giovedì, Dicembre 26, 2024

FIGLI D’ISCHIA. Marianna Sasso: «La guerra d’Ucraina e la A di “Accoglie”»

Gli ultimi articoli

Iscriviti alla nostra newsletter

Resta informato e non perderti nessun articolo

Gaetano Di Meglio – foto Franco Trani | Ischia ha una grande cuore. Ne abbiamo già parlato in queste settimane e oggi, quando i rifugiati della guerra d’Ucraina sfiorano quota 300, facciamo il punto con Marianna Sasso della Diocesi di Ischia.
Un ruolo, questo delle volontarie della Pastorale Sociale della Diocesi di Ischia, che sopperisce al vuoto istituzionale e ai lacciuoli con cui la pubblica amministrazione deve fare i conti.
Una reazione immediata, quella che è stata messa in pratica dalle donne di Ischia che ci rende orgogliosi di essere ischitani.
Marianna, Annalisa, Cecilia fanno gruppo con Lesya e le altre mamme ucraine d’Ischia.

La macchina che si è messa in moto per accogliere i rifugiati che vengono dall’Ucraina sempre molto oleata e ben rodata.
“Hai detto bene, Ischia accoglie come ci ha insegnato Papa Giovanni Paolo II e abbiamo imparato anche a vivere la normalità delle emergenze con cui dobbiamo fare i conti. Dopo la marcia per la pace del 2 marzo – ci racconta Marianna Sasso -, è nata una forte solidarietà con le donne ucraine che vivono ad Ischia da tanti anni e che, comunque, conosciamo. In particolare, si è creata una forte collaborazione con il gruppetto che avevano iniziato con Domenico Gialvini per la raccolta di aiuti. Con loro abbiamo iniziato a fare focus sui numerosi arrivi e abbiamo provato a costruire una rete per dare un supporto, quanto più possibile rapido ed efficiente, nel breve tempo che abbiamo avuto per prepararci. Siamo partiti che erano poche unità e, con il passare dei giorni, invece, il numero è aumentato in maniera esponenziale”.

Parli di un aumento importante. Siamo in emergenza?
“Si, giorno dopo giorno, il flusso diventa importante. Sono quasi 250 i rifugiati della guerra d’Ucraina che hanno raggiunto l’isola, molti in famiglie che vivono ad Ischia e che per metà sono minori e bambini che giungono qui da noi con una frequenza di circa 30 al giorno. Il problema al quale dobbiamo dare una risposta è proprio il disorientamento che può scaturire a seguito di questi cambiamenti. Tra i vari uffici, devo dire, però, che tutti hanno dato una grande mano e un grande aiuto.

C’è un’ottima intesa e collaborazione con la dottoressa Ferrara e con gli agenti del Commissariato di Polizia di Ischia. In Commissariato – continua Marianna – sono presenti sia una nostra volontaria sia una signora che conosce la lingua così da facilitare i vari passaggi della registrazione. E’ vero, molti parlano solo la loro lingua. Altri, invece, conoscono un po’ di Italiano perché si ricongiungono con le loro famiglie qui a Ischia. Per la maggior parte sono ragazze molto giovani che hanno lasciato i mariti e hanno raggiunto le madri, le nonne o le zie che vivono sull’isola. Molti ischitani, è bello dirlo, hanno dato anche la loro disponibilità ad ospitarli, ma fino ad oggi sono state poche le richieste”.

Ma si arriva a Ischia e non ci si ferma a Napoli?
“Nei giorni scorsi, prima che il numero diventasse difficile da gestire, al Consolato di Napoli hanno fatto un ottimo lavoro. C’era un bus per l’Ospedale del Mare dove si potevano eseguire tutte le operazioni del caso, dalla registrazione alla vaccinazione o soddisfare altre esigenze sanitarie. Oggi ad Ischia c’è una buona macchina per l’accoglienza, organizzata sia con l’ASL che con la Polizia. Devo dire che è l’ucraino è davvero un popolo molto orgoglioso e dignitoso, non solo per la resistenza che stanno facendo a casa propria, ma anche quando arrivano sull’isola. Qui le richieste cambiano di giorno in giorno. Molte non chiedono aiuti alla Caritas – sottolinea -, ma un inserimento nel territorio e lavoro. Abbiamo recepito diverse modifiche per quel che riguarda l’accoglienza dei minori, anche perché molti sono arrivati senza la mamma e sono affidati a nonne o zie. Di conseguenza per i minori le procedure stanno diventando più difficili ed entrano in gioco anche gli assistenti sociali”.

Come avviene questo inserimento?
“Un aspetto importante che stiamo portando avanti è, infatti, l’inserimento con le scuole. Un inserimento regolato anche dalla pubblicazione di una circolare del Ministero dell’Istruzione in cui, appunto, si prevede che deve essere favorito l’inserimento in classe. Devo dire che tutti i presidi si sono messi a disposizione per accoglierli.

All’inizio, ovviamente, c’è il problema della lingua. Il primo bimbo che è arrivato ad Ischia ha 5 anni ed è stato inserito in classe grazie alla pervicacia della Preside che, con le donne ucraine presenti a Ischia, è riuscita a garantire al bimbo la presenza di un’interprete almeno per qualche ora al giorno. I ragazzini vengono inseriti per fasce d’età, anche se, ovviamente nei primi casi c’è stata un po’ di difficoltà. In alcuni casi, devo dire, che qualche bimbo continua a frequentare la DAD con la scuola Ucraina, lì dove è ancora possibile fare lezioni. Per ora abbiamo molti ragazzini che frequentano le medie e abbiamo dovuto lavorare un po’ in più per questi inserimenti”.

Mi sembra che Ischia, quando vuole, riesca a fare anche un fortissimo gioco di squadra
“Si, davvero tanto. È uno degli aspetti più belli in questi momenti di grande bisogno”

Quali sono le richieste più frequenti?
“Io ti parlando come Diocesi. Molti non vanno alla Caritas, nel senso che hanno una dignità talmente forte che nonostante siano arrivati ad Ischia solo con i propri indumenti perché scappati d’improvviso dalla propria terra, non chiedono assistenza e molti vengono proprio con l’idea che il prima possibile vogliono tornare lì. Spesso le mamme lasciano i bambini e poi ripartono. C’è una dignità molto forte e c’è anche la generosità delle famiglie che ospitano che cercano di non far mancare nulla. Li abbiamo aiutati con vestiti e cose varie ma non con generi di prima necessità, questo è un aspetto veramente di grande dignità secondo me. Nonostante siano donne e giovani, chiedono l’inserimento nel mondo di lavoro. C’è molto caporalato, qualcosa che accadeva anche prima, cioè che molte mamme, molte donne hanno una propensione anche al lavoro; quindi, spesso chiedono come fare per lavorare. Sembra che il Governo si stia attivando anche in questo, così come si sta attivando per dare un aiuto economico anche alle famiglie che ospitano e agli alberghi perché, comunque, ora dovranno mettersi in gioco, eventualmente, anche gli alberghi. C’è qualcuno che sull’isola aspetta l’iter regionale”

C’è un aspetto che tocca molto ovvero il dramma dei bambini e delle madri che, ad esempio, ieri abbiamo raccontato con le foto di Pasquale Gargano.
“Si, davvero, è un aspetto molto triste. Però, ti devo dire, che ad Ischia abbiamo vissuto momenti tragici e felici. Abbiamo avuto un bimbo di due mesi che è arrivato nelle settimane scorse e per questo piccolino c’è stata una vera gara d’amore tra medici volontari. Alla fine, è stato visitato da un pediatra che si era messo a disposizione. Aveva dei dolori perché troppo ingordo nella poppata. C’è un’altra storia che vi vorrei raccontare.”

Prego
“Sono arrivate due donne che devono partorire tra un mese. Una ha lasciato in Ucraina un bambino di 15 anni. Sono venute qui per mettersi in salvo. Quindi c’è anche questa paura, mista a serenità a dignità. Una delle due ragazze è venuta in Commissariato, lei vive sola perché la suocera ha già cinque persone nella sua casa. Noi le abbiamo detto chiama anche di sera, non ti preoccupare, ti accompagniamo in ospedale, ci ha risposto “non ti preoccupare, io vado col pullman”. Quanta forza! Entrano in punta di piedi e ci sono veramente tante, tante, facce belle”.

Il futuro di questa macchina?
“Guarda, è bello vedere questo forte senso di integrazione, è bello vedere la poliziotta che porta un pensiero per i bambini, il bar che dona qualche piccolo aiuto. È una bella reazione, che sta avvenendo, però dobbiamo capire, poi, in corso d’opera se Ischia sarà capace di ospitare perché, per esempio, molti che hanno dato la disponibilità per la propria casa, ovviamente tra un po’ di mesi dovranno fittare.

Quindi c’è anche questo risvolto della medaglia, oppure negli alberghi, magari si spera che comunque si lavorerà. Quindi bisogna capire, però, che loro veramente vengono con un grande senso di patria e col desiderio di tornare presto lì. Stiamo portando avanti questo lavoro come Diocesi, come ufficio pastorale, il commissariato, la pastorale scolastica, la famiglia… proprio per dare, oltre all’assistenza, anche un minimo di solidarietà E poi ci sono le Istituzioni. A breve entreranno in gioco i comuni perché, credo, specialmente per quel che riguarda la situazione dei minori, ci sarà lo stesso ufficio di Piano che avrà un ruolo. Questa è un’esperienza davvero condivisa, pensa che oggi la Capitaneria ha portato alcuni simboli per la Pasqua. C’è veramente una gara d’amore tipica delle emergenze. Certo, c’è pure chi approfitta però, vabbè capita…”

Che tipo di problemi stata affrontando?
“All’inizio avevano una grossa paura di dichiararsi ma oggi la comunità ucraina sta aumentando. All’inizio venivano solo quelli che tenevano l’appoggio ad Ischia. Ora, invece, sta succedendo che si sta spargendo la voce anche a Napoli. In città le strutture di accoglienza sono piene e molti scelgono di venire a Ischia anche senza un appoggio locale. Sono diverse le richieste di questo genere che stiamo ricevendo. Con il sindaco di Serrara Fontana, Irene Iacono, si è tenuto un incontro con tutte le associazioni di Serrara Fontana. A breve il comune attiverà un centro di ascolto e un secondo punto Caritas al Ciglio. Quindi c’è proprio questa vicinanza e questa voglia delle Istituzioni di aiutare. Però ovviamente aspettano sempre l’okay della Prefettura”

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos