Continua la protesta “chic” dell’Istituto Professionale di Stato “V. Telese” ad Ischia. Ancora una volta il Consiglio di Istituto preferisce la linea morbida, la linea della diplomazia invece dello sciopero, dell’occupazione e della protesta, per rivendicare le aule mancanti e sospendere il calvario dei doppi turni e delle rotazioni.
Con una nota inviata ai sindaci dell’Isola, dal Telese fanno presente i disagi che gli studenti vivono ogni giorno, da oltre vent’anni: “L’Istituto Professionale di Stato Vincenzo Telese ha bisogno di aule: basta doppi turni. L’Istituto Professionale di Stato Vincenzo Telese, nei suoi diversi indirizzi costituisce una solida presenza nel panorama dell’offerta formativa pubblica sulle isole di Ischia e Procida. L’Istituto ha al proprio interno sviluppato iniziative che si muovono a 360 gradi: dal Centro studi per il Turismo, con una proficua collaborazione con l’Università degli Studi Federico II al Centro Sportivo studentesco che si caratterizza per la partecipazione a molteplici iniziative. L’Istituto cerca di tenere insieme i diversi aspetti dell’iniziativa didattica e pedagogica; dalla valorizzazione delle eccellenze, allo sviluppo dei talenti, al recupero dei giovani cittadini in difficoltà o a rischio dispersione”.
Il grave disagio tra gli studenti
“Sicuramente – continua la nota – ci sono tante cose che devono, dovranno migliorare: non sempre la qualità dell’intervento educativo e didattico è all’altezza delle sfide che il mondo dell’economia globalizzata ci pone davanti. Eppure tutto questo avviene in condizioni di organizzazione degli orari e degli spazi che ci obbliga a doppi turni e rotazione. L’adozione della rotazione e dei doppi turni crea un grave disagio tra gli studenti, i genitori e il personale scolastico che si trovano ad affrontare difficoltà organizzative e logistiche significative. Molti alunni sono costretti a frequentare le lezioni in orari inusuali che si prolungano anche di sera, con conseguenze negative non solo sul rendimento scolastico ma anche sulla qualità del tempo dedicato allo studio e al riposo. La mancanza di stabilità negli orari crea grande incertezza nelle famiglie, che devono riorganizzare il proprio lavoro e la gestione quotidiana, spesso senza alcun supporto concreto ed in presenza di problemi di trasporto pubblico”.
Non si possono ignorare le difficoltà degli studenti
La nota prosegue: “In aggiunta, non si possono ignorare le difficoltà che affrontano gli studenti pendolari, che vedono dilatarsi i tempi di permanenza fuori casa, e l’impatto psicologico di una routine instabile, che può generare stress e ridurre la capacità di apprendimento con conseguenze significative anche sul versante della dispersione scolastica. In questi giorni è apparsa la notizia dell’inizio di importanti lavori da parte della Città Metropolitana per risolvere i problemi di edilizia scolastica di due istituti superiori dell’isola d’Ischia. Non possiamo che esserne felici: chi ama la scuola pubblica ama tutta la scuola. Ma dobbiamo, con dispiacere, rilevare che da nessuna parte si intende avviare e programmare una soluzione per i ventennali problemi dell’I.P S. Vincenzo Telese. Senza voler fare polemica ci si interroga come è possibile che un istituto che da vent’anni fa i doppi turni non sia una priorità in cima ai programmi di edilizia scolastica della Città Metropolitana. I doppi turni all’Istituto Telese non sono momentanei, legati ad uno specifico intervento, ma sono strutturali e connotano, negativamente, la vita da oltre vent’anni dell’Istituto. Ci attendiamo che la Città Metropolitana batta un colpo e ci coinvolga pienamente nel piano edilizio scolastico per l’isola d’Ischia”.
Polifunzionale possibile?
“Non vogliamo indicare soluzioni – si conclude la nota -: dobbiamo ragionare sulle effettive disponibilità (pensiamo al Polifunzionale a via Morgioni ad Ischia o alla possibilità di recuperare delle aule all’ex Liceo in via Mazzella o alla struttura che attualmente ospita alcune classi del Liceo a Lacco Ameno o qualsiasi altra soluzione sia possibile). Si discuta, si ragioni, si programmi, quello che non è più possibile fare è continuare ad eludere il problema”.