Come annunciato, ieri mattina a Casamicciola sono partite le attività del piano per la messa in sicurezza idraulica dell’alveo del Celario e della intera area.
Le operazioni, che prevedono tre interventi, rientrano nel Piano degli interventi urgenti ex OCDPC n. 948/2022, aggiornato con successiva ordinanza commissariale n. 23 dell’11 dicembre 2024, e sono considerate “di pubblica utilità, urgenti e indifferibili”. Ed è stato proprio in virtù di tali qualificazioni che il Comune ha potuto attivare, con i decreti sindacali del 20 marzo 2025, le procedure di occupazione d’urgenza preordinate all’esproprio e di occupazione temporanea non preordinata all’esproprio.
Le indennità di occupazione sono state determinate in via provvisoria, mentre le procedure espropriative sono state avviate con il vincolo preordinato tramite gli atti sindacali, in applicazione della normativa derogatoria consentita dal contesto emergenziale.
Sono decine i fondi privati da occupare definitivamente o temporaneamente, che appartengono ovviamente a residenti della zona come Antonio Mazza, Mario D’Orta, Gemma Monti, Giuseppe Capuano, Salvatore Impagliazzo e componenti della famiglia Mennella.
Come preventivato, i pur essenziali interventi per la messa in sicurezza idraulica stanno destando preoccupazioni relative proprio all’impatto sui cittadini e proprietari dell’area interessata, emerse puntualmente nella mattinata di ieri.
VIA ALLE OPERAZIONI
Sui luoghi erano presenti Carabinieri, Polizia, vigili urbani e le strutture tecniche del Comune, della ditta incaricata e della Struttura commissariale. E’ stato effettuato un sopralluogo congiunto per verificare che il percorso dove si snoderanno gli interventi previsti dal progetto fosse libero da ingombri, con un controllo accurato partendo dalla piazza fino al punto in cui il 26 novembre 2022 si era staccata la frana.
Sul posto si è registrata la presenza di diversi residenti del Celario che hanno espresso le loro preoccupazioni su quello che appare l’aspetto più controverso del piano, ovvero quello economico. L’esiguità dei “ristori” previsti rischia di creare polemiche e contrapposizioni, tenuto conto delle conseguenze già patite dai cittadini a seguito della frana.
Come è noto, l’indennità riconosciuta per l’esproprio definitivo si ferma a 50 centesimi a metro quadro, mentre per le occupazioni temporanee i rimborsi vanno da 2,60 a 7,37 euro mensili per una intera area occupata. Importi “miseri”, che suonano come una beffa ai danni di chi già ha dovuto sopportare una tragedia e ora si ritrova a fare i conti anche con la perdita totale o temporanea della disponibilità del bene. Senza contare le incertezze sui tempi per la restituzione.
E proprio nella parte alta del Celario, laddove si è verificata la frana, ieri mattina si è vissuto il momento più concitato. Una delle madri delle vittime ha protestato con determinazione, lamentando soprattutto che non ci sia stato nessuno – fra le istituzioni coinvolte – ad avere un minimo di tatto, di sensibilità umana o anche istituzionale, nei suoi confronti. Nessuno ha mostrato di comprendere il dramma di una mamma che si è già vista privata di tutto e ora viene ulteriormente “spogliata”. Tutto è avvenuto tramite una “fredda” comunicazione per informarla dell’esproprio del terreno e degli “spiccioli” riconosciuti come rimborso. Di qui la protesta dai toni forti contro la mancanza di attenzione alla drammatica situazione di questi cittadini casamicciolesi.
Una ulteriore preoccupazione manifestata dai residenti, che però necessita di valutazioni più approfondite, è quella relativa anche agli aspetti tecnici degli interventi. Qualcuno ha evidenziato come si sia deciso di seguire il percorso della frana e non lo sviluppo naturale dell’alveo del Celario come era stato pensato in precedenza con la realizzazione delle briglie. Ma per fare chiarezza su questo aspetto andrebbe visionato l’intero progetto e sarebbe necessaria una valutazione tecnica.
IL PIANO DEGLI INTERVENTI
Le “criticità” sollevate dai residenti continueranno ad essere oggetto di discussioni e richiederanno la necessaria attenzione, ma intanto ieri si è dato il via al piano dal valore complessivo di 3.466.234,89 euro.
Come detto, tre gli interventi da realizzare. Il più importante e consistente, anche dal punto di vista economico, riguarda proprio il ripristino dell’alveo Celario finalizzato alla mitigazione del rischio idrogeologico tragicamente evidenziatosi il 26 novembre 2022. L’importo del progetto ammonta a 2.683.793,59 euro e l’opera si estenderà dalla quota di 300 metri s.l.m. fino alla sezione di imbocco della Cava Fontana. Il Comune ha già aggiudicato l’appalto a febbraio scorso.
Un intervento complementare prevede la realizzazione di un tombino idraulico in cemento armato a sezione rettangolare, necessario per l’attraversamento di via Celario. Il valore ammonta a 471.000 euro.
Inoltre è stata anche programmata la demolizione di strutture compromesse presenti nell’area, per l’importo di 311.441,30 euro.
Tutti e tre gli interventi erano stati approvati nel medesimo progetto di fattibilità tecnico-economica dal Commissario Legnini con il decreto n. 351 del 19 dicembre 2024.