tutti chiedo perdono per le mie mancanze e in particolare a chi in qualche maniera da me è stato ferito o offeso, insieme confidiamo nella misericordia del Padre! Appena pronti i documenti parto FIDEI DOMUM per le Filippine”.
Sono queste le parole con cui il parroco lascia l’incarico ischitano che sarà sostenuto, sul momento, da Padre Roman.
In una recente intervista all’house organ della Diocesi, Trani ha spiegato che: “Non è stata una decisione improvvisa. Fin da bambino ammiravo quelli che si dedicavano agli altri in paesi lontani. Poi da quando è iniziato il per corso di formazione al presbiterato sono stato affascinato dalle parole della preghiera di ordinazione che è ricca di riferimenti al ministero per la Chiesa universale. L’orizzonte umanità ha accompagnato sempre il mio servizio alla chiesa che è in Ischia. Ho semplicemente manifestato il desiderio di poter fare un’esperienza “ad gentes”: è stato valutato che la mia presenza potesse essere più utile ed efficace nelle Filippine.”
Dall’altra parte del mondo, Don Luigi si occuperà di un Centro di spiritualità per la formazione di preti e seminaristi. “Questo Centro – spiega il parroco – è stato voluto dai vescovi asiatici, i quali mandano volentieri i loro sacerdoti e seminaristi per fare esperienza di fraternità. I partecipanti arrivano dalle Filippine, dalla Corea del Sud, dal Vietnam e da altri paesi dell’Asia. Nei fine settimana collaborerei in una parrocchia di circa 50.000 abitanti, rimanendo sempre attento e aperto a tutte le variabili che la Provvidenza mi manifesterà”.
FIDEI DONUM
L’espressione fidei donum (in latino: “dono di fede”) indica i presbiteri, i diaconi e i laici diocesani che vengono inviati a realizzare un servizio temporaneo in un territorio di missione dove già esiste una diocesi, con una convenzione stipulata tra il vescovo che invia e quello che riceve il missionario (o i missionari). L’enciclica Fidei donum, scritta da papa Pio XII e pubblicata il 21 aprile 1957, fu accolta con entusiasmo in molte diocesi, soprattutto d’Italia, e in breve non solo il continente africano ma anche l’America Latina sollecitò l’aiuto dei missionari fidei donum nella linea dell’enciclica. Il primo effetto fu che i preti che volevano svolgere un servizio missionario trovarono disponibilità da parte dei loro vescovi.
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