domenica, Gennaio 26, 2025

Europa poco risoluta e tempestiva. E non sa pensare in grande | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 24 gennaio 2025


“La limitata coscienza politica che l’Unione ha di sé stessa condiziona il suo operare concreto e la rende spesso non adeguatamente risoluta, e quindi tempestiva, dinanzi alle sfide che gli Stati e i popoli europei si trovano ad affrontare. Quanto avviene a livello internazionale, dove prevalgono dinamiche fortemente conflittuali e perfino distruttive, fa emergere per contrasto il peso decisivo della comunanza di valori e principi che rendono gli Stati europei naturalmente vicini e necessariamente solidali nell’affermare i valori di democrazia, dignità umana, libertà, equità sociale, pace. Scontiamo tre assenze cruciali: 1) di uno spazio politico europeo effettivamente integrato; 2) di soggetti politici realmente di livello europeo; 3) di un’opinione pubblica che non si riduca alla semplice sommatoria delle diverse sensibilità nazionali. Si è soliti sostenere che l’Unione si è costruita e si costruisce nei momenti di crisi. Questo è certamente vero. Una buona attitudine che però non è più sufficiente, nel tornante della storia che attraversiamo.” (fonte: Corriere.it)Pare se ne sia accorto anche il Presidente Mattarella (col quale, così come con Papa Francesco, spesso e volentieri mi trovo in totale disaccordo), che l’Unione -solo sulla carta- Europea, così come procede, non serve a niente e a nessuno! Io lo scrissi il 19 luglio scorso, quando a proposito della presa di posizione della premier Meloni contro la solida alleanza franco-tedesca fu considerata come il primo passo verso il definitivo isolamento dell’Italia in sede comunitaria e internazionale. Ricordiamo tutti benissimo, invece, come sia poi andata a finire e quale sia, attualmente, la considerazione che il mondo intero, a cominciare proprio dagli Stati Uniti, nutre verso il nostro Paese e il nostro capo di governo. Anche l’amico Luca Ferrara, sempre puntuale e mai banale nei suoi commenti ai miei post ed editoriali, a proposito del “coraggioso Trump” e della questione-dazi di cui tanto si discute e non sempre con la giusta coerenza ha avuto modo di notare che “intanto l’UE si deve dare una mossa, perché mai come in questo momento storico il problema è di noi europei: per fronteggiare le sfide dei prossimi anni dovremmo avere un coraggio che ci manca da 70 anni, il coraggio di pensare in grande.” E chissà se Luca ricorda che “Pensa in grande (e manda tutti al diavolo)” è anche il titolo di un libro -udite udite- di Donald J. Trump, edito in Italia nel 2008 da Etas, che io conservo gelosamente tra i miei preferiti.Non serve essere grandi statisti, opinionisti blasonati o politologi per approdare ad un pizzico di sana obiettività nelle valutazioni: è sufficiente far funzionare il cervello e mettere da parte quel che resta della propria ideologia a vantaggio della giusta constatazione della realtà. E Luca su questo è d’accordo con me: pensare in grande non guasterebbe! In Europa come a Ischia.

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