4 WARD di Davide Conte
La videointervista di qualche giorno fa rilasciata dal vicesindaco d’Ischia Enzo Ferrandino al nostro Direttore rappresenta lo specchio fedele del degrado amministrativo attraverso cui la maggioranza “giosiana” sta lasciando precipitare il Paese. Il buon Enzo, novello Nunzio Filogamo, sembra volerci propinare a tutti i costi lo storico ritornello “Tutto va bene madama la marchesa”, ostentando la dedizione indefessa da parte sua e dei suoi colleghi nell’affrontare i problemi, nonostante la Giunta da oltre due mesi attende di essere completata e gli “appiccichi” imperanti per accaparrarsi poltrone e centri di potere di varia natura ed entità continuano senza soluzione di continuità in una guerra intestina (culminata ieri con le ennesime dimissioni di un assessore, ad opera di Giosuè Mazzella) a cui tutti stiamo assistendo, ma che oggi più di sempre sembra non interessare a nessuno. Altro che “argomenti di profilo basso”, caro Enzo.
Ho sempre riconosciuto al numero due di Giosi un grandissimo senso di appartenenza, ma soprattutto la capacità –a differenza di molte amebe politiche gravitanti in Via Iasolino- di aver dimostrato in modo sistematico ed incondizionato il coraggio di porsi petto in fuori, mettendoci la faccia, nel difendere lancia in resta (ed anche un pizzico di faccia tosta) l’operato e le decisioni della sua coalizione, utilizzando ogni mezzo ed argomento pur di rendersi credibile a tutti i costi.
Tutto sommato, anche oggi il comportamento di Enzo è per certi versi comprensibile, in quanto coerente con la sua storia politica. Ciò che non convince, però, è la presunta incapacità del “nostro” di riconoscere un momento storicamente diverso, in cui la partigianeria e la retorica non bastano più ad abbindolare chi ti ascolta, neppure quando sei tu a detenere il cosiddetto potere. Infatti, se prima l’essere in sella rappresentava un autentico “asso in mano” in grado di rappresentare il miglior grimaldello per scardinare e conquistare il consenso, anche raccontando ogni frottola possibile mirata a far passare per vero tutto e il contrario di tutto, oggi si incontrano le difficoltà scaturenti dalla più naturale antipolitica, che sul piano nazionale è provata da quanto i principali sondaggi rivelino sul livello di fiducia della gente comune nei confronti dei partiti politici, mentre su quello locale viene manifestata come una sorta di fenomeno underground: tutti pensano, cioè, che Giosi e compagni siano una “chiavica” e che non li voteranno più, ma quasi nessuno possiede gli attributi per manifestarlo apertamente. E, come se non bastasse, magari altrettanti saranno pronti a rivotarli in cambio di un piacerino personale.
Resta il fatto che per chi non ha il cervello all’ammasso, la situazione è estremamente chiara. Quanto può avere il polso della situazione un sindaco che, dopo non aver fatto nulla per impedire il commissariamento dell’Area Marina Protetta da parte del Ministero, impegnato com’era a far la guerra al Direttore Tecnico nemico e a partecipare attivamente ai conflitti da “spartenza” tra i rappresentanti dei vari Comuni, ha la faccia tosta di chiedere al Ministro dell’Ambiente Galletti “rinnovata fiducia” per riprendere a gestire (a modo suo, ovviamente) il Regno di Nettuno? Ma soprattutto, quanto può essere ancora credibile un sindaco il quale, dopo aver dichiarato apertamente che la nomina del nuovo vicesindaco sarebbe stata propedeutica al suo definitivo passo indietro per dedicarsi a tempo pieno e con la giusta serenità alle attività difensive nelle note vicende giudiziarie che lo riguardano, continua a non concedere invece a chi lo circonda alcun genere di spazio (se non per le cazzatelle di bassa lega o per quelle rotture di scatole a cui non è più interessato), confermandosi a pieno titolo l’accentratore e l’arrivista di sempre?
Ecco, amici, questo il buon Enzo sembra non averlo ancora capito; o forse lo ha capito, ma essendo talmente ottenebrato da un’investitura che per quanto naturale possa sembrare, potrebbe invece essergli sottratta fatalmente e a mani basse da un giorno all’altro da parte del suo capo, preferisce glissare e tener bordone al sistema-palazzo vigente dal 2007 ad oggi. Del resto, se tanto mi dà tanto, proprio non riesco a trovare un buon motivo da suggerire ad Enzo per prendere le distanze da questo gruppo, che sembra calzargli a pennello proprio per il suo grande –chiamiamolo così- spirito di adattamento ad ogni costo. Un ambiente ormai malsano in cui l’omertà è d’obbligo, in quanto elemento indispensabile per coltivare indisturbati orticelli di scarsissima qualità e dove i più coraggiosi, nel confidarsi con amici veri, non fanno altro che ripetere: “Lo manderei a casa domattina, ma i numeri per le firme non ci sono”, salvo poi tenerlo a galla giorno dopo giorno e con voti ed astensioni a dir poco discutibili.
Il Paese, caro Enzo, avrebbe avuto ed ha ancora più che mai bisogno di un cambio di passo tanto netto quanto incompatibile col buonismo e l’omologata obbedienza agli schemi che anche Tu stai dimostrando, in luogo di quell’incoraggiante e coraggiosa discontinuità di cui avresti potuto renderTi protagonista in questo breve quanto indefinito e disperato tentativo di “dopo-Giosi”. Un indispensabile taglio con il passato che avrebbe potuto consentirTi non dico di spiccare il volo (ci vuole ben altro), ma almeno di provare a dimostrare di aver voglia di volare. Ma credo che tutto questo Tu lo sappia bene. E chissà se, purtroppo per Te e i Tuoi compagni d’avventura, questa volta non l’abbia cominciato a capire sul serio anche la gente.