Seduta, insieme con Francesco Del Deo al convegno di Peppino Mazzella , Maria Grazia Di Scala sta giocando una partita difficile. Difficile soprattutto perché sta all’opposizione. Difficile, perché, stando dall’altro lato della barricata è sempre difficile. Difficile, perché, bel vuoto assoluto una sola voce ha poca, sempre, poca forza.
Con insistenza e lucidità, il consigliere regionale di Forza Italia, cambiando un po’ la regola (distaccandosi anche dal modus operandi del partito) non scritta secondo cui l’opposizione critica e controlla la maggioranza, continua a proporre e a chiedere collaborazione istituzionale nel rispetto dei ruoli alla maggioranza di Vincenzo De Luca.
La sfida della Di Scala oggi si chiama PAC III, o POC, così come dovrebbe essere cambiato il “naming” dell’iniziativa regionale che, d’intento con il Ministero, dovrà programmare investimenti e risorse. Parallelamente al progetto un po’ più macchinoso tirato su da Mimmo Barra, la nota inviata al Fulvio Bonavitacola, Vice Presidente della Giunta regionale della Campania, parla chiaro.
«Gentilissimo Vice Presidente, – scrive Maria Grazia Di Scala – ho appreso che la Giunta si accinge ad approvare il PAC (III), lo strumento di programmazione economica, attraverso il quale si attuano interventi di sviluppo della nuova politica regionale nazionale per la realizzazione di interventi nelle aree sottoutilizzate. Tali risorse possono essere impiegate per il finanziamento di strumenti quali: investimenti pubblici per infrastrutturazioni materiali ed immateriali; completamenti delle infrastrutturazioni di interventi straordinari; investimenti pubblici in infrastrutture materiali ed immateriali realizzati dalle Regioni e dalle Amministrazioni centrali attraverso Accordi di programma quadro (APQ) e non; programma di accelerazione della spesa; incentivi a soggetti privati; crediti di imposta per gli investimenti; crediti di imposta per l’occupazione nel Mezzogiorno; crediti di imposta per campagne pubblicitarie localizzate; contratti di filiera agroalimentare; attrazione degli investimenti esteri nelle aree sottoutilizzate; Fondo per la competitività e lo sviluppo; altro.
Grazie alla continuità finanziaria del Fondo – continua il consigliere regionale ischitano – ed alla sua flessibilità è possibile dare certezza, quindi, agli operatori pubblici e privati, accelerare la spesa per investimenti pubblici in infrastrutture materiali ed immateriali e riequilibrare progressivamente l’impiego di risorse tra incentivi ed investimenti in linea con gli orientamenti dell’Unione europea. In Campania il Piano di Azione e Coesione (PAC III) è stato programmato inizialmente con DGRC 225/2013, e successivamente riprogrammato con DGRC 541/2014. Alla luce di quanto sopra espresso – sottolinea la Di Scala-, ti sarei grata se potessimo prevedere nella programmazione PAC III del 2016 un intervento in favore dell’isola d’Ischia che ho l’onore di rappresentare, in particolar modo per il settore dei beni culturali e per una quota parte per il ripascimento delle spiagge. Come certamente saprai, l’isola da sola attira circa il 30% del turismo regionale, grazie alle sue cospicue risorse termali e alle altre bellezze naturali e culturali universalmente note. Tra queste, assolutamente non valorizzate, vi sono gli scavi archeologici più antichi d’Italia, scoperti negli anni Cinquanta del secolo scorso. Ad Ischia, infatti, vi fu il primo avamposto italico risalente all’VIII secolo a.C., molti secoli prima di Cuma, Pozzuoli e della stessa Roma. Inoltre, occorrono interventi urgenti al famoso Castello Aragonese, della cui importanza e bellezza sarai certamente al corrente. Per valorizzare questi beni occorrerebbe un consistente investimento di almeno 5 milioni di euro per la messa in sicurezza, catalogazione e forti azioni di valorizzazione. Ti segnalo anche la necessità di cominciare a prevedere interventi per il ripascimento delle spiagge dell’Isola, problema di cui accennai già al presidente De Luca, che si disse interessato a riprendere l’argomento mesi fa e che vorrei affrontare con una certa urgenza – conclude – nei prossimi giorni sia con te, sia con lo stesso Presidente. Ti sarei grata se potessimo incontrarci con una certa urgenza per verificare la fattibilità della presente richiesta. In attesa di cortese riscontro, ti saluto cordialmente».
IL PAC III
Secondo indiscrezioni il PAC III, essendo finito il ciclo di programmazione POR CAmpania 2007-2013, dovrebbe essere adottato entro qualche settimana e si chiamerà POC, Piano Operativo Complementare che affiancherà la Programmazione 2014-2020. La programmazione nazionale di queste risorse PAC ha dato luogo alle singole programmazioni regionali. In Campania la prima delibera di programmazione del PAC III, che ha riguardato anche ampi settore della cultura e dei beni culturali, si è avuta con la Delibera di Giunta Regionale 225/2013.
La Delibera regionale 541/2014 a cui fa riferimento l’ultima programmazione del PAC III CAMPANIA ospita interventi e fondi d‘azione per 1.426.765.066 di euro. Una fondo di investimento, a cui afferiscono, per comprenderne la portata, nella sezione cultura, anche diverse Fondazioni partecipate dalla Regione, come la Fondazione Donnaregina, Fondazione Mondragone, Ente Ville Vesuviane.
Un’occasione da non perdere e su cui fare quadrato soprattutto perché, leggendo l’allegato la Regione investirà 30 milioni di euro per il recupero del Rione Terra di Pozzuoli, o ancora, 11 milioni e mezzo di euro per il Giffoni Film Festival, 8 milioni di euro per la mitigazione del rischio idrogeologico, 6 milioni di euro per “operazioni di valorizzazione dei beni culturali a favore di amministrazioni locali” e così via.
Andare in scia all’iniziativa di dell’Avvocato Di Scala e prendere in considerazione l’idea di chiedere un congruo sostegno regionale su questo fondo per i beni culturali isolani richiede, davvero, unità e coesione.
Se c’è Rione Terra e c’è il Museo per l’arte contemporanea MADRE (gestito dalla Fondazione Donnaregina), tanto per fare degli esempi, non si capisce perché i beni dell’isola non dovrebbero accedervi…
[foto luigi iannucci]
Cioè, fatemi capire, quando si tratta di incassare il Castello Aragonese è PRIVATO, e quando c’è da investire e cacciare soldi deve intervenire il PUBBLICO? Cose da pazzi!
Sì ma in tal caso venga espropriato. Non può la Di Scala chiedere un mare di soldi pubblici per un bene privato.
Il Castello Aragonese è un bene privato, e non è assolutamente corretto investirvi denaro pubblico quando ci sono ben altri problemi da fronteggiare per rendere fruibile l’Isola per turisti e cittadini. Non credo che i Poseidon o la Mortella ricevano finanziamenti dall’alto, pur contribuendo a creare un indotto per tutta Ischia. Per inciso, a Castel dell’Ovo a Napoli l’ingresso è gratuito a turisti e cittadini. Se lo Stato sgancia, l’ingresso al Castello diventa libero? Non credo proprio…
Intanto la Regione ha autorizzato la Caremar a praticare un aumento del costo dei biglietti del 30%. Altro che PAC III!
O si licenziano i bigliettai o si aumenta il biglietto.
Ti informo che gia sono stati licenziati i bigliettai e si è aumentato comunque il costo del biglietto.
Io licenzerei tutti quelli che lavorano alla Caremare darei 10 milioni di Euro al Castello perché almeno il proprietario del Castello fá molto per l´isola e per la cultura mentre gli adetti alla Caremar non fanno un cavolo.
Molte esposizioni al Castello sono gratuite ma molti come voi come fanno a saperlo se solo siete occupati a mangiare il coniglio la domenica.
Probabilmente lei è uno dei tanti fortunati che ha il tempo di andare a vedere mostre ed eventi culturali. E fa bene a farlo. Purtroppo ci sono tante persone forse anche lavoratori caremar che, a causa del proprio lavoro, non hanno la possibilità di trascorrere la domenica con la propria famiglia e perché no davanti ad un buon coniglio. Ci scusi per la nostra ignoranza, ma siamo troppo occupati a portare a casa il pane. È vergognoso che, con i tempi che corrono, qualcuno si compiaccia di licenziamenti. Mi accontenterei di andare a lavoro su strade senza buche, di fogne che funzionano, di depuratori efficienti, di servizi pubblici decorosi, di giardini per i bambini, di scuole pulite e sicure, di amministratori onesti, di più occupazione….poi perché no, trovando il tempo, andrei anche a vistitare il bellissimo castello Aragonese.
HOTEL IMPERIAL SRL*AMPLIAMENTO: Finanziamento pubblico: 408.360 €
LE QUERCE DI FERRANDINO GIOVAN GIUSEPPE*AMPLIAMENTO: Finanziamento pubblico: 993.510 €
HOTEL TERME PRESIDENT: Finanziamento pubblico: 685.346 €
MIRAMONTE *AMPLIAMENTO*: Finanziamento pubblico: 585.330 €
HOTEL TERME COLELLA SAS DI CASTALDI CATERINA E C. AMMODERNAMENTO: Finanziamento pubblico: 330.420 €
ALBERGO RESIDENCE PARADISO: Finanziamento pubblico: 313.858 €
HOTEL MEDITERRANEO DI DI MEGLIO SALVATORE & C: Finanziamento pubblico: 259.840 €
eccetera eccetera, vedasi http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/23/opencoesione-dove-non-vanno-a-finire-i-finanziamenti-pubblici/302518/
Questi signori da una vita fanno gli imprenditori coi soldi pubblici, CIOE’ CON LE TASSE CHE NOI PAGHIAMO. Non mi meraviglierei, quindi, se anche i proprietari del castello saranno beneficiati dei nostri soldi per fare la loro impresa privata. Si chiama “capitalismo all’italiana” (o “capitalismo all’amatriciana”).
Voi tutti il posto di lavoro lo avete avuto perché avete dato il VOTO o PAGATO.
Siete complici del modo di vivere in Italia e di tutto quello che vi lamentate.
La vecchia generazione non ha mai fatto un cazzo e si nutre ancore dei quei pochi spiccioli rimasti del Boom economico degli anni 60.
Adesso che i soldi stanno per finire vi lamentate e date la colpa a tutti.
Io licenzierei almeno la meta´ dei lavoratori cosí l´altra metá per paura di essere licenziati produrebbe di piú.
Quelli licenziati possono sempre votare per il partito comunista e continuare a non fare un cazzo.