Gaetano Di Meglio | Mentre i sindaci sono in silenzio. Mentre il mondo sociale dell’isola fa finta di niente. Mentre sono noi combattiamo contro il sistema ASL che crea disservizi e tagli, la voce di Vincenzo Mazzella, cittadino isolano costretto alla dialisi, risuona ancora più forte.
Domenica scorsa, con chiarezza e puntualità vi abbiamo raccontato della decisione assunta dall’ASL Napoli 2Nord circa il “declassamento della UOC di nefrologia del P.O. di Ischia a Unità Operativa semplice dipartimentale (UOSD), rilevando in merito inesistenza di attività territoriali rappresentate da un direttore di struttura complessa di nefrologia, e motivando tale proposta su una possibilità di gestione più facile e celere riconnettibile alle unità dipartimentali senza la necessità di far ricorso all’ indizione di appositi concorsi pubblici in ossequio alle normative vigenti”.
Un taglio, grave, che purtroppo non ha registrato, fino ad oggi, nessuna reazione degna di questo nome.
Le parole di Vincenzo, risuonano come un atto di accusa.
«Buongiorno mi chiamo Vincenzo Mazzella – ci scrive -, sono un paziente emodializzato residente a Ischia. Per tre volte a settimana sono costretto a recarmi al reparto di Emodialisi di Ischia per effettuare la dialisi. Voglio denunciare che sia io, sia gli altri pazienti, oltre a vivere il disagio della dialisi negli ultimi tempi visto il depotenziamento del reparto abbiamo paura dì non riuscire a fare dialisi sulla nostra Isola e il conseguente trasferimento in altro posto per effettuare le cure salvavita. In aggiunta questo propagarsi del Covid 19 ci preoccupa ulteriormente vista la nostra fragilità come pazienti.
Nel centro dove dializzo manca personale nonostante la direttrice ne stia richiedendo da mesi e negli ultimi giorni è stato spostato un infermiere esperto in pronto soccorso per l’apertura del reparto Covid. Noi pazienti abbiamo paura per la nostra vita… »
Poi Vincenzo si pone delle domande serissime: «Non siamo malati dl serie b…. Possiamo morire noi? E’ più importante il covid della nostra vita?”
Domande che giriamo ad Antonio D’Amore. Così come giriamo all’ASL anche questa altra denuncia. E’ sempre Vincenzo Mazzella che scrive: «Gli infermieri che ci assistono sono i soli a saper usare i macchinari che ci fanno fare la dialisi! Inoltre viviamo nella privazione continua perché non avendo un servizio di emergenza che ci possa assistere nelle ore notturne e nei festivi dobbiamo controllarci anche nel bere un bicchiere di acqua in più, per paura di essere trasferiti in emergenza in qualche ospedale della terraferma… e in questo periodo di Covid affrontare un viaggio per fare dialisi comporterebbe maggiori rischi per la nostra vita. Aiutateci non possiamo più vivere con queste paure»! Vincenzo Mazzella»