“La scelta di una parola inglese, ‘rewind’, è dovuta al fatto che dallo scorso anno le attività che storicamente erano concentrato in Italia si stanno sviluppando anche all’estero – ha detto Paolo Grossi -. Siamo attivi in paesi come l’Iraq, la Nigeria, la Tunisia e l’Egitto. ‘Rewind’ è l’acronimo di ‘Remediation and waste into development’. Con ‘remediation’ intendiamo le bonifiche. Con ‘waste’ la gestione dei rifiuti industriali e il trattamento delle acque che sono la nostra seconda attività. ‘Into development’ indica la nostra intenzione di entrare nella gestione dei rifiuti urbani, cosa che abbiamo iniziato a fare lo scorso anno, applicando le tecnologie di cui siamo proprietari”.
In questo momento Eni Rewind ha oltre duecento cantieri attivi che impegnano più di mille persone, tremila calcolati nell’indotto, per un totale di 800 milioni di euro all’anno di costi ambientali gestiti. Si tratta prevalentemente di cantieri di bonifica, ma anche di gestione dei rifiuti industriali.
(ITALPRESS).