Sono ormai trascorsi due mesi dalla frana di Casamicciola, ma il dolore per le 12 vittime e i problemi più assillanti per chi ha perso tutto o quasi rimangono immutati. In questa sfortunata comunità però c’è anche tanta forza e determinazione, il coraggio di affrontare le emergenze che sembrano accanirsi su questa porzione di territorio e rialzare la testa per ricominciare. Tutti insieme. Quello di Federica è dunque un racconto diverso, la storia di una mamma che si preoccupa per il trauma subito dai figli ma che proprio da loro trae maggior forza per guardare con serenità al domani. E’ così che vogliamo segnare i giorni che scorrono dopo la tragedia del 26 novembre, con l’esempio di chi non si lascia abbattere dallo scoramento, ma si rimbocca le maniche, senza dimenticarsi degli altri. Eventi così devastanti scuotono gli animi e infondono la forza di battersi per la comunità. Spirito di solidarietà e determinazione per smuovere anche le istituzioni più sonnolente.
LE DONNE DI CASAMICCIOLA
Federica è una delle donne di Casamicciola che stanno scrivendo questa storia di solidarietà, ripresa, coraggio e orgoglio che è una dimostrazione per molti. Una sorta di eredità non scritta e un manuale di resilienza che fa bene al cuore, fa bene allo spirito e fa bene anche all’economia.
Una storia di solidarietà, di apertura, di condivisione, di bellezza, di amicizia.
Tre donne che hanno deciso di scrivere una pagina nuova per Casamicciola. Una pagina che ci rende orgogliosi di essere loro concittadini. Di essere uomini e donne insieme con Tina, Giovanna e Federica.
Federica ci racconta le sue sensazioni e il suo dolore e, come mamma, però, non riesce a non guardare avanti. Lontano. Già, questo guardare lontano che il presente ci impedisce e che il passato ci rende doloroso e pieno di sfiducia. Ma c’è chi ci riesce.
“Quello che abbiamo vissuto – ci ha detto mentre Benny la tiene vicino e la abbraccia – è stata una sensazione, veramente, di grande sconforto. Una sensazione nuova che, in verità, non mi è mai appartenuta. Sono sempre stata una combattente e in ogni occasione cerco sempre di trovare la forza. Questa volta, però, i primi dieci giorni sono stati davvero pesanti. Io, personalmente, ho aiutato Benny per solo due giorni, poi non sono riuscita più a rimanere lì e a vedere quella devastazione di tutta Piazza Bagni. Quella piazza per noi è casa, siamo lì per molto tempo, passiamo le ore anche con i colleghi dei negozi vicini. Dopo una settimana, poi, ho avuto un’altra reazione: ho detto: no, il paese è nostro, i posti sono i nostri e dobbiamo lottare per portarli ad alti livelli e in grande sicurezza”.
Federica ha le idee chiare. “La cosa che io più chiedo è la sicurezza del paese e la sicurezza per le persone che ci abitano, perché un paese senza persone non esiste. Questa per me è la cosa più importante, pensare alle persone e alla loro sicurezza. Poi. tutto il resto, noi lo facciamo. Io non sono casamicciolese di nascita, ma mi sento casamicciolese perché ho la loro stessa forza. Sono loro, i casamicciolesi, che mi hanno insegnato ad essere così forte e a non mollare. Si, noi abbiamo la forza, ma abbiamo bisogno di essere aiutati”.
E, sempre con chiarezza, Federica si fa carico di un vero e proprio appello: “Abbiamo bisogno di aiuti per le nostre attività. Aiuti economici dalle Istituzioni che non ci devono abbandonare come sempre. Questa volta non lo devono fare perché il popolo è stanco. Io ho percepito proprio la stanchezza della sopportazione di subire. Noi non subiamo più. Abbiamo bisogno di aiuto. Ringrazio tantissimo il popolo di Ischia. In pochi giorni che siamo qui, abbiamo visto tante persone che sono venute a trovarci e questo è un grande gesto di solidarietà che sicuramente ti dà anche quella marcia in più per ripartire nel modo giusto”.
GLI OCCHI DEI BAMBINI
– Tu sei mamma e, sicuramente, ti sei trovata a dover spiegare ai tuoi figli cosa è successo il 26 novembre. Come lo hai fatto? Come hai definito quello che è successo?
“La parte più difficile è stata proprio questa: spiegarglielo. Loro sono già reduci dal terremoto. Il mio figlio più grande, ad esempio, è un bambino che ha iniziato le elementari con il terremoto, con i doppi turni, i tripli turni, in una scuola che non era sua e compagni che sono cambiati continuamente, in situazioni di instabilità continua. Ma sono loro che hanno spiegato a me. Ed è questa la cosa più bella. La cosa più grande che fanno i bambini in questi momenti è di vedere sempre il buono e il meglio anche nelle cose brutte. Quando abbiamo mostrato ai nostri figli le foto del negozio, la prima cosa che ci hanno detto è stata, vabbé, guarda le mensole, sopra è tutto nuovo, ancora è buono. Non abbiamo perso tutto.”
Il negozio di Federica e Beniamino a Piazza Bagni, come tutti gli altri, è stato completamente invaso dal fango del 26 novembre. Eppure, il racconto di Mamma Federica ci colpisce, mentre le si bagnano gli occhi, per la serenità con cui ci parla.
“Loro hanno sicuramente subito il colpo. La mia paura più grande è relativa a quello che potranno essere, poi, le emozioni negative di ora nel loro futuro. Per questo chiedo alle Istituzioni di pensare che questi ragazzi ora sono piccoli, ma sono il futuro di Casamicciola e hanno bisogno di essere tutelati anche in questo. E, ancora di più in questi momenti, dobbiamo garantirgli il diritto all’istruzione. Un diritto che hanno tutti gli altri ragazzi in Italia. Noi dobbiamo aiutarli a crescere culturalmente. E’ un loro diritto e nessuno glielo può levare”.
Lucidamente, poi, Federica ricorda quanto male abbia fatto l’ex maggioranza di Casamicciola negli ultimi cinque anni. Una maggioranza politica sorda a questo appello e che, davanti ai diritti dei più piccoli, ha preferito girarsi dall’altro lato e ha preferito spendere risorse pubbliche per un inutile servizio scuola bus e per garantire lucrosi fitti in locali non idonei invece di chiedere i moduli scolastici: “E’ più difficile per i bambini. La scuola, dopo la casa, è il primo posto dove loro trascorrono più tempo, dove condividono con gli insegnanti e con i loro compagni. Anche questi momenti e questi luoghi sono importanti per garantire loro una normalità, ma sempre con lo spirito della sicurezza, e ci tengo a ribadirlo. Purtroppo, Casamicciola non ha le scuole e questo è un altro punto fondamentale. In un paese dove non ci sono case sicure e dove non ci sono scuole sicure non può esistere niente, né un commercio, né nient’altro. Il primo obiettivo deve essere la sicurezza delle scuole, quella delle case e quella del territorio.”
Case sicure, scuole sicure, persone al sicuro: un messaggio semplice, diretto. Un’esigenza profonda che aspetta da troppo tempo di essere soddisfatta. Perché oggi, come dice Mamma Federica, i cittadini di Casamicciola si trovano a combattere con più nemici. Ma il peggiore è “la stanchezza della sopportazione di subire”. E le donne di Casamicciola, Giovanna, Federica e Tina ci stanno mostrando come si fa. Un tutorial vivente di reazione, coraggio, solidarietà e libertà!