mercoledì, Settembre 25, 2024

Edoardo Bennato: quando la musica è anche ironia, arte e poesia

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Arturo De LucaSolo poche parole di commento per un evento straordinari dello scorso 20 settembre all’Arena Flegrea, quando Edoardo Bennato ha raccolto un applauso meritato e spettacolare. Quasi sessant’anni di consensi e di successi, non solo in Campania, ma anche in Italia e all’estero per una musica che, come arte e poesia, racchiude il mito inesauribile di una generazione gloriosa che ha ispirato Edoardo e i suoi fratelli.

Nel concerto di musica dinamica e pulsante, anche il ricordo di Giorgio, il fratello più piccolo, che partecipava ai successi di Edoardo e al fragore delle sue ispirazioni. Ispirazioni in cui si bilanciavano in una miscela fragrante la denuncia giovanile dei falsi miti e degli stereotipi di una società spesso crudele e violenta, con un’ansia di riscatto sociale e individuale alla luce di nuovi ideali, non solo nostrani e partenopei. Una grande ironia, la sua, che tendeva anche ad esorcizzare e a stemperare i conflitti di questi anni agitati in cui la politica insensata e crudele rideva di tanti malesseri e discriminazioni del nostro Paese.

Un tripudio altissimo di brani che sono assai più di “banali canzonette” e nei quali la satira sociale si mescolava alle false accuse rivolte anche a personaggi significativi come Enzo Tortora (“La calunnia è un venticello”, canzone dedicata a lui, mentre i drammi di Giancarlo Siani e di Mia Martini riapparivano in altri brani che per oltre due ore Edoardo è riuscito a rappresentare in una melodia continua, miscelando sapientemente gli stili più variegati di un’epoca al tramonto con quelli dei nuovi tempi: dal rock’n’roll a reminiscenze del blues e di un crescendo rossiniano fino alle ritmiche mai dimenticate dei Beatles e di altre fonti popolari, come il blues neonapoletano che ci richiama ancora alle passioni di Pino Daniele e di Joe Sarnataro.

Saremmo stati felici di partecipare a questo grande concerto che già è diventato storia e leggenda e che ora continua i successi incontrati già nel lontano 1976 con l’album “La Torre di Babele”: un concerto che ha fatto incontrare il “one man show” con il suo gruppo intenso e dinamico: Gennaro Porcelli e Giuseppe Scarpato, tanto appassionati e seducenti alle chitarre, Roberto Perrone alle percussioni, Raffaele Lopez alle tastiere con il fratello Arduino al basso.

La figura di artista di Edoardo Bennato continua a brillare come astro nascente nella nuova generazione del rap e degli shock recenti da COVID. Ricordiamo le più vicine testimonianze sull’arte di Edoardo, da Fabio Ferzetti, Fabrizio Gifuni, fino a Toni Servillo e alle nuove generazioni, non solo italiane, del rock e del blues, che già lo festeggiano come artista dei nuovi tempi che con lui non hanno mai rinnegato le passioni più belle e genuine di un secolo al tramonto. Dai ancora, Edoardo, continua a farci sognare, tra tanta festa, ironia e brani profetici!

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