Gaetano Di Meglio | Ischia non è mai troppo lontana dalla storia italiana. E così, senza dover attendere troppo abbiamo fatto i conti, anche noi, con i danni delle fiamme d’estate.
Mentre in Italia, domenica 9 agosto della flotta aerea antincendio è riuscita a rispondere solo a 12 delle 28 richieste di intervento giunta dalla Calabria, dalla Sicilia, dal Lazio, dalla Sardegna, dalla Basilicata, dal Molise, dalla Campania, dall’Umbria e dall’Abruzzo, a Ischia abbiamo fatto conti con due importanti incendi che hanno colpito prima le colline e i valloni tra Buonopane e Fontana e poi il Monte nuovo a Forio.
Due incendi, che hanno distrutti ettari di territorio e che ci hanno fatto tornare alla mente sia le immagini che abbiamo visto nei giorni scorsi in posti lontani da noi, sia le immagini delle scorse estati quando le fiamme hanno segnato, violentemente, il nostro territorio.
La storia è sempre la stessa. La dinamica non cambia: c’è qualche idiota che trova gusto e piacere a vedere le fiamme che distruggono il territorio. Raccontare la cronaca degli incendi, di quello che abbiamo visto e di cosa si è vissuto serve a lasciare una traccia sia nella storia dell’isola sia nella memoria di chi è chiamato a portare avanti le necessarie indagini. Non possiamo lasciare che i responsabili di questi disastri restino impuniti.
«Intorno alle 23.00 di venerdì – ci ha detto il caposquadra del turno D, Ciro Buono – abbiamo avuto tante segnalazioni circa l’incendio che si è sviluppato su Monte Nuovo. Siano arrivati sul posto e ci siano trovati in un inferno. Siamo arrivati presso la Borbonica, abbiamo potuto prendere atto che vi era un grande incendio sul versante del monte, presso Santa Maria al Monte. Abbiamo allertato i Carabinieri e i volontari di “Forio CB” con Gianni Capuano.
Per arrivare quanto più vicino alle fiamme, siamo saliti tramite via Bocca con una auto dei Carabinieri fin dove le dimensioni della strada ce lo hanno permesso. Poi ho proseguito a bordo di uno scooter con un ragazzo che mi ha accompagnato fin dove si poteva. Ad un certo punto anche le campagnole non riuscivano a passare perché vi sono strade troppo strette. Giunti in alta montagna non abbiamo potuto fare nulla, abbiamo solo messo in sicurezza una casa, ma di più non potevamo fare. E’ scoppiata anche una bombola di GPL ma per fortuna eravamo distanti, ma comunque non ha fatto tanti danni. Le fiamme hanno distrutto ripetitori, cavi, cabine elettriche e pali dell’Enel. Fortunatamente intorno alle 4.00 siamo riusciti a domare le fiamme e siamo andati via. Abbiamo passato una lunga notte. La sopra stanotte era l’inferno, fortunatamente non si é incendiata alcuna casa e siamo riusciti ad arginare con l’acqua. Più sopra, non potevamo avvicinarci nemmeno perché le fiamme erano alte. Lentamente il fuoco é andato scemando e ci é andata bene»
Stesso tono nel racconto dei volontari di Forio CB: «Circa 20 ettari di territorio è quanto ha distrutto il vigliacco che ieri sera (venerdì) ha appiccato il fuoco. In due zone di Montenuovo, le fiamme spinte dal forte vento in quota hanno impiegato pochi minuti per propagarsi fino a Santa Maria al Monte distruggendo anche 2 poderi. 11 nostri volontari hanno lottato contro le fiamme fino alle 4:00 evitando che arrivassero al piccolo borgo abitato. Lo scoppio di 2 bombole di GPL a non più di 30 metri dai nostri hanno reso il lavoro ancora più pericoloso. Grazie ragazzi per la vostra professionalità»
Il caporeparto del Turno C, Francesco Sarnataro, ci racconta l’incendio che si è sviluppato tra Barano e Serrara Fontana
«Poco prima delle 20.00 di giovedì, ci hanno allertato per un incendio che in effetti era stato visto dal comune di Barano d’Ischia, ma che si stava sviluppando nel comune di Serrara Fontana. Con precisione a Via Rio. La propagazione dell’incendio é stata molto rapide. Le canne e le sterpaglie che bruciavano erano tante. Purtroppo non piove da tantissimo tempo e ciò gioca a nostro sfavore. La squadra congiuntamente con la Protezione Civile di Ischia é intervenuta e ha spento ciò che poteva. Poi il fronte si é spostato verso Serrara e da lì in poi abbiamo portato un’opera di assistenza. Ci ha favorito la mancanza di case anche se l’operazione é stata molto lunga”.
Caporeparto, quali sono stati i momenti di maggior pericolo?
«Noi agiamo sempre in possibili situazioni di pericolo, ma con prudenza e professionalità riusciamo a portare ottimi risultati anche se il nostro nemico peggiore, in questi casi, è il buio. Lavorare di notte, senza sapere cosa si nasconde tra le fiamme, nei cespugli o a pochi passi da te è sempre una incognita che non possiamo controllare. Quello di Fontana, però, è stato un fronte che abbiamo spento con badili e battifiamme. Io pensavo peggio, ma é andata bene anche perché in quelle ore non vi era molto vento. E’ stato un intervento che per l’incolumità non ha impensierito molto perché, ripeto, non vi erano abitazioni, stalle o depositi”.
Lo sanno chi sono questi piromani
Li conoscono tutti.
Non fanno nomi perché sono amici degli amici
L ischitano medio è omertoso e vigliacco fino al midollo.