giovedì, Dicembre 26, 2024

Emergenza Ucraina. Emergenza Mediatori

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L’ASL propone assistenza, ma profughi e operatori sanitari non si capiscono

Ida Trofa | Emergenza Ucraina. L’ASL Napoli 2 Nord fornisce assistenza sanitaria, ma dovrebbe garantire anche gli interpreti. Da giorni, grazie alle iniziative dell’azienda Sanitaria, gli Ucraini in arrivo sul territorio possono chiedere assistenza sanitaria con un modello online anche dal telefonino per fornire i propri dati. Peccato, però, che profughi ed assistenti sanitari non si capiscano. Secondo le indicazioni ufficiali, basta connettersi alla pagina www.aslnapoli2nord.it/emergenza-ucraina. Fatto ciò l’azienda provvederà a contattare via mail o telefono quanti compileranno il modulo, informandoli sulle modalità di accesso ai servizi. Eppure, da giorni si assiste ad innumerevoli disagi e, principalmente, a scene mortificanti sia per i cittadini ucraini in arrivo ad Ischia sia per gli operatori sanitari stessi, alle prese con le indubbie difficoltà di comprensione della lingua.

Ieri alla ex clinica San Giovan Giuseppe, non sono state certo edificanti le scene a cui si è assistito al cospetto di una donna ucraina e dei suoi due bambini, impegnati nell’ardua impresa di comunicare le proprie necessità ad un dipendete della struttura. Una vicenda che ha scosso e toccato nel profondo la battaglia impari di questi ultimi con una operatrice italiana. Un tentativo vano di reciproca comprensione che ha impegnato le parti in una ora buona di “trattative” a gesti. Questo con tutte le difficoltà della reciproca comprensione linguistica, sicuramente, ma anche dello stress accumulato dagli addetti ai lavori, oberati ed esausti, forse, dopo mesi di Emergenza Sanitaria da Covid 19.

La cittadina ucraina era ritornata per la seconda volta consecutiva in quel del presidio di Ischia per tentare di registrarsi con i suoi familiari, secondo le procedure dettate dalla stessa ASL. La donna aveva raggiunto la ex Clinica anche per riavere indietro la documentazione, in originale, consegnata nei giorni precedenti proprio allo scopo di essere inserita nei canali della sanità pubblica. Ci sono voluti lunghi dialoghi a gesti, qualche scambio a dir poco nervoso e l’intervento di alcuni pazienti ischitani per mediare i colloqui e tentare di trovare una sorta di soluzione al problema. Per dare serenità a quella madre e qui due bambini in fuga dalla guerra, sbarcati sulla nostra isola nel tentativo di ricostruirsi una vita. Alla fine, la cittadina ucraina dovrà ritornare nella speranza di trovare un operatore ASLNA2 Nord che comprenda le sue necessità e l’assistenza di cui ha bisogno.
A questo punto appare quanto mai opportuno, quasi ovvio e scontato che sia necessario dotare le strutture ASL di qualcun oche capisca la lingua e possa assistere gli operatori e gli utenti in queste procedure.
Questo sistema messo in piedi anche per raccoglie informazioni circa lo stato di salute del cittadino appena arrivato sul territorio, l’età, il sesso e il Comune presso cui è temporaneamente domiciliato, oltreché conoscere lo stato vaccinale rispetto al COVID19. In una nota diffusa appena cinque giorni fa l’ASL ha fatto sapere di aver preso in carico cittadini ucraini appena arrivati sul territorio dell’Azienda, in fuga dalla guerra. L’età media di questi primi rifugiati è di 32 anni (vi sono anche cinque bambini), e in gran parte si tratta di donne; una di esse è in stato di gravidanza.

E’ evidente che siamo dinanzi ad una vera e prova crisi legata al costante afflusso di nuovi profughi ucraini e che la presenza di interpreti diventi imprescindibile per affrontarla. Persone o associazioni che sappiano comunicare in russo o ucraino al fine di offrire supporto linguistico per fronteggiare questo dramma e che con l’arrivo dei profughi ci pone nuovi impegni e nuove necessità. La presenza di mediatori che conoscano la lingua di origine dei profughi con una sufficiente conoscenza della lingua italiana, è a nostro giudizio urgente. Non sappiamo, inoltre, l’entità del flusso che arriverà, quante persone si fermeranno, ma è pur sempre una realtà a cui bisogna prepararsi perché non accadano mai più scene, disdicevoli e mortificanti per tutti, come quella a cui abbiamo assistito ieri ad Ischia.

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