Dopo sei anni di commissariamento curiale, da un mese a questa parte il Pio Monte dei Marinai ( noi lo continueremo a chiamare cosi) ha una sua nuova governance. Di fatti con le elezioni svolte il mese scorso è stato eletto un nuovo governo, tutto isolano che risulta cos’ composto: Superiore Aurelio Scotto di Perta, Assistenti Salvatore Febbraro e Pasquale Scotto di Perrotolo.
Già nelle scorse processioni li abbiamo visti sfilare assieme alle altre 4 classiche confraternite dell’isola di Graziella e già sono in cantiere una serie di iniziative. Con la nomina del segretario Raimondo Lubrano Lavadera e del Fiscale, Gaetano Esposito, avvenute lo scorso 28 maggio il Pio Sodalizio è di fatto entrato nel pieno del suo esercizio. Un cammino quello del Pio Monte dei Marinai costellato di commissariamenti, ricorsi e finanche consigli comunali ad hoc.
Riannodiamo i fili della gloriosa storia per capire meglio di cosa si parla:
Nel 1617, su iniziativa degli armatori di bastimenti della marina mercantile di Procida, venne istituito il “PIO MONTE DEI MARINAI”, ovvero un’associazione di mutuo soccorso composta dai proprietari di imbarcazioni e marinai di fede cattolica che si impegnavano a corrispondere “una quadra di parte dei guadagni” al fine di sostenere i marinai poveri e le loro famiglie e di riscattare quelli caduti prigionieri dei pirati; Tale Ente venne ufficialmente riconosciuto dal Viceré del tempo con l’approvazione dello statuto costitutivo in data 12 aprile 1617 con tutti gli specifici assetti di funzionalità, durata e modalità di elezione e rinnovo del suo governo prevedendo, tra l’altro, l’acquisizione di immobili per i marittimi poveri, nonché la costruzione di una Chiesa in onore della Madonna della Pietà, San Giovanni Battista e San Leonardo, e fissando, infine, i criteri di esecuzione delle “opere di carità e le altre cose somiglianti”; Successivamente alla proclamazione del Regno d’Italia, il Pio Monte venne regolato al pari delle altre istituzioni pie laicali, dalla legge del 3 agosto 1862 (“legge Rattazzi”) sull’amministrazione delle opere pie;
Al fine di scongiurare la sua soppressione, il Consiglio Comunale di Procida in data 19 settembre 1871 compilò e approvò un nuovo statuto organico del Pio Monte, successivamente su proposta del Ministro degli Interni (Lanza), con Regio Decreto firmato da Vittorio Emanuele II Re d’Italia, composto da 45 articoli che definiva, all’art.1, il Pio Monte dei Marinai di Procida un’”Opera pia laicale di patronato esclusivo del ceto dei padroni, capitani e marinai delle diverse barche, feluche e tartane esistenti in quell’epoca”; precisando altresì che l’Ente aveva lo scopo, di dar vita ad opere di carità e beneficenza a favore di coloro che appartenevano al ceto marinaro e loro figli e congiunti ,e che oltre di eseguire pratiche di pietà e religione; Nonostante la sua natura e la consistenza del suo patrimonio, il Pio Monte non venne inserito negli enti previsti dalla legge del 17 luglio 1890 (legge Crispi) di riforma delle opere pie e istituzione delle I.P.A.B. (Istituzioni Pubbliche Assistenza e Beneficenza); Successivamente alla stipula dei Patti del Laterano dell’11 febbraio 1929, con Regio Decreto del 18 maggio 1939 n.1199 venne dichiarato il suo prevalente scopo di culto e religione e quindi riconosciuto come “Confraternita Pio Monte dei Marinai”;
A seguito dell’accordo di revisione del concordato Stato-Chiesa del 1929, stipulato in data 18 febbraio 1984, la Repubblica Italiana emanò la legge del 20 maggio 1985 n.222 sugli Enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, con la quale la Confraternita Pio Monte dei Marinai chiese, in quanto Ente Ecclesiastico già riconosciuto, l’iscrizione nel registro delle persone giuridiche presso il Tribunale di Napoli (n.264 del registro delle persone giuridiche) ai sensi dell’art.6 della su richiamata legge 222/1985, registro attualmente gestito dalla Prefettura di Napoli; Nel novembre 2018, a seguito della sottoscrizione di circa 1500 firme da parte dei marittimi procidani o loro congiunti e discendenti, nonché dal Sindaco in carica e da cinque Sindaci emeriti, e di diverse assemblee pubbliche, fu inviato All’Arcivescovo di Napoli la richiesta di una modifica condivisa dello Statuto del Pio Monte dei Marinai per adeguarlo ai tempi attuali e favorire la gestione ordinaria del Pio Sodalizio;
Venne costituito un Comitato di Consulenza formato dal Sindaco e/o suo delegato nonché dagli ex sindaci presenti sul territorio e dai presidenti delle Associazioni marittime di Procida o loro delegati e da un rappresentante la civica Assemblea; Dopo essere addivenuta ad una riforma condivisa dello Statuto del Pio Monte dei Marinai, aver ripreso le iscrizioni e portato a termine il noviziato, arriviamo ai nostri giorni.