Ieri l’amico Peppino Zabatta mi ha chiamato per chiedermi -bontà sua- quale fosse la proiezione delle principali candidature per le europee, in vista del voto di sabato 8 e domenica 9 giugno. Peppino è un fine conoscitore della politica locale e possiede l’umiltà necessaria per approcciare sempre nel modo migliore alla conoscenza di uomini e numeri.
La verità, a mio giudizio, è quella che ho riferito anche a lui ieri: il dato principale che emerge è l’assoluto disinteresse della gente verso questa campagna elettorale. Lo abbiamo già letto, a dire il vero, in occasione delle ultime competizioni amministrative regionali, allorquando il dato dell’afflusso ha sfiorato o di poco superato il 50% degli elettori. Questo significa che oltre la metà di essi si è ben guardata di recarsi ai seggi per votare. Figuriamoci cosa potrebbe accadere stavolta, per il rinnovo di un organo apparentemente così lontano dalla quotidianità di tutti noi ma che, invece, potrebbe risultare determinante per il nostro futuro, specie se si riuscisse a delineare una maggioranza diversa da quella attuale. Diciamo anche che la scarsa affluenza potrebbe andare a vantaggio di Giosi Ferrandino e di Azione, sebbene le possibilità concrete di raggiungere la soglia del 4% restino comunque ridotte al lumicino. Voto inutile? Giudicate Voi.
E quindi, se per il sindaco di Casamicciola (Ve lo scrissi già mesi fa) si profila una semplice passerella per misurare il proprio consenso nella circoscrizione e sull’Isola, senza alcuna velleità di ritornare a Bruxelles e Strasburgo, ci sono molti altri candidati più o meno noti che la partita stanno provando a giocarsela sul serio. I primi che mi vengono in mente? Lello Topo del PD, uno che è alla ricerca di una forte affermazione personale che contrasti la linea di partito fortemente schierata su Sandro Ruotolo e Lucia Annunziata. Carini i suoi due o tre manifesti affissi ad un balcone a Casamicciola a mo’ di comitato elettorale, quasi per marcare il territorio dell’ex amico Giosi. Poi c’è Fulvio Martusciello in Forza Italia, uno senza dubbio coerente che non ha mai cambiato casacca e che, facendo campagna elettorale trecentosessantacinque giorni l’anno, non ha avuto particolari problemi a trovarsi lanciato verso una sicura rielezione da nuovo leader di partito in Campania. Già rieletto e meritatamente, a mio giudizio, anche Aldo Patriciello nella Lega. Per Fratelli d’Italia, invece, l’onda lunga della Meloni si frammenterà tra due correnti: una per il campano Ambrosio, l’altra per il pugliese Ventola. Il risultato potrebbe dirla tutta sul futuro del partito dalle nostre parti.