Gaetano Di Meglio | Vi regalo una storia fantastica dalla quale potrete immaginare che i protagonisti siano il sindaco di Ischia, un funzionario del comune di Ischia, alcuni consiglieri di maggioranza, il sindaco del comune di Lacco Ameno e il sindaco del comune di Forio. Voi li potrete anche immaginare e collegare alla scelta di Lia Baldino di restare al comune di Ischia e non firmare più per il posto al comune di Lacco Ameno, ma sarà una vostra libera scelta. Questa è una storia di fantasia vissuta al tempo di Games of Thrones.
LA STORIA
Nel paese di Monbello, un giorno si verificò un terremoto. Dopo quasi due anni, si fece un concorso per assumere tecnici per aiutare il Barone di Monbello nella ricostruzione del suo piccolo regno.
Il Barano, allora, bandì il suo concorso e in diversi parteciparono. Tra questi c’era anche Giulia (come la Sarti). Una giovane professionista che già da molti anni si sacrificava in un altro regno vicino, quello di Scarzone.
Scarzone era un posto che in passato aveva visto lussi e stralussi, ma da un po’ di tempo era caduto sotto la maledizione della una strega maligna Sostadolce. Giulia lavorava zitta zitta in una stanzetta sulla sinistra appena salite le scale. Zitta zitta, e a testa bassa, aveva stretto una bella amicizia con Isabella e con Scemone. E tutto filava bene fino al concorso.
Allora, quando Monbello mandò l’uomo sul cavallo a dire “si assumono i tecnici”, Giulia andò dal sindaco di Scarzone e chiese cosa fare.
Il sindaco di Scarzone le disse, partecipa, tanto qua non c’è niente da fare. Giulia partecipò e vinse.
Passano i giorni e il Barone di Monbello doveva stringere e chiese a Giulia di scegliere. Giulia finalmente si decide e sceglie Monbello.
Lo sanno tutti, pure quello che scrive tutte le cose senza essere pagato, a differenza di quell’altro che, invece, si fa pagare per non scrivere le cose.
A Monbello, il Barone organizza la scrivania e la sedia, chiama il bar per il cornetto e organizza la festa. Ma a Scarzone, però, le cose non vanno bene.
Era un dì di sabato, quando le amicizie di Giulia iniziano a mandare tanti corvi pieni di messaggi.
Isabella aveva scritto: “Se vai a Monbello, non siamo più amiche”
Scemone, aveva mandato un corvo con un messaggio nero: “Non ti mettere contro il potere della maledizione di Sostadolce”.
“Mutandadiferro”, uno dei “bravi” del sindaco di Scarzone aveva detto a quello che si fa pagare per non scrivere le cose: “Giulia se ne è andata e non ritorna più”. Un sabato nero nero.
Ma a Scarzone, succede il primo revenge posto di lavoro della storia.
Il sindaco di Scarzone, il vice e gli altri del gruppo chiamano Giulia. “Non devi andare”, “noi ti abbiamo creato”, “se vai sei finita”, “se lasci non ti facciamo più lavorare” ma Giulia tiene duro. E pensa alle parole del Barone di Monbello: “vieni che facciamo anche la festa, perché io sono nobile”
Passa sabato e viene domenica. Alle 11.00 il sindaco di Scarzone chiama Giulia e fissa un incontro. All’incontro ci sta Giulia, il sindaco di Scarzone e tutti i suoi amichetti: il bugiardo della Montagna, “Mutandadiferro”, Gigibelloguaglion e tanti alti.
E tutti insieme, continuano contro Giulia: . “Non devi andare”, “noi ti abbiamo creato”, “se vai sei finita”, “se lasci non ti facciamo più lavorare”.
Alle 4 quattro del pomeriggio, dopo la partita dei ciucci contro i lupi, dal Palazzo di Scarzone, Giulia, in diretta e davanti a tutti, manda una “voce” al Barone di Monbello: “Non posso venire a Monbello. Resto a Scarzone”
Il Barone di Monbello si incazza come un nobile mentre pasteggia con il Papa di PaeseVerde. Il Papa, su tutte le furie, manda un corvo a Giulia “Con PaeseVerde hai chiuso. Niente più incarichi”.
E così Giulia resta al paese di Scarzone e non firma più per Monbello. La paura del tutti contro uno e del “tiriamo fuori quello che hai fatto” perché “noi ti abbiamo creato” ha avuto la meglio e il sopravvento. Questa è la morale di un antico “revenge” posto di lavoro.
Ogni riferimento alle scelte di Lia Baldino sono puramente casuali.
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