venerdì, Settembre 20, 2024

DOPO LA SCOSSA, DIAMOCI UNA SCOSSA!

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“…La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza…” (Albert Einstein)

Esordirò, quest’oggi, con una citazione di Albert Einstein a me molto cara, tratta dal suo “Il mondo come io lo vedo” e che ho già avuto modo, anche se non completamente, di proporla a Voi Lettori di 4WARD:

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”.

Non illudeteVi! Non mi fermerò in questa sede a rimarcare quanto ho spasmodicamente ripetuto su Facebook e Twitter dalle 21.30 di lunedì scorso fino a ieri e che ciascuno, a modo suo, ha proposto allo stesso modo nel corso del nostro terribile inizio settimana ischitano. Se n’è parlato anche troppo e non voglio minimamente ribadire nessuno degli aspetti salienti e –men che meno- degli effetti di quest’evento tanto breve quanto orribile. Credo però di essere nelle condizioni di parlare di comunicazione e di marketing turistico, senza per questo ricorrere a paroloni e massimi sistemi, ma rimarcando quello che un mio anziano e importante cliente, ancora una volta come all’epoca dell’emergenza rifiuti, ha affermato senza indugi: “Chist è ‘u mument c’amma mettere man ‘a sacca!”

Aveva ragione all’epoca, ha ragione ancora una volta oggi. Quel cliente, attento alle dinamiche del mercato in ragione direttamente proporzionale al successo della sua azienda ed alla capacità di affidarsi a chi ne sa più di lui, ha colto alla perfezione la parte che qualsiasi imprenditore ischitano di buona volontà, comunque implicato nel rapporto domanda-offerta turistica, dovrebbe recitare in questo momento. So bene che buona parte degli utili di settembre e ottobre è andata a farsi benedire e che molti posti di lavoro sono ancora potenzialmente a rischio anche per i canonici sei mesi, ma sono altrettanto convinto che non si possa e non si debba restare con le mani in mano in attesa dei finanziamenti pubblici o che, per inerzia, tutto vada a posto in modo naturale in vista della stagione 2018.

E’ indispensabile lanciare un messaggio forte e chiaro, in particolare attraverso la tivù, che mostri all’Italia (tanto per cominciare) un’isola d’Ischia viva più che mai, una terra che non ha alcuna intenzione di trascurare la gravità delle due vittime, dei senzacasa e delle strutture inagibili, ma che pur continuando a pretendere il giusto riconoscimento del Governo previsto in questi casi non può e non vuole rinunciare a dimostrare la sua capacità di continuare ad ospitare senza alcun problema gli Ospiti che hanno in programma di venirci in vacanza. Subito. Più di sempre.

La mia opinione ritengo sia il giusto compromesso tra l’assolutismo del nostro Direttore nel rifiutare il concetto di “normalità” e la necessità di respingere con forza gli effetti di un terrorismo mediatico che ci ha messo a durissima prova e che ha lasciato intendere al mondo fantomatici effetti distruttivi per un’Ischia che, fortunatamente, è tutt’altro che in ginocchio e già oggi è in grado di continuare ad offrire il meglio di sé. E nel contempo, per quanto di mia competenza, sto lavorando a un’iniziativa privata di comunicazione molto importante a brevissima scadenza, che spero potrà raccogliere il consenso e il contributo non solo di chi me l’ha richiesta, ma anche di altri soggetti imprenditoriali in grado di anteporre il “brand Ischia” a quello della propria azienda.

Il dato certo, però, è costituito dalla necessità da parte degli Ischitani, dopo la scossa, di darsi a loro volta una scossa, ora o mai più! Questa è l’occasione giusta per dimostrare a sé stessi, prima che agli altri, di avere quel briciolo d’amor proprio e, perché no, di rispetto incondizionato verso la propria terra. E’ il momento di mettere da parte quel vecchio ritornello tipicamente locale, della serie: “E io cosa ci guadagno?”. Siamo arrivati ad un punto in cui non esiste chi può di più e chi di meno, chi ha più o meno camere, chi ha il fatturato più alto e chi il più basso: tutti insieme, incondizionatamente, dobbiamo investire per Ischia secondo le possibilità di ciascuno. E la nostra ricompensa non arriverà certo al sabato come quella di un diligente operaio, ma sarà il tempo a ripagarci, insieme a una terra che ci ha reso ricchi dalla nascita, con un patrimonio che non possiamo permetterci di dilapidare ulteriormente. Tutti. Nessuno escluso.

 

 

1 COMMENT

  1. Caro Davide, hai centrato l’argomento con parole giuste che, per altro mi aspettavo, vaglielo a spiegare al tuo direttore. Non restare a mezza strada tra l’assolutismo del direttore e l’interesse a mostrare la faccia integra di Ischia che i sindaci, albergatori e vari hanno tentato di mettere in evidenza, non era legato agli interessi personali, ma alla salvaguardia degli interessi dei lavoratori che non riusciranno a portare a casa lo stipendio di almeno altri due mesi. Spiegalo ai lettori a cui ho risposto in altri post e che mi hanno invitato ad andare a …….. Aspettavo il tuo pensiero (da esperto di comunicazione) post terremoto, con parole diverse la pensiamo allo stesso modo. Ai lettori di cui sopra….. prendete e portate a casa! Grazie.

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