Gaetano Di Meglio | Un Real Forio cannibale sul mercato. Il club biancoverde è stato tra i protagonisti dell’Eccellenza, con un’estate rovente a suon di acquisti e di ufficialità. Il suo leader Luigi Amato non si nasconde e mette nel mirino il prossimo campionato. Il numero uno, dopo aver allestito una rosa importante con il valido contributo della dirigenza e del direttore sportivo Vito Manna, non si tira indietro.
Finalmente giù il velo alla squadra che si prepara al campionato di Eccellenza 2023/24. Un Forio sempre più Real, protagonista di una campagna acquisti importanti.
“Sì, è stata una campagna acquisti importante, possiamo definirla da reginetta del mercato perché abbiamo dato il via. Stiamo puntando a fare una squadra di notevole impatto quest’anno, abbiamo alzato l’asticella per cercare di dare a Forio una squadra che possa farli sentire orgogliosi. Sarà un anno importante per il club, abbiamo ingaggiato giocatori di spicco che verranno a vestire i colori biancoverdi. Ci auguriamo e speriamo di poter vivere una stagione diversa da quelle precedenti. Le annate passate non sono state meno emozionanti, però ci auguriamo di vivere delle emozioni diverse in questa nuova stagione. L’obiettivo è cercare di dare un po’ fastidio a queste corazzate che si stanno creando nel girone perché, a sentire i nomi che circolano e le operazioni di mercato, si può considerare il campionato di Eccellenza come una D2. Ci stiamo preparando al meglio, abbiamo inserito innesti funzionali al progetto, che conoscono bene la categoria e che hanno giocato sempre in squadre di vertice. Ci sono tutti i buoni propositi per poter fare bene quest’anno”.
La domanda può sembrare cattiva, ma non lo è, in quanto prova ad avere una prospettiva diversa. Alcune volte sembra facile portare avanti un buon mercato estivo e poi magari diventa difficile mantenerlo durante l’inverno, anche perché il verdetto arriva sempre dal campo. Non è una domanda con accezione negativa, bensì di solidità.
“Assolutamente, fondamentalmente è così, non a caso si dice che a dicembre inizia un campionato nuovo in Eccellenza perché le squadre, in base alla posizione di classifica, decidono se investire o smantellare. Questa è una cosa che a noi non piace. Abbiamo fatto un mercato lungimirante, che ci proietta ad aprile 2024 in maniera costante. Probabilmente a dicembre interverremo, così come negli ultimi giorni di mercato, inserendo qualche giocatore in più in base alle esigenze del mister nella prima parte della preparazione. La domanda è assolutamente logica perché purtroppo, negli scorsi anni, queste cose sono state all’ordine del giorno. La mia presenza a Forio ha dato questo senso di continuità, possiamo garantire di voler fare un calcio serio e diverso, che possa dare soddisfazioni e idee di progetto a lungo termine, non fine a sé stesso per pochi mesi. I tifosi possono stare sereni perché sarà un Forio che potrà migliorare e non peggiorare, anzi il nostro obiettivo è arrivare a dicembre in una posizione di classifica interessante e provare poi a fare qualcosa d’importante per il nostro paese”.
Veniamo invece a quella che potrà essere la formazione che abbiamo disegnato, una parte è frutto anche della promozione dell’Ischia in Serie D. Siete comunque riusciti a chiudere delle trattative importanti che possono dare solidità al progetto isolano.
“Questo è un punto importantissimo perché si è sempre detto che fare calcio sull’isola è complicato. C’è un problema di logistica, d’ambientamento per i calciatori, a livello proprio strutturale del calcio isolano. Stiamo cercando di mitigare, andando a creare delle condizioni importanti per i ragazzi, facendoli sentire a loro agio. Abbiamo cercato di curare nel dettaglio tutte le situazioni con grandissimo sacrificio perché tra agosto e settembre è quasi improbabile trovare soluzioni logistiche sull’isola, inoltre i costi di gestione sono enormi. È normale che avere dei giocatori isolani ti dia senso d’appartenenza e di continuità. Il progetto Forio vede negli under soltanto calciatori del territorio, frutto della cantera e questa è una grandissima soddisfazione, bisogna dare merito anche ad Antonio Milanese che, col suo progetto, ha fatto in modo di aggregare alla squadra tutti under isolani, tranne il portiere Pietro Iandoli che abbiamo confermato dopo la scorsa stagione. Questo significa che vogliamo dare continuità al progetto made in Ischia, sarebbe bellissimo avere una squadra con tutti calciatori isolani, purtroppo da una parte ci sono i ragazzi che si stanno allontanando un po’ dal calcio e dobbiamo essere bravi a farli innamorare di nuovo, dall’altra le esigenze che sono cambiate nel corso degli anni e quindi ci troviamo a dover prendere giocatori dalla terraferma che possono portare esperienza. Bisogna dire che il calciatore che ha giocato soltanto sull’isola ti dà senso d’appartenenza, ma si può perdere nel fattore esperienza e talvolta è necessario ingaggiare i cosiddetti “marpioni” dalla terraferma che possono dare una mano soprattutto nelle trasferte. Stiamo però cercando di creare il giusto mix per formare una squadra che possa darci una continuità ischitana importante”.
Quale trattativa è stata la più difficile?
“La trattativa per Cabrera è stata bella tosta perché aveva molte richieste in Serie D e anche in Serie C. Aveva quasi chiuso con una società di Eccellenza, anzi davano per scontato questa operazione. Poi in verità ci siamo sentiti con il procuratore, l’ex Napoli Erminio Rullo, ci siamo fatti una chiacchierata. I rapporti con l’agente sono ottimi visto che ha portato Arrulo a Forio: ha speso ottime parole sulla nostra società e Cabrera si è convinto del progetto. Era già intenzionato ad accettare la nostra destinazione, ma l’ostacolo erano le numerose pretendenti e le condizioni economiche più alte. Ci siamo trovati a combattere su due fronti, alla fine ha accettato ed è contento della scelta. Penso che verrà addirittura con la famiglia qui ad Ischia, abbiamo creato le condizioni migliori per poter contare su un giocatore di grandissimo livello”.
Ci sono stati altri acquisti dalla terra sudamericana.
“C’è tanto di argentino in questo nuovo Real Forio perché abbiamo preso diversi calciatori che vengono dal Napoli United o dal Pompei, sono da tanti anni in Italia, ma hanno ancora il sangue sudamericano che può dare grandissima esperienza e passione sul terreno di gioco. Questa cosa ci ha molto entusiasmato. Si tratta poi di un gruppo di calciatori sudamericani di nazionalità, però bisogna dire che ormai sono di passaporto italiano e vivono da tanti anni qui. Alcuni parlano solo napoletano (ride, ndr). Sono uno spettacolo. Dal primo momento hanno condiviso e gioito di questo progetto, hanno subito preso a cuore la causa. Questa cosa ci ha fatto molto piacere, è stata una situazione particolare quest’anno: alcuni calciatori si sono proposti a noi e questo ci riempie di gioia perché vuol dire che abbiamo lavorato bene e fatto qualcosa d’importante negli ultimi anni”.
C’è stata un’avversaria più ostica da combattere sulle trattative di mercato?
“Abbiamo avuto delle situazioni particolari con la logistica, che ci ha causato qualche problema. Devo essere onesto: con l’amministrazione di Stani Verde, che è un tifoso e ha giocato nel Forio, abbiamo avuto sin dal primo contatto un grandissimo appoggio e questo ci ha fatto sentire più sereni. La vecchia amministrazione ha dato grande contributo e aiuto, però forse c’era poco interesse per il calcio. L’attuale invece ha preso subito a cuore la causa Forio e si sono subito prodigati per cercare di portare migliorie alle strutture. Ho saputo che Gianni Mattera in settimana è stato anche al campo per fare un sopralluogo per capire dove intervenire subito. Il nostro cruccio iniziale è diventato un punto di forza perché abbiamo trovato un alleato importante, ovvero il Comune di Forio. Il calcio è un elemento aggregante e che ha funzione anche sociale. Se vogliamo che i nostri ragazzi non prendano brutte strade, bisogna investire nel settore sportivo e dare opportunità soprattutto nei piccoli centri. Questa è l’intenzione: investire nelle strutture sportive, dare un punto di riferimento ai ragazzi e cercare di dargli un’opportunità soprattutto nei mesi invernali. L’isola nei mesi estivi è spettacolare, ma da novembre a febbraio è un po’ triste. Dare una struttura sportiva ai ragazzi è importante, dev’essere aggregante anche per le famiglie. Penso che l’amministrazione abbia capito questa cosa, è partita a razzo sulla logistica: sarà un fattore che ci aiuterà a fare un campionato importante. Abbiamo costruito una squadra di spessore quest’anno, non ci nascondiamo, ma è anche l’esordio di questa nuova amministrazione: può essere il connubio vincente dal punto di vista politico e sportivo”.
Che campionato di Eccellenza si aspetta, considerando gli innesti degli ex Ischia da parte delle squadre della terraferma?
“Li ritroveremo contro, avremmo preferito averli con noi (ride, ndr). Sarà un campionato complicato, il Pompei ha preso tutti i calciatori del San Marzano praticamente ed è una corazzata, sulla carta ha vinto già, ma le partite vanno giocate. Bisogna capire anche il rendimento dei calciatori che, alcune volte, possono avere dei cali. Il calcio non è una scienza esatta, davanti avremo però delle squadre importanti: il Pompei, l’Ercolanese, l’Albanova che ritengo una società modello. Ci scontreremo con realtà importanti, ma sarà ancora più interessante perché potremmo metterci in gioco e capire realmente le nostre potenzialità. Non partiamo con la concezione di vincere il campionato, però vediamo che succede. Ci proviamo, vogliamo fare un campionato importante con una squadra di livello costruita con giocatori che hanno sempre partecipato per vincere. Dobbiamo prima trovare la quadra e vedere poi dove possiamo arrivare”.
Quando il Presidente Amato è sbarcato a Forio, non è arrivato proprio convinto. Poi c’è stata la svolta, com’è scattata la scintilla?
“Utilizzo una canzone che va di moda in questo periodo: Malatìa di Ciccio Merolla. Il calcio è una malattia, quando ti prende davvero non riesci più ad essere lucido. Devo essere onesto: questo progetto mi fu presentato da Flavio Leo, una persona a cui voglio bene e che stimo, a livello sportivo e umano, e dall’avvocato Di Maio, vera storia del Forio, una delle squadre più longeve dell’Eccellenza perché non ha avuto mutazioni. All’inizio ero un po’ scettico, non per il progetto ma per gli impegni e per la distanza. Stando a Napoli, giocando a calcio ed essendo presidente di una squadra dell’Intersociale, gli impegni erano tanti. Un po’ alla volta, sia l’avvocato Di Maio che Flavio Leo, sono stati bravi a convincermi. Quando ho iniziato a vedere il campo, la situazione, la malattia è venuta fuori. Poi adoro Forio e Ischia, amo quest’isola. Fare qualcosa per il posto in cui sto, dove passo le vacanze e in cui i miei figli sono cresciuti, mi faceva molto piacere. Adesso non riesco a farne a meno”.