Gaetano Di Meglio | Rileggere le parole del Presidente Sergio Mattarella, serve per comprendere l’amara verità in galleggiamo. “Sono trascorsi cinque anni dalla tragedia provocata dal terremoto che il 21 agosto del 2017 ha colpito l’isola di Ischia, in particolare i Comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno. Nella ricorrenza del catastrofico evento desidero anzitutto ricordare le vittime e con esse il dolore dei familiari, ai quali esprimo i miei sentimenti di vicinanza. Allo stesso tempo desidero esprimere gratitudine, per l’intervento immediato che hanno assicurato, alla Protezione civile, ai Vigili del fuoco, alle Forze dell’ordine e alla Croce Rossa, nonché per l’intervento di coloro che si sono prestati a dispiegare il loro impegno solidale nei confronti di chi in quel momento si trovava in condizioni di vulnerabilità.
È necessario oggi sviluppare un rapido percorso di ricostruzione, capace di rimuovere gli effetti nefasti del sisma, avvalendosi del comune impegno delle popolazioni colpite, dell’unione degli sforzi tra i cittadini e della collaborazione tra istituzioni e società civile”.
Il Presidente Mattarella, che ringraziamo per aver acceso il faro più largo in questa Italia che dimentica, ha reso attuale il 21 agosto che, invece, l’isola ha ridotto ad una data normale. E che qualcuno, vorrebbe ricordare solo con una Messa. Dopo cinque anni, non per colpa del Presidente, però, devo dire che le parole di Mattarella feriscono ancora di più.
Dopo cinque anni, dobbiamo dirci che “quel sistema” (la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco) voleva abbattere mezza Casamicciola nell’immediato dopo sisma e che, se non avesse trovato Giovan Battista Castagna presente, avrebbe lasciato nel “nulla italico” il diritto di tanti terremotati che tra qualche anno, forse, potranno pensare di decidere la loro sorte.
Una macchina super costosa che ha aiutato nelle prime ore (vero!) ma che poi ha fatto il suo corso e, senza farci troppo problemi, ha lasciato un pessimo ricordo. Siamo onesti e proviamo ad essere reali, ma noi che abbiamo il terremoto addosso, anche se abbiamo il compito di raccontarlo, dopo cinque anni, vogliamo e meritiamo di più da tutti e non abbiamo né voglia né intenzione di vederci ridotti a “frasi di circostanza”.
Nel disinteresse di tutti, continuiamo ad essere gli unici a sapere che volto aveva Marilena Romanini. Anche il vescovo Pascarella se ne è dimenticato durante l’omelia! Quali sogni coltivava e quale eredità ha lasciato. Siamo gli unici a conoscere il dolore della figlia e ad averne i contatti. Il “terremoto” di Ischia l’ha trattata come una morta di serie B. Di Lina Balestrieri abbiamo vivido il ricordo e, a Pasquale, abbiamo affidato le nostre cose più care.
Le parole del Presidente della Repubblica, però, ci riportano al nocciolo della questione: “rimuovere gli effetti nefasti del sisma”. Caro Presidente, gli effetti nefasti del sisma siamo noi ischitani. È inutile girarci dall’altro lato e fare finta che lo Stato, il Governo, il Parlamento, la Regione abbiano colpe. La colpa più grande è nostra. E se anche la colpa fosse di altri, beh, chiediamoci cosa abbiamo fatto per rivendicare diritti e doveri. Nulla!
Parlando di effetti nefasti del sisma, in cinque anni, di riffa o di raffa, gli enti superiori ci hanno dato tutto quello che abbiamo chiesto. Ovvero? Assunzioni per mogli, fidanzate, amanti e scarsoni vari che hanno votato consiglieri comunali degni del più lontano esilio! Gente che occupava le stanze del comune come sentinelle per veicolare e dirottare i cittadini nelle fauci di tecnici, caste e altre consorterie di affari privati.
Per la ricostruzione abbiamo impiegato cinque anni affinché i TECNICI PRIVATI potessero avere più SOLDI IN ANTICIPO. Prima il 30, ora il 50% garantito e le responsabilità delle certificazioni sui vecchi di Casamicciola e Lacco Ameno.
In cinque anni con 17 ordinanze per “ricostruire”, parlando di “effetti nefasti del sisma”, siamo ancora fermi alla pratiche del consigliere comunale con le annotazioni al catasto nel 2015 (o più o meno) e il progetto ante 1967 che non si riesce ad approvare perché pieno di altre stranezze e altre irregolarità che non piacciono alla Soprintendenza. E se non si approva questa, dal comune di Casamicciola non se ne passano altre perché loro sono più bravi e solo loro contano.
In cinque anni gli effetti nefasti del sisma significano spendere mezzo milione di euro all’anno per gli scuola bus (con una girandola di aziende che hanno fatto riferimento – sempre e solo – ad un unico vettore amico) e non, invece, il nolo con fondi dedicati di moduli scolastici come Ischia, realizzati in 6 settimane! E i ragazzi vanno a scuola in aule ridicole, insicure e con mille scale!
Alla ricerca di altri effetti nefasti ci possiamo aggiungere quelli del famoso “articolo 25”. Un articolo della legge Genova scritto più per salvare gli abusivi sparsi per il territorio con la speranza di allargarlo ad altri comuni, che risolvere il problema dei terremotati e di quelli che avevano il problema con le macerie.
Un altro effetto nefasto, caro presidente? Tutti i soldi che si sono letteralmente mangiati con le somme urgenze pagate da tutti noi e che hanno permesso di rifare strade amiche e di facilitare l’appalto per tizio e per caio. E due commissari con la missione di “apparare” gli errori e le omissioni.
E se al racconto di questi cinque anni post terremoto non bastano questi effetti nefasti, possiamo anche aggiungere alla lista anche la lunga lista di dirigenti, tecnici e pseudo tali che affollano stanze regionali, agenzie esterne e baronie universitarie. Questo è uno dei peggiori effetti nefasti che ha bloccato e appesantito il nostro post sisma.
Tra i più grandi effetti nefasti che hanno bloccato la nostra ricostruzione e che il presidente Mattarella richiama con parole chiare e per cui è “necessario sviluppare un rapido percorso di ricostruzione, capace di rimuovere gli effetti nefasti del sisma” è la melma che sporca il pavimento degli uffici tecnici dei comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno e che, camminando, schizza su chiunque si trovi nei paraggi. Un effetto nefasto al 100% e che tiene “ostaggio” cittadini, commissari ed enti.
Il vero effetto nefasto del terremoto di Ischia, caro Presidente, siamo prima di tutto noi ischitani. Un popolo dedito alla corruzione, alla richiesta e al perseguimento dell’interesse privato sopra ogni cosa. Un popolo, in particolare anche quello terremotato, che ha dimenticato gli scemi edilizi ha creato (uno su tutti: l’albergo della pasionaria costruito sull’alveo con numerose RESA per la demolizione!) negli anni e oggi pretendere (anche grazie alla complicità di consiglieri comunali poco avvezzi alla regola), con la scusa del terremoto, sia di sanare gli abusi sia di essere risarcito. E se possono buttarci dentro un’altra tettoia o un altro quartino abusivo, ben venga. C’è sempre una baracca o un “casello dei porci” che deve essere trasformato in appartamento.
Se qualcuno è alla ricerca di altri effetti nefasti, beh, come non pensare alla casta della Regione che imperversa sulla Sentinella tra alberghi, clienti di commercialisti e clienti di geometri dalla scarsa capacità? O alla indagata per aver truffato lo stato con il Contributo di Autonoma Sistemazione e che oggi scorrazza il vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola e affolla uffici della ricostruzione? Non è un effetto nefasto impersonificato? Assolutamente sì! Caro presidente Mattarella, grazie per averci donato queste due semplici parole “effetti nefasti”, ora possiamo affrontare il post terremoto con maggiore e più consapevolezza.
Ma c’è l’ultimo effetto nefasto che mi piace evidenziare.
Giovedì 25 agosto 2022, dopo oltre 5 anni dal terremoto, il commissario Giovanni Legnini firmerà l’ordinanza con la quale “riconosciamo alle imprese e altri operatori economici danneggiati dal sisma tutti gli indennizzi e i risarcimenti sin qui non ottenuti, comprese le scorte e i beni strumentali”.
Forse qualcuno non ha ben compreso di cosa si tratta. Siamo talmente un effetto nefasto che abbiamo dovuto attendere il terzo commissario per riconoscere alle imprese CHIUSE dal terremoto la sera del 21 agosto 2017, il contributo per le scorte. Si, avete capito bene, le scorte che avevano in frigo nel 2017: la pasta, i sughi, gli scatolami. Non possiamo prendercela con Legnini, ma possiamo dirci che questa è la prova che siamo un paese che è il suo effetto nefasto più difficile da superare!
E in questa ordinanza, ovviamente, la casta di Casamicciola ha pensato bene anche di forzare la mano e chiedere al Commissario di intervenire sul fitto o su altre spese che hanno sostenuto aziende OPERATIVE. Quelle che le manine della Regione Campania non hanno rinchiuso nella vecchia zona rossa. Un’ordinanza che, dopo 5 anni, ha mostrato come i casamicciolesi non avevano inserito tutti i danneggiati, ma avevano rappresentato le difficoltà e le necessità solo di alcuni. Casamicciolesi contro casamicciolesi. Terremotati contro terremotati. L’effetto nefasto siamo noi.