SEBASTIANO CULTRERA | Sabato 22 marzo, la sala consiliare “Vittorio Parascandola” si è trasformata in un luogo di incontro tra passato e presente, tra teatro, letteratura e la forza evocativa dell’isola di Procida. Al centro della serata, la rappresentazione della pièce teatrale ispirata al racconto di Silvia Grossi, “L’isola di Elsa”, un testo già candidato al Premio Strega 2025, che ha saputo incantare il pubblico con una narrazione ricca di suggestioni e profondità.
La scelta della sala consiliare non è casuale: Vittorio Parascandola, storico sindaco di Procida, è stato il promotore della prima edizione del Premio Letterario Procida-Elsa Morante, istituito pochi mesi dopo la morte della scrittrice nel 1985. Questo premio letterario, oggi di grande prestigio, ha consolidato il legame tra Elsa Morante e l’isola che l’ha ispirata per il capolavoro “L’isola di Arturo”, vincitore del Premio Strega nel 1957.
La serata è stata introdotta dagli interventi del Sindaco di Procida, Dino Ambrosino, dell’Onorevole Chiara Braga e del delegato alla cultura Michele Assante del Leccese, che hanno sottolineato l’importanza di mantenere vivo il legame culturale e letterario con Elsa Morante e con i simboli che rendono Procida un luogo unico nel panorama letterario italiano.
La pièce teatrale, arricchita da un allestimento coinvolgente, ha visto in scena Silvia Perosino (nel ruolo della “scrittrice che non sapeva scrivere”), Paola Sperati (nei panni di Elsa Morante e Graziella) e Serena Curtosi (la ragazzina bionda). La narrazione è stata accompagnata dalle musiche dal vivo di Roberto Piccoli alla chitarra e Silvio Tognola al sax, che hanno aggiunto una dimensione sonora capace di amplificare le emozioni del pubblico.
Il racconto di Silvia Grossi si muove tra realtà, immaginazione e letteratura, mettendo in gioco due simboli fondamentali della Procida letteraria: Graziella, l’eroina del romanzo di Alphonse de Lamartine, e Arturo, l’adolescente nato dalla penna di Elsa Morante. La trama si sviluppa attraverso il confronto tra la “scrittrice che non sa più scrivere” ed Elsa Morante, che appare nei suoi sogni. È un dialogo intenso, in cui emergono le inquietudini creative e personali di chi scrive, ma anche la forza curativa della letteratura.
Nel corso della narrazione, Graziella, simbolo dell’adolescenza e delle sue fragilità, si confronta con la lettura de “L’isola di Arturo”, trovando in essa risposte e conforto per affrontare le sue angosce. La lettura del romanzo diventa un momento catartico, capace di restituire alla ragazza uno scopo e una nuova consapevolezza del suo ruolo.
Tuttavia, il vero protagonista della serata è rimasto sullo sfondo per poi emergere con tutta la sua potenza: l’isola di Procida. È lei a guidare i destini dei personaggi e a intrecciare i fili delle loro storie. Più che semplice ambientazione, Procida diventa il cuore pulsante della narrazione, un’entità viva e potente che attrae, modella e ispira. Come “personaggi in cerca di autore”, i protagonisti trovano nell’isola il loro narratore, colui che li conduce verso la comprensione di sé e del mondo che li circonda.
L’allestimento teatrale ha saputo rendere ancora più tangibile il legame tra i personaggi e l’isola. Le suggestioni plastiche e drammatiche di Procida hanno avvolto gli spettatori, trasportandoli in una dimensione in cui la forza magnetica del luogo diventa protagonista. La frase finale della pièce, “Non sono gli scrittori a fare le storie, ma sono le storie a decidere quando uscire dalla penna”, è un omaggio alla potenza delle narrazioni e alla capacità della letteratura di vivere oltre il tempo e lo spazio.
La serata si è rivelata un omaggio intenso e partecipato a Elsa Morante, a Silvia Grossi e alla straordinaria vitalità culturale di Procida. Un evento che ha saputo intrecciare passato, presente e futuro, lasciando nel pubblico la consapevolezza che le storie, come l’isola di Procida, hanno il potere di tracciare la strada ai loro protagonisti.