giovedì, Gennaio 9, 2025

E’ in aumento il numero delle indagini sulla Pubblica Amministrazione

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Massima attenzione e concentrazione per combattere anche il fenomeno della droga

Paolo Mosè | E non si finisce qua! Le attività investigative sono tuttora in “movimento”. Sia sul fronte Barano, che nelle altre località dell’isola d’Ischia. Molte delle quali toccano la Pubblica Amministrazione e suoi massimi o medi rappresentanti che hanno avuto un ruolo in particolare in alcune situazioni legate alla gestione dei servizi e dei rapporti intercorsi con gli imprenditori. Voci più che attendibili dichiarano che più di una richiesta sia al vaglio di più di un giudice per le indagini preliminari, mentre si sussurra che una di queste non abbia trovato il consenso del giudice che ha rimesso gli atti al gip non ravvisando alcun presupposto per procedere nei confronti di alcuni indagati con misure diverse stando alle responsabilità, ai ruoli e alle contestazioni mosse dal pubblico ministero. Ma non solo sulla Pubblica Amministrazione si è lavorato negli ultimi tempi, gli inquirenti hanno riversato il massimo sforzo nell’intercettare la rete che governa e vende le sostanze stupefacenti sull’isola d’Ischia. Molti sono stati schedati, pedinati e intercettati. Consentendo di raccogliere prove ritenute più che sufficienti per dimostrare i gravi indizi di colpevolezza, necessari per ottenere una misura cautelare e a quanto pare questa richiesta sarebbe stata già avviata ed è in attesa di decisione del giudice competente.
Ma quel che più interessa e quello che fa più clamore sono senza dubbio i riscontri sui politici, sugli amministratori e i loro presunti legami, leciti o no, con chi opera nel mondo imprenditoriale. Mentre per quanto riguarda l’altro filone che era stato messo su dalla stessa Procura di Napoli per quello che avveniva nella cosiddetta metanizzazione, c’è stata una brusca frenata. Dopo la dichiarazione di incompetenza della stessa Procura per il trasferimento degli atti a Modena per le posizioni di Giosi Ferrandino e Silvano Arcamone. Nell’udienza di martedì, infatti, era presente anche il capitano dei carabinieri del Noe che ha svolto le indagini e le ha proseguite nella primavera scorsa, rimanendo fino a giugno stabilmente tra Ischia e Procida per approfondire altri filoni che venivano ritenuti di somma importanza per quegli stessi magistrati che avevano chiesto il trasferimento del processo. Che fine faranno tutti quegli interrogatori che sono stati compiuti e che sono costati ore e ore di lavoro, con conseguenti accertamenti incrociati e di acquisizioni atti? Mica verranno buttati via? Qualcosa dovrà uscirne, immancabilmente, anche per giustificare del perché di questo ulteriore sforzo dopo che tutte le posizioni legate alla metanizzazione di Ischia si erano definite. Gli altri comuni non sono da ritenersi immuni da indagini e da possibili richieste che giacciono in attesa di ricevere una risposta sia in senso positivo che in negativo. Perché non tutti sanno che i gip respingono le richieste cautelari e quando ciò accade l’opinione pubblica ne sa ben poco. Conosce solo quando vengono accolte e le sirene delle forze dell’ordine impazziscono percorrendo le strade per condurre gli arrestati in caserma. Come abbiamo già detto del rigetto di un’ordinanza nei confronti di alcuni amministratori.
Come non è un segreto mastodontico riferire che l’indagine di Barano non si è affatto conclusa. Stando a quelle voci più che informate sui fatti. Altri filoni vengono seguiti, questa volta con molta più discrezione rispetto al passato. Tant’è vero che tutti sapevano di questa indagine, che erano in procinto di essere eseguite delle misure. Tant’è vero che lo stesso Stanziola lo dichiarava già qualche anno fa tranquillamente, in strada e telefonicamente. Negli ultimi giorni c’era chi ne aveva finanche messo i “manifesti” preannunciando l’arresto dello stesso Stanziola.
Un autunno non certamente facile, sia sotto l’aspetto atmosferico che giudiziario. Attendere per capire.

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