Perdere al 92’ è la beffa per eccellenza nel calcio. È peggio dell’ultimo canestro da tre punti sul filo della sirena nel basket. È la sconfitta che fa più male. Se poi ci metti che da una parte c’era una delle formazioni titolate a fare bene e dall’altra, invece, una formazione che si sta conquistando rispetto e punteggio, la cosa diventa ancora più antipatica da digerire. Ma questo è il calcio.
Mister Angelo Iervolino, con la mente già rivola all’incontro di mercoledì e con un’espulsione sulle spalle, ha parole chiare e nette di commento.
“Che dire, è stata una partita in cui, sicuramente, il Forio non meritava di perdere. Abbiamo avuto delle palle gol clamorose e nitidissime per poter andare in vantaggio più volte, sia nel primo sia nel secondo tempo. Abbiamo disputato un primo tempo combattuto ad armi pari. Se vogliamo, proprio essere onesti, dovremmo tratteggiare in evidenza i primi 15 minuti di gioco in cui abbiamo fatto meglio e abbiamo costruito un paio di occasioni clamorose. E penso a quelle con D’Alessandro, con Di Meglio, una con Filosa e un’altra con Di Costanzo. In tre minuti abbiamo avuto quattro occasioni clamorose considerando sempre che dall’altro lato cera la difesa di una delle “7 sorelle” come dico sempre”.
Però, forse, c’è un po’ di rammarico per l’aver prodotto tanto e per l’aver realizzato poco?
“Purtroppo, è vero, quando non fai gol in occasioni così nitide e clamorose che hai creato, è normale che poi può accadere quello che non vuoi. Quello che è certo, però, è che non possiamo imputare una cattiva prestazione alla squadra, perché come ha confermato anche Mister Sanchez, questa era una partita che non meritavamo di perdere. Purtroppo, quando al novantatreesimo Marin si inventa un’evoluzione del genere c’è poco da fare. Resta il rammarico del se prima riuscivi ad andare in vantaggio con le varie occasioni del secondo tempo…”
Se riuscivi ad andare in vantaggio?
“La partita si sarebbe messa in maniera assolutamente diversa. “
Possiamo parlare di una svista alla base della beffa?
“Magari si, possiamo recriminare sulla punizione che probabilmente, anzi credo con una grossa percentuale, non c’era. Ed è così evidente che si tratti di un fischio ingiusto che anche i nostri avversari sono rimasti sbalorditi, dicendo in campo “ma che ha fischiato questo”. E, allora, tutto questo ti fa ancora più rabbia. Così come ti fa rabbia anche ricevere tutti questi apprezzamenti e complimenti ma torni a casa con zero punti”
Provando ad andare oltre il risultato, credo che il Forio possa dirsi contento
“Si, hai ragione, come dici tu, anche questo vuol dire che siamo strada giusta e che ci stiamo mettendo del buono per colmare quel gap di cui parliamo sempre rispetto alle grandi. Ci manca quello step in più, quello che ci spingere a vincere le partite anche contro con le grandi. Abbiamo fatto bene contro il Montecalcio, siamo usciti a testa alta dallo scontro la Mariglianese, restando in vantaggio fino al 90°, ecco, anche per questo con il Nola non era giusto perdere. E lo dico con la massima onestà! Dobbiamo ripartire da queste considerazioni, è importante che i ragazzi abbiano contezza della nostra realtà e, come tutti, siano conviti di quello che siamo e che questo obiettivo raggiunto ci impone di dover lavorare di più e con maggiore attenzione ad ogni dettaglio. Siamo una squadra che può viaggiare tranquilla dal punto di vista dei numeri, rispetto anche magari a qualche posizione delle favorite di inizio campionato. Dobbiamo affrontare ogni partita e ogni allenamento a 300 orari. Sapendo che nel momento in cui in una partita vai a 299, quell’un per cento ti fa soccombere alle altre. E’ questa la cosa che deve tutti quanti perché i sacrifici e le basi conquistate sono importanti.
Guardando alcune reazioni e leggendo alcune dichiarazioni mi sembra di capire che sia cambiata proprio la “reputazione” del Real Forio o è solo una mia percezione?
“Si, credo che oggi quando gli altri pensano al Forio, iniziano a ragionare sulla base di quello che si vede. Quando ci affrontano, devo dire, ci affrontano in una maniera sicuramente più attenta e meno spavalda rispetto agli anni scorsi. E questo lo dimostra anche quello che ieri, dopo la partita, hanno fatto. Vedere il Nola che esulta in quel mondo, negli spogliatoi e fanno una festa come se avessero vinto la “Champions”, questo ti lascia ancora di più l’amaro. Non voglio fare troppi paragoni ma negli anni scorsi se il Nola avesse vinto con il Forio, sarebbe stata una cosa normalissima. Adesso, invece, pare che sia diventata una cosa superlativa”.
Forse questa beffa pensa un po’ sui numeri del Forio?
“I numeri sono importanti anche se, come dicevi, sono numeri che non parlano male del Forio. Al di là del risultato e della classifica, ribadisco che è importante che si capiscano quelli che sono stati i passi avanti che abbiamo fatto tutti. E avere uno status diverso agli occhi degli avversari è, sicuramente, il primo degli ingredienti che ci può aiutare a fare meglio.”
Mercoledì però si torna in campo…
“Gli appuntamenti sono serrati, è vero, ma non possiamo fare altro che andare alla nostra velocità, lavorare sempre di più, avere sia l’intelligenza sia l’umiltà di trovare il giusto equilibrio in ogni momento della gara. E questo deve fare parte della consapevolezza di chi subentra dalla panchina. Chi non parte dal primo minuto, deve avere la responsabilità e deve sapere che è chiamato a dare qualcosa in più perché subentra in quel preciso momento per quella specifica esigenza tecnica o tattica che serve alla gara. E deve comprendere anche il mentale e morale dei compagni in questa.
Questa, forse, è la cosa più importante per chi subentra. Non posso dire null’altro ai miei ragazzi perché stanno lavorando come gli ho chiesto e loro sanno che deve essere una costanza. A noi dello staff, alla dirigenza, e anche a voi giornali e a tutto il paese, credo si possa chiedere di essere uniti e di spingere questi ragazzi a continuare su questa strada. Magari a guardare a valutare di più la prestazione che il semplice risultato, sapendo che spesso non è veritiero. C’è una frase famosa di Zeman che fa al caso nostro. “Il risultato è casuale, la prestazione no”. Ecco, di questa cosa ce ne dobbiamo rendere conto tutti!”