giovedì, Gennaio 16, 2025

Ferragosto, il Bagno Teresa, il Rena e Blackchild. Editoriale

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Premessa 1. Il diritto di divertirsi esiste. Che bisogna farlo in discoteca è opinabile e si vive bene lo stesso senza.
Premessa 2. La gestione di certi eventi, nella mia visione, dovrebbe essere comunale e non lasciata alla autonoma gestione del singolo.
Premessa 3. Ci sono beni pubblici e beni pubblici.
Premessa 4, la più importante. La battaglia non è tra chi vuole dormire e chi vuole ballare.
Premessa 5. (così sono dispari!). Lo ripeto, serve impresa, visione e coraggio imprenditoriale.

Un ferragosto di tanti anni fa mi addormentai sulla spiaggia libera vicino al vero Bungalow (nessuno si senta offeso, per me quel posto resta Peppe Boccanfuso) e Domenico si arrabbiò come un bufalo. Per mia fortuna non mi trovò, si fermò da Ida nella sua ricerca del figlio disperso. Era un ferragosto di divertimento e di allegria e ricordo che c’era più gente di notte che di giorno (penso di aver lasciato quella spiaggia alle 20 per tornarci qualche ora dopo).
Sono passati gli anni e abbiamo imparato ad emettere ordinanze restrittive, Forio paga (inutilmente) la sicurezza per presidiare Cava (e gli accendono i falò alla Chiaia, sotto gli occhi) e abbiamo vissuto un peggioramento progressivo soprattutto grazie alle generazioni di giovani politici che hanno tradito tutte le aspettative. Sono proprio i giovani consiglieri comunali dell’isola (da Forio a Barano passando per Ischia) che oggi si trovano responsabili di questo fallimento.

Una retrocessione mentale e di visione che non meraviglia ma che, invece, dovrebbe servirci come piattaforma per rimediare agli errori passati.
L’ho scritto negli anni e, in qualche modo, l’ho scritto anche nei giorni scorsi: oggi abbiamo un problema – evidente – con la classe imprenditoriale del by night più in senso lato e del divertimento più in particolare. Se da un lato premiamo Tonino Baiocco e dall’altro “combattiamo” Marcello Bondavalli, signori, forse abbiamo un nuovo “Errore 104”. Questo agosto che ci ha presentato “metà” conto ci permette di fare qualche altra valutazione.
Da anni, grazie al guizzo dei Fratelli LEO, Citara si è arricchita dell’esperienza del Bagno Teresa. Un lido che diventa luogo di attrazione, che richiama bella gente, che pompa un po’ di musica e che si scontra con qualche residente. Un posto bello e un’idea che ha facilitato un percorso di concorrenza con i concorrenti vicini e che oggi sono un vanto per Forio.
Dall’altro lato dell’isola, da quest’anno, Cioco & co, hanno aperto RENA. Un altro posto figo sulla spiaggia dei Maronti che attira bella gente. Che funziona alla grande. Alle 10 spegne la musica, ma fino alle 10 ci si diverte, si pareja e – dicono – si mangia bene grazie all’ottima cucina!

Il 13 agosto, nonostante abbia una grossa pregiudiziale sulla gestione politica della pineta e credo che certi “bonaiuti” debbano essere più trasparenti e per molti e non per i figli della gallina bianca, la serata speciale di Gennaro Filisdeo, figlio del più famoso Maurizio (a cui auguro di avere la mia stessa sorte: ovvero migliorare e superare i record del padre!), ha mostrato un altro volto della notte. Una serata all’altezza del giro del mondo di Blackchild-ITA.
Dall’altro del mondo della notte, invece, abbiamo il solito problema mai affrontato e che si è incancrenito e raddoppiato. Dopo Ischia oggi il problema è anche Forio.

Ischia non ha saputo fare i conti con la notte e si è fatta scoppiare in mano la questione divertimento. Non sono troppo lontane le battaglie tra Ciaomare e Friends o Alchemie. La questione Ecstasy-Albanelli è datata. I deboli e gli anziani di Forio sono senza forze, ormai. La lettera che pubblichiamo a lato ne è la testimonianza. Lasciati al loro disagio da un’amministrazione che se ne fraga di chi non giura fedeltà eterna è la solita guerra tra chi vuole dormire e chi no.
Il problema, è chiaro, capire la linea di mezzo e comprendere che siamo costretti a differenziare e a cambiare le nostre abitudini. La serata di Fiaiano è stata una one night e la sua eco non finirà presto. I problemi della zona della Pineta e di Via Montagna sono enormi (e con punte di assurdità) e atavici però non si collegano alla serata. Quante se ne possono fare? Quanto sacrificio si può chiedere? Quante one night si possono organizzare?

La verità è che non possiamo più lasciare certi fenomeni senza una regia comune e senza una pianificazione che riesca a favorire il fiorire dell’impresa, contemplare lo sviluppo economico e considerare tutte le esigenze. Se lasciamo svegli – solo e sempre – quelli di una parte dell’isola a discapito di altre zone dove il silenzio potrebbe essere anche “minore”, beh, forse iniziamo ad agire in maniera.
Continuare ad alimentare la cazzata: “siamo un’isola di pensionati” senza argomenti e senza sostanza e senza capire il senso delle ordinanze che vengono emesse non è mai servito a nulla. Eppure, è l’unica cazzata che continua a resistere al tempo. Dirci che i ragazzi si devono divertire altrimenti non siamo un’isola turistica è un’altra bojata che va per la maggiore e nessuno che, fino ad oggi, si è posto qualche domanda diversa.
Marcello Bondavalli ha fatto investimenti seri. Ha “conquistato” spazi importanti e ha creato una zona di eventi, diversa da quella chiassosa, migliorando l’intera offerta dell’isola con la creazione delle sue suite; Borsò, l’altro imprenditore della notte, sta cambiando e differenziando tra Ischia, Casamicciola, Forio e Barano; Cioco & i Gaetani hanno iniziato a scrivere un futuro diverso; Gianni e Flavio stanno dettando il ritmo a imprenditori difficili da inquadrare.

Il prossimo step è quello di comprendere che la notte inseguirà sempre il giorno e che siamo chiamati a dare risposte dinamiche e attuali. Ai giovani? Facciamoci un regalo, leviamo questa categoria dal tavolo e ragioniamo su segmenti più ampi. Lo scontro e la scommessa non è giovani contro anziani, ma è sul modello di sviluppo e di impresa che vogliamo dare alla nostra isola. Già, un’isola che offre spazi e spazi.
gadme

3 COMMENTS

  1. E c’è da fare anche un altra riflessione. Chi lavora di notte, di giorno poi vorrà dormire. Ci riuscirà? Quindi, la questione è il rispetto reciproco. Siamo un isola turistica, vogliamo far divertire i turisti (e residenti) ma pensiamo anche a chi fa funzionare la macchina turistica e chi ha bisogno di ricaricare le forze? Affrontare una stagione lavorativa con pochissime ore di sonno non è possibile, neanche per i più giovani.
    Oramai però mi pare un muro contro muro.

  2. Ischia è un’industria del turimo…e basta, non c’è nient’altro per guadagnare.
    Il punto è che attualmente ci si spartisce la torta tra attività diurne balneari, che tranne rare eccezioni sono tutte intensive, ristorazione, e divertimento by night. L’unico modo per ampliare questa platea e ridurre il disturbo da crescita eccessiva di quest’ultimo settore, implementando gli altri. L’isola è fortunata ad avere le terme che potrebbero aprire un mercato fiorente di spa, anche invernali e per tutte le età, ma nessuno pare accorgersene!

  3. Ragionamento vecchio quasi quanto l’isola! La analisi è alla portata di tutti, la soluzione di pochi.
    Base 1 costringere le amministrazioni a formare Ischia comune unico.
    2 scegliere un versante dell’isola e specializzarlo nello stile Baleari e Grecia, presidiato h24 con discrezione e non con formalismo
    3 scegliere il percorso termale, che si snoda su tutta l’isola, proteggerlo dalle orde e specializzarlo nella offerta stile Poseidon e Negombo
    4 aprire il percorso gastronomico ma che abbia ragione di esistere e non a casaccio
    5 selezionare a monte gli ospiti….rendendo loro dura la permanenza dino allo sfinimento
    Esperienze come Ischia Cine Festival, Ischia Jazz, ed altro sono lì a testimoniare che se si vuole si fa.
    Procida Docet!
    Il resto è pampuglia

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