Ogni tanto sui social network compare anche qualcosa d’interessante che riesce a superare le barriere del qualunquismo e dell’autoreferenzialità che vi imperano abitualmente. Non sapevo, infatti, dell’esistenza di questi due fiumi della Georgia, tali Aragvi bianco e Aragvi nero, che pur incontrandosi fianco a fianco, riescono a lungo a non mescolarsi in alcun modo. Sembra che il motivo fisico per cui essi non affluiscano immediatamente l’uno nell’altro si debba alla diversità di tutti gli elementi che li compongono, in modo da creare una sorta di sottilissima parete che glielo impedisce.
E’ proprio vero che la natura non smette mai di meravigliarci! Ma Vi assicuro che osservare un po’ più a lungo la foto di questi due corsi d’acqua, così vicini ma altrettanto nettamente distinti l’uno dall’altro, lascia spazio a una serie di riflessioni senza soluzione di continuità. Provate, infatti, per qualche attimo a considerare quanti fattori della nostra esistenza restano imperterriti così vicini ma così lontani al tempo stesso. Poi affidate a “Ebony and Ivory” di Paul McCartney e Stevie Wonder il sottofondo musicale di questo momento di riflessione, lasciandolo cominciare proprio dal passaggio fondamentale delle sue pur sintetiche lyrics: “Noi tutti sappiamo che le persone sono le stesse ovunque vai. C’è del buono e del cattivo in ognuno. E noi impariamo a vivere, noi impariamo a darci l’uno all’altro ciò che necessitiamo per sopravvivere. Vivi. Insieme.”Siete ancora lì? Bene. E allora provate dapprima a riflettere su quante siano le circostanze della vita in cui riusciamo effettivamente a mettere in pratica questo concetto, evitando di isolarci anche grazie alla capacità di sottacere i difetti altrui e, in qualche modo, esaltarne i pregi. Personalmente, quell’insolito letto di fiume bicolore mi ha posto innanzi alla valutazione della quotidianità contemporanea, in cui tutto va avanti stancamente nel solco di un cammino sempre più egoistico e meno relazionato al prossimo, inteso nel senso più ampio del termine. Si tratta di un percorso tutt’altro che perfettamente armonico rispetto a quello auspicato dai due artisti, che per la colonna sonora in questione hanno tratto spunto non solo dal colore diverso della loro pelle, ma anche dalla sua analogia con quello dei tasti dei loro magici pianoforti. E questo, se ben ci pensate, cari amici Lettori, si riverbera ormai nella maggior parte del nostro agire, che continua a non tenere in alcun conto la necessità di interagire e confrontarsi con chiunque, mettendo a confronto esperienze e competenze senza inutili pregiudizi e giochi delle parti.
Mi auguro che un giorno, ad Ischia in particolare, la vicinanza diventi finalmente una preziosa risorsa e non certo un semplice generatore di invidia e disprezzo.
Daily 4ward di Davide Conte del 29 ottobre 2024