Dolore, tragedia, morte. Questa è la separazione che mai riusciremo, umanamente, a colmare. Quella della tragedia del 26 novembre, quella delle tragedie della strada, quella delle morti di chi vogliamo bene. E questo 2023 che si chiude oggi ce ne ha portata tanta. Una separazione che fa male, che rende tristi, che oscura il cielo e la speranza dei singoli e, in un certo senso, della collettività.
Una separazione non buona. Una separazione che deve spingerci a ricordare, a migliorare, a scrivere nuove regole e dettare nuovi ritmi. Una separazione che merita rispetto e dignità. Che merita impegno e sacrificio. Che impone serietà nelle scelte, sapienza nella loro impostazione e rigore nella loro applicazione.
Una separazione che va messa in primo piano e che, come tale, trattiamo.
L’altra separazione, quella diversa, quella politica soprattutto, viene dopo e in questo 2023, ci ha portato molto bene. Soprattutto sul finire di questo anno. Oggi, mentre le piazze dell’isola dimostrano che la separazione fa bene, è giusto tirare una linea e fare un po’ di bilancio.
Spesso, anche su queste colonne attraverso i molti amici che commentano e arricchiscono il dibattito, abbiamo espresso posizioni di condanna. Lo stesso sui social. Il sentire comune o il commentare comune ci porta ad invocare una sorta di unità programmatica, di un’unità amministrativa e di un mancato coordinamento. In parte è vero ed è sotto gli occhi tutti, tuttavia, credo che se allarghiamo il concetto di “separazione” fino ad arrivare ai confini di un’altra meravigliosa parola, concorrenza, allora il dibattito inizia ad essere diverso.
La separazione delle azioni amministrative, in questo anno, ci ha portato ad uno sviluppo che nessuno si aspettava. Finalmente, c’è concorrenza tra i comuni. Forio inizia, Ischia insegue, Casamicciola si accoda, Lacco Ameno ci prova, Barano controlla e Serrara Fontana spinge. Un mix di azioni che devono, per forza, farci riflettere sui risultati che abbiamo conquistato.
Un albergatore di Ischia, di quelli con molti posti letto e con il polso della situazione, nelle settimane scorse mi ha detto, letteralmente, “menomale che gli albergatori di Forio non ci hanno creduto e sono rimasti chiusi. Stiamo prenotando”. Questo è il senso della concorrenza che fa bene! Questo è il senso utile di avere sei comuni. Ne vorrei uno solo? Beh, forse oggi dovremmo rispondere ad una domanda diversa. E quando ne avremo uno solo, cosa faremo? Come ci regoleremo? Quali scelte applicheremo?
Ed eccoci alla sostanza della cosa: siamo ancora troppo immaturi per compiere certe scelte, non abbiamo la saggezza per poterle organizzare e non abbiamo neanche la serietà per poterle applicare.
La verità è che siamo ostaggio di Vincenzo De Luca e paghiamo lo scotto di avere una Regione lontana nella sostanza. Lontana dalla dimensione dell’efficacia che il nostro territorio merita e lontana dalle problematiche che dobbiamo affrontare.
Il coraggio di Forio di soffiare nella vela di un’economia già avviata ha attivato la reazione degli altri comuni. Questo è il senso bello della concorrenza. E’ l’ingrediente bello che attiva le iniziative, che le rende vive e che ne impegna i protagonisti.
Piazza Marina piena al concerto di Enzo Avitabile, Il corso di Ischia che rivive – per una sera – con Stelle in Strada, Piazza Antica Reggia che si trasforma in arena per le Vibrazioni sono il controcanto ai concerti di Arisa e di Clementino a Forio.
Questa sera avremo tre piazze piene di gente che balla e che festeggia. Tre veglioni di piazza che ci raccontano di un’isola viva (meteo permettendo, ovvio) e che, ancora una volta, ci dicono che l’isola divisa è più bella! E’ più ricca! E’ più preformante.
La separazione ha spinto Enzo Ferrandino ad affrontare la sfida Ejarque e a mettere su la DMO. Uno strumento che mancava e che spero il sindaco di Ischia non condivida con gli altri sindaci. Anzi, spero che gli altri sindaci possano ispirarsi ad Ischia e possano percorrere la stessa strada nella creazione di strutture simili.
Pensare ad un’isola che vive una dimensione imprenditoriale è la cosa migliore che questo anno ci ha dato. C’è un livello locale che merita di restare separato. C’è un livello locale che ha bisogno di concorrenza. Quella sana concorrenza che fa bene al mercato. Che fa bene alle imprese. Che fa bene in tutto il mondo.
La pubblica amministrazione ha bisogno di concorrenza. Forio con Salvatore Serpico, finalmente, mette mano a due pensiline sulle fermate degli autobus. Passano pochi mesi e Lacco Ameno, con Dante De Luise replica l’iniziativa, ovviamente, in negativo. Ma il concetto che deve passare è l’iniziativa. Il modo in cui si realizzano è sempre migliorabile. A breve, Ischia avrà anche il suo circuito di pensiline.
Passaggi epocali? Momenti giusti? No, figli della più banale concorrenza. Proprio come gli eventi di questo Natale. Proprio come gli eventi che dovranno arrivare. Proprio come le iniziative che, spero, si amplieranno.
Lacco Ameno riapre il museo di Pithecusa. Serrara Fontana inaugura il museo dell’Epomeo. E’ sempre concorrenza. E’ sempre separazione. E’ sempre diversità. Ma a chi fa paura? A quelli che non amano osare. A quelli che restano fuori dalla mischia e non si mettono in gioco.
Ripeto, credo Ischia meriti il suo comune unico, ma siamo troppo acerbi per accettare questa sfida. E’ troppo presto. E, alle condizioni date, dobbiamo sperare che si apra sempre di più il giro di concorrenza, leale, tra le nostre amministrazioni.
Un Natale così vivo non si viveva da anni. Un Natale che prova ad alzare l’asticella del suo appeal fa bene a tutti. Stare ancora qui a dirci che ci vorrebbe un cartellone condiviso e una programmazione condivisa è solo uno dei sintomi di un retaggio antico che non siamo ancora riusciti ad ammazzare definitivamente.
Il racconto “unico” è superato ed è obsoleto. Viviamo in un mondo che viaggia ad un’altra dimensione, che cerca, a tutti i costi, una dimensione “proporzionale” in tutti i suoi aspetti. Un mondo che premia il più bravo e quello più a misura di chi sceglie.
E’ la legge del mercato e funziona così dappertutto. La molteplicità delle cose che si confrontano generano attenzione, cura del dettaglio, impegno nella realizzazione. Merito della concorrenza. Merito di qualcuno che ti spinge a fare di meglio.
La realtà nella quale viviamo, purtroppo, è ancora lontana dai grandi interessi. Avere zero dibattito sulle cose che ci vedono uniti è il vero problema che abbiamo come comunità. E lo vediamo, ogni giorno, quando le cose in cui siamo uniti vanno male. Trasporti marittimi e sanità su tutto. Diversi ma uniti.
Rispetto al primo, i trasporti marittimi, siete tutti d’accordo che manca la concorrenza e che siamo ostaggio dei privati. Io penso, invece, che questo settore non deve essere lasciato al mercato e alla concorrenza ma che deve essere assimilato, sempre di più, al secondo: la sanità. In entrambi i casi, infatti, paghiamo lo scotto di avere una cattiva gestione regionale. E così, se da un lato sono convinto che dovremmo avere più voce in capitolo sui tavoli che contano, dall’altro lato, mi chiedo come vada il resto della nostra nazione. E quando provo a fare i paragoni mi dico che siamo in buona compagnia. Mal comune mezzo gaudio? Potrà anche essere così, ma non possiamo pensare di vivere in un mondo diverso da quello in cui siamo. Pensare che siamo il centro del mondo è l’errore che continuiamo a fare. Un po’ di realtà non ci farebbe male.
Ed è proprio la consapevolezza della realtà che ci deve fare permettere di avere uno sguardo allargato e pronto alla diversità. Appunto: il concerto di Enzo Avitabile a Casamicciola e Stelle in Strada a Ischia in contemporanea: spazio per tutti. Per chi voleva ascoltare musica del territorio e ritmo del sud e per chi, invece, voleva trascorrere una serata tra il gusto di provare cibo diverso.
Il discorso è complesso, vero, ma è necessario.
Così come è necessario aggiungere un altro tassello. Pensare e vivere l’isola come un “unico” sistema è la sfida che dovremmo accogliere vivendo i nostri sei comuni. Vivere un’isola che offre diversità è l’avvio di quella maturità che ci serve per arrivare all’unione e che non abbiamo.
Siamo così tanto vittime dei nostri modi di vivere che vediamo confini dove, in realtà, non ci sono. Siamo così costretti da quella che è la nostra mentalità tarata sull’orticello che ci auto limitiamo in ogni valutazione. Il concerto a Forio è per i foriani, il concerto ad Ischia è per gli ischitani. Davvero? E se facciamo cadere questi aggettivi e iniziamo ad usare, magari, come magra consolazione, quello di isolani? Forse faremo un altro passo in avanti verso quella famosa maturità che ci manca.
Quella maturità che ci manca e che ci dovrebbe spingere verso il prossimo step. Quale? Quello della concorrenza. Nel mondo, così per fare un esempio facile, Amazon fa concorrenza Meta nel sistema della pubblicità on line mentre Google lotta contro Bing nel mercato dei motori di ricerca. Entrambi provano a fare meglio. Possiamo iniziare a pensare che le nostre economie inizino a fare meglio? Possiamo maturare in un contesto di sana concorrenza come abbiamo visto in questi giorni? Possiamo smetterla, noi cittadini, di guardare al nostro orticello e pensarci chiusi nei confini amministrativi dei nostri piccoli comuni?
Credo che questo “grado di separazione” ci faccia più che bene. La sfida è coglierne il lato positivo, iniziare a metterlo al centro delle nostre mappe mentali e iniziare a chiederci come possiamo utilizzarla a nostro vantaggio.
E questa riflessione, sicuramente rimasta ad un livello superficiale (ho evitato di scendere in altri dettagli per scelta), può portarci a fare un’altra valutazione: quella della vera dimensione della nostra realtà.
Non è mai stato così evidente che abbiamo sei comuni. Una evidenza che ci ha permesso di valutarci e che ci permette anche di poterci dire che ci sono cose che vanno bene e altre vanno male. E’ stato naturale fare una classifica. E’ stato naturale vedere i progressi e i regressi. E’ stato naturale vedere le realtà con le quali fare i conti. Ora possiamo continuare ad invocare una mano superiore che ci unisce da immaturi o, invece, sfruttare il risultato di questa separazione e comportarci come insegna il mercato.
Nel 1962, due colossi dell’autonoleggio iniziarono una storica battaglia comunicativa tra Hertz ed Avis. La vinse l’AVIS “We try harder”. E poi aggiunse “Sappiamo di essere i secondi, per questo ci impegniamo di più per arrivare primi”.
Che questo spirito ci possa accompagnare nel 2024, sapendo che il 2023 ci ha regalato tanta separazione.
Quella del dolore, della tragedia, della tristezza. Ma anche quella della ripresa, del confronto, del dibattito e delle scelte che ci impongono di impegnarci. Non per arrivare primi, ma per restare “on fire”, per restare nella mischia. Ischia, buon 2024!
Condivido molto di quello che c’è scritto in questo articolo. Finalmente Ischia isola sembra aver preso la strada giusta e dove è fondamentale la programmazione e non l’improvvisazione…abbiamo un’isola meravigliosa e unica, bisogna solo difenderla nelle sue bellezze e splenderà come merita