giovedì, Marzo 6, 2025

Emozione siciliana, “manico” ischitano.

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Davide Conte | Da un’isola all’altra per festeggiare quattordici anni di felicità. Fantasia disneyana nella scelta della location? No. Galeotta fu la nostalgia delle Eolie (mancavamo dalle “sette sorelle” da circa un ventennio quando, fidanzati, le girammo in motoscafo); complice indiscusso, il fascino del Therasia Resort & Spa di Vulcano e, soprattutto, quell’indiscusso “signorone” che risponde al nome di Luigi Polito.
Sapevo che si trattasse di una location d’eccellenza, ma devo dire che la pur ottima immagine che il sito lascia pregustare non le rende sufficientemente giustizia.
Il Therasia è un’oasi di minimalismo tenacemente mediterraneo, un trionfo di bianco frammisto ad un lieve giallo spatolato degli interni, dove il buon gusto la fa da padrone pur senza ostentare gli eccessi del tipico cinque stelle. Gradevoli incannucciate e pali di castagno, anch’essi tinti di bianco, sono utilizzati senza esitazione nelle strutture esterne; muretti bassi ed irregolari, dall’intonaco rigorosamente grezzo, sembrano delineare le forme in cui, in maniera naturalmente preziosa, viene custodito un panorama da favola. A sinistra, Alicudi e Filicudi in lontananza, al pari di Stromboli e Panarea verso dritta, si concedono preziose solo in determinate condizioni di luce. Al centro, un canale naturale separa Vulcano da Lipari, con Salina sullo sfondo e il Faraglione simbolo del resort, regalando emozioni da brivido che non passano certo dopo il primo sguardo.
Un’imponente piscina skyline domina gli spazi aperti, coronati da tappeti di grusoni e rigogliose piante di capperi dai caratteristici fiori bianchi. Quattro gabbiani, puntualmente battezzati uno per uno dai bartenders, vi giungono quasi ogni pomeriggio a dissetarsi indisturbati, per poi riprendere il loro volo a caccia di prede in un mare sempre generoso di fauna. Tre ristoranti ricercatissimi, di cui il gourmet “Il Cappero” ormai in odore di stella, insieme alla spa, si prestano alla grande per completare un’offerta d’eccellenza, che in un’isola che ha veramente poco da offrire è riuscita a destagionalizzare il turismo eoliano storicamente troppo breve, in un periodo d’apertura che oggi comincia ad aprile e termina ad ottobre.
Questa eccellenza turistica, tenetevi forte, di siciliano ha decisamente pochissimo. Ischia la fa da padrona e non solo attraverso una proprietà competente e lungimirante, ma soprattutto per una “squadra” in cui tutti i division managers sono rigorosamente ischitans: Salvio Di Scala in sala (chioccia di altri giovani di casa nostra, aspiranti professionisti del servizio), Crescenzo Scotti in cucina, Pierpaolo Tiretti al commerciale, Umberto Trani per l’f&b, sono i protagonisti indiscussi di un team che pur compiendo una scelta di vita alquanto scomoda e, comunque sia, lontano da casa, sta raccogliendo soddisfazioni da urlo, perseguendo una mission qualitativa che non ammette compromessi e che -cosa più importante di tutte- viene incoraggiata a tutto tondo dalla proprietà.
Ecco il motivo degli insoliti due giorni di ritardo nella pubblicazione del 4WARD! Fatta eccezione per gli USA, non amo tornare negli stessi posti di vacanza, per la gioia di scoprirne sempre di nuovi ed affascinanti; ma qui al Therasia, isola in un’isola che di certo non è la più bella del suo arcipelago, ci ritornerei, Ve lo assicuro! E’ stata un’esperienza splendida che ho condiviso volentieri con Voi in queste poche righe, seppur trascorsa col rammarico della solita, inguaribile riflessione: noi Ischitani, quando vogliamo, sappiamo mettercela tutta per dimostrare di essere capaci, talvolta i migliori, in tutto ciò che facciamo. Come al solito, a buon intenditor, poche parole!

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