La scorsa settimana Vi ho parlato della decorrenza di due anni, sei mesi e un giorno appena raggiunta da Enzo Ferrandino nell’arco del suo secondo mandato, senza alcuna particolare sorpresa che pure avevamo motivo di attenderci, non fosse altro che nella speranza di togliercelo di torno (lui e i suoi, ovviamente, nulla di personale). In assenza di alcun coup de théâtre, quindi, ne consegue che l’attuale sindaco d’Ischia non potrà ricandidarsi né alla scadenza naturale del 2027 e men che meno in caso di decadenza prematura per sue dimissioni in via definitiva o sfiducia da parte della maggioranza dei consiglieri in carica.
Questa situazione, che di per sé lascia la maggior parte dei Lettori alquanto indifferenti, dovrebbe invece scaturire una miriade di riflessioni in qualsiasi cittadino di buona volontà che confida in un futuro migliore per la comunità in cui vive e, alquanto egoisticamente, per la tutela dei suoi personalissimi interessi, pronti a colare a picco come la maggior parte delle iniziative che riguardano l’ormai ex Comune capoluogo dell’Isola. Avete, quindi, provato a chiederVi cosa c’è da aspettarsi per il bene comune in una realtà locale che fa acqua da tutte le parti e i cui amministratori in carica continuano a vivere la favola del potere e della visibilità personale con la presunzione di gestire la cosa pubblica ben peggio di quanto riescano a fare a casa loro? Beh, se dovessi mai dirVi come la penso, sarei ugualmente imbarazzato rispetto a chi sta provando invano a trovare una risposta a tale quesito. Perché seppure ho dalla mia ben dieci anni di amministrazione e due elezioni all’attivo nel mio Comune, dall’altra anche quel briciolo di esperienza accumulata nel tempo tende a cedere il posto all’incertezza di un momento d’interminabile precarietà che sembra proprio non volerci abbandonare ma che, nonostante tutto, passa ben più in basso del secondo piano interrato in cui gravitiamo tutti, pur facendo finta (perché è impossibile farlo sul serio) di non saperlo.
In questo clima di finzione generale l’indifferenza resta il nostro male incurabile, almeno fin quando una scheggia di tanta incapacità non finisca fortuitamente in uno dei nostri occhi ormai troppo miopi per guardare lontano e puntare in alto. Cosa volete, quindi, che gliene freghi alla gente che Enzo Ferrandino e compagni continueranno ancora per due anni e mezzo a disamministrare deliberatamente senza che nessuno si indigni, una buona volta? Basta il concerto della Brancale, la “mitica” Lucilla per divertire i bambini, un Babbo Natale che a volte non si presenta, il giardino (semi)incantato, l’albero in piazza, le luminarie e un po’ di street food a sbafo per continuare a dimenticare che, più irrimediabilmente di sempre, “l’àsteco chiove e ‘a casa scorre”: la gente è contenta, il sindaco pure. E a Forio “ce passano pe’ cuollo”. Si salvi chi può!
Daily 4ward di Davide Conte del 17 dicembre 2024