Benvenuto al Capitano Angelo Mitrione della Compagnia dei Carabinieri di Ischia. Con lui tratteremo di un argomento che è entrato, con prepotenza, nell’attualità isolana. Parliamo delle truffe ai nostri anziani.
– Vi è una campagna di sensibilizzazione dei Carabinieri e penso che sia opportuno chiarire, al di là degli arresti effettuati in questi giorni, alcuni aspetti e dare indicazioni chiare e certe a tutti quanti noi che abbiamo in famiglia anziani che possono essere presi di mira da parte di malintenzionati.
«Il fenomeno è ripreso con una certa violenza, nelle ultime settimane abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di truffe ai danni di anziani. Si tratta di un reato odioso, un reato che mira a colpire una categoria considerata “fascia debole” con una età superiore ai 70 anni e talvolta, anzi spesso, è affetta da patologie, per cui è ancora più debole e si difende con meno efficacia.
L’arresto operato a Procida dimostra che il fenomeno è attivo.
Il consiglio è di stare attenti, e con questo mi rivolgo non solo agli anziani ma a tutta la popolazione perché tramite i nipoti, i giovani, i figli si devono sensibilizzare gli anziani. Certo, magari non tutti leggeranno l’intervista, ma all’interno della famiglia almeno uno ce ne sarà.
Il mio appello rivolto a tutti è quello di non aprire agli sconosciuti. Se si ricevono telefonate sospette, finalizzate alla consegna di un pacco costoso o di un provvedimento in cui un parente sta incorrendo da parte delle autorità, pensiamoci un attimo. Chiamiamo il 112 e risponderà un carabiniere al quale si potrà chiedere un consiglio. E il consiglio sarà sempre quello di non aprire agli sconosciuti e non accettare consegne di pacchi soprattutto quando chiedono denaro o gioielli. Nessun corriere chiede gioielli».
VITTIME DISORIENTATE E SMARRITE
– Quali sono le tattiche con le quali attaccano i nostri anziani?
«La tecnica utilizzata nelle ultime settimane sulle isole di Ischia e Procida, tecnica tra l’altro ricostruita in occasione dell’arresto del ventenne napoletano a Procida, è quella della consegna di un pacco costoso destinato ad un nipote della vittima. Quindi ci sono delle telefonate preventive in cui si riferisce che arriverà a breve un corriere per la consegna di un pacco costoso indirizzato al nipote. Subito dopo arriva una telefonata di un finto nipote che si qualifica con il nome del nipote vero e dice “Nonna o Nonno, prendimi questo pacco, i soldi te li ridiamo”.
Dopo un susseguirsi di telefonate e facendo leva su uno stato emotivo alterato dell’anziano, che appartiene alla fascia debole ed è indifeso, e sull’affetto che nutre per il nipote, si presenta subito una persona che bussa e chiede la consegna dei soldi così come anticipato al telefono.
A quel punto si consuma la truffa, prenderanno i soldi e diranno che non sono abbastanza, chiederanno anche oggetti di valore, che spesso non hanno solo un valore economico, ma anche affettivo».
– Qualche dettaglio in più? Quale è stata la sensazione dopo aver incontrato la vittima della truffa procidana sventata grazie al vostro pronto intervento? Quale era lo stato emotivo dell’anziano?
«In questo caso la sensazione dell’anziano è stata quella della gratitudine, del pericolo scampato. Ma io vorrei soffermarmi sullo stato dell’anziano che subisce la truffa nel caso che venga consumata. Si sente disorientato, smarrito, incredulo di essere caduto in un tranello. In realtà l’incredulità non è totalmente giustificata perché è facile cadere nel tranello, in quanto questi personaggi sono abilissimi.
Per questo l’Arma dei Carabinieri dice di soffermarsi un attimo e chiamare il 112 se si hanno dubbi e chiedere consiglio».
– Una volta chiamato il 112 cosa succede?
«Spieghiamo cosa succede e l’operatore della centrale operativa che riceve la telefonata farà le sue valutazioni e manderà una unità presso l’abitazione. Se il pacco è vero si procederà alla consegna, se non è vero non ci sarà nessuna consegna e, anzi, cercheremo di individuare gli autori».