sabato, Ottobre 12, 2024

Filippo Florio: “Distorsione alla caviglia ad Angri, bello il gesto di Puca. La fase difensiva va migliorata, mai questi errori negli ultimi anni”

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È il minuto 21 al Novi quando la partita si ferma. Su un traversone dalla corsia, Filippo Florio anticipa in maniera provvidenziale l’attaccante dell’Angri e resta giù per un problema alla caviglia. Il terzino non riesce a proseguire e lascia il terreno di gioco con largo anticipo, nella gara poi pareggiata dall’Ischia Calcio. Termina 1-1 il derby campano, ma le attenzioni sono subito rivolte all’infortunio del laterale gialloblù, pilastro nello schema tattico di Enrico Buonocore e punto di riferimento per i compagni in campo. Il ventottenne si racconta dopo lo stop che l’ha costretto ad uscire anzitempo dal match.

La prima domanda è d’obbligo. Come stai?
“Purtroppo ho preso una piccola distorsione alla caviglia, nell’azione in cui c’è stato il cross e sono riuscito ad anticipare l’avversario. Quando sono atterrato, Iannaccone, nel tentativo di salvare la palla, mi è caduto sulla caviglia. Si è leggermente girata. Purtroppo è fragile, venendo già dallo scorso anno con un infortunio abbastanza pesante. Mi è andata in distorsione. Mi fa male, ma è meno grave del previsto. Dobbiamo valutare giorno per giorno come reagisce, in questo momento faccio fatica a fidarmi di lasciarmi andare. Non riesco ancora a correre. Penso che con il passare dei giorni possa migliorare”.

L’Angri ha pubblicato la foto della tua uscita, aiutato da Chiariello e da Puca, calciatore grigiorosso. È stata una bella immagine e un bel messaggio.
“È stato un bel gesto, assieme a Chiariello c’era Andrea (Puca, ndr), è un amico oltre ad essere un avversario in quella gara. Quando giocavo in prima squadra qui, lui faceva gli Allievi e la Juniores, più di una volta abbiamo giocato insieme. È un amico, ci siamo sentiti negli anni. Subito si è preoccupato ed è venuto a darmi una mano. Lo dico sempre, cerco di comportarmi nello stesso modo quando gioco perché siamo tutti uomini e calciatori, oltre ad essere avversari per 90’. Nel calcio c’è la rivalità, quella buona, da persone intelligenti, e che finisce sul campo. Siamo tutti giocatori, non ha senso avere odio nei confronti di un avversario perché facciamo tutti lo stesso mestiere e giochiamo tutti per vincere. Ci vuole rispetto tra noi calciatori, penso sia alla base dello sport sano. È quello che mi ha sempre contraddistinto anche nella mia piccola carriera con questa tipologia di valori. Ringrazio Andrea, sono contento sia uscito qualcosa di buono da questa vicenda”.

Contro l’Angri finalmente l’Ischia ha mostrato il suo valore. Non possiamo nascondere tuttavia i momenti complicati. Come l’hai interpretata?
“Siamo partiti bene, nei primi trenta minuti abbiamo giocato a viso aperto, da parte di entrambe le squadre. Noi avevamo fatto intravedere quelle che erano le nostre qualità, oltre al nostro gioco. Dopo il gol segnato da Talamo ci siamo abbassati, non dobbiamo farlo, e abbiamo sofferto il loro ritorno. La partita di Angri è da vincere, non ci giriamo intorno, se vogliamo ambire a qualcosa in più della salvezza. È vero che ci ritroviamo ad affrontare un girone nuovo e che ci stiamo anche assestando un attimo a livello societario, quindi c’è un po’ di difficoltà legata anche alla questione societaria. Però possiamo e dobbiamo fare di più. Noi calciatori lo sappiamo, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. In campo ci andiamo noi. Il mister può darci delle direttive, ma la responsabilità in campo è sempre stata dei giocatori, quando le cose vanno bene e quando le cose vanno male. Dobbiamo fare di più. In questo momento non ci gira benissimo rispetto al solito. Ci sono episodi che possono farti vincere la partita, ma anche pareggiare. L’Angri ha avuto delle occasioni, ma il gol arriva da una situazione fortuita, con una deviazione in mezzo all’area di rigore. Se siamo più cattivi, possiamo evitare questo tipo di situazioni. Abbiamo fatto 30’ bene, poi abbiamo peccato di personalità. Siamo alla quinta giornata, il campionato è lungo. Dobbiamo crescere attraverso il lavoro, ma possiamo fare meglio di così”.

Quest’anno ci sono stati diversi cambiamenti nel gruppo, ad Ischia sono arrivati calciatori di personalità e con una storia alle spalle. È più difficile l’inserimento e l’intesa?
“Non la vedo come una questione di personalità umana. Sono ragazzi eccezionali e giocatori importanti, non sto qui a raccontarli. Penso più che sia una questione di caratteristiche. Quando prendi un giocatore formato è più difficile integrarlo in un contesto dove c’erano tutti giocatori adattati e votati a quella tipologia di gioco. Lo stesso Valerio (Baldassi, ndr), che è l’unico andato via, era un giocatore “ibrido”, non aveva una sua fisionomia di gioco. Arrivato qui è riuscito ad adattarsi molto velocemente alla nostra identità. Quando prendi un giocatore che ha vinto i campionati, strutturato, e lo devi inserire in un contesto di gioco che può essere adatto alle sue qualità, è più difficile portarlo velocemente a quella tipologia di gioco rispetto ad un giocatore giovane che è alle prime esperienze e ha una mentalità non precisa, è molto più aperto. Penso che sia più una questione di far adattare le caratteristiche dei giocatori alla nostra tipologia di gioco.

Ad esempio Chiariello domenica, soprattutto dal lato mio dove tendiamo a costruire per finalizzare a sinistra, subito è riuscito a rientrare e a dare la possibilità alla squadra di girare in quel modo perché sono tanti anni che lo facciamo. Quando porti avanti un progetto per tanto tempo, è più semplice sposare l’idea e far andare bene le cose. Quando cambi, ci sta un momento di adattamento. Peppe (Mattera, ndr), oltre ad adattarsi al nostro modo di gioco, può darci varie soluzioni in più in avanti perché ha qualità importanti come le giocate dirette in profondità che possono essere sfruttate. Dobbiamo essere anche noi ad adattarci ad alcune giocate del singolo. Siamo ancora alla quinta giornata, ci sta conoscersi. C’è ancora un mondo da scoprire”.

Le due partite un po’ più difficili da assorbire sono state quelle contro Martina e Virtus Francavilla. Hanno acceso qualche riflettore sul reparto difensivo?
“Il momento passerà quando non prenderemo più gol. Stiamo continuando a prendere gol, vuol dire che dobbiamo ancora lavorare dal punto di vista difensivo. L’errore del singolo ci può stare, ma non è stato solo quello di Zandri nella gara contro la Virtus Francavilla. Ci sono stati anche contro il Martina alcuni errori nostri, dei singoli. Non va data la colpa al ragazzo. I giocatori devono assumersi le responsabilità, sicuramente, ma in quelle due partite ci sono stati i campanelli d’allarme perché non abbiamo mai fatto quel tipo di prestazione nei 4/5 anni che siamo qui, soprattutto nelle ultime due stagioni dove siamo riusciti ad esprimere un determinato tipo di gioco, ma anche in passato con Billone e con Iervolino non abbiamo mai avuto una partita così, dove siamo crollati dal punto di vista difensivo.

Il campanello d’allarme deriva da quello, ma crea anche sconforto all’interno del giocatore perché non è abituato. Il giocatore deve reagire a quel momento. Penso che non sia una questione di fame nel difendere, ma di meccanismi da migliorare. Tendevamo tutti ad andare in avanti e ci dimenticavamo di difendere, ma non solo la linea dei quattro. Si parla anche degli altri reparti. La fase difensiva riguarda tutti ed è collettiva, i quattro dietro devono essere gli ultimi a non commettere errori individuali. Con il Martina abbiamo preso gol su palla scoperta, siamo rimasti io e Peppe in un due contro due. Non è possibile lasciare questo tipo di situazioni agli avversari. Il collettivo, in quel momento, non stava facendo bene la fase difensiva. Poi è più facile dare la colpa al singolo perché fa l’errore evidente, ma se si analizza tutto il contesto, c’è una fase difensiva che non è stata la nostra, quella solita, con l’aggressività e con la voglia di andare a recuperare il pallone”.

Tornerete a giocare a Forio e il nostro augurio è di rivederti subito in campo. Avete analizzato il Matera?
“È una squadra forte, conosco alcuni dei calciatori. È strutturata, forte e pronta. Sono anni che fa questo girone, sa come vincere le partite. In questo momento sta facendo anche abbastanza bene. Mi aspetto una partita difficile, maschia, dura, soprattutto a Forio, su un campo in cui si gioca molto sulle seconde palle, ad un certo punto si assiste ad un ping-pong. È difficile tenere la palla bassa e ci sono molte respinte. Chi avrà più fame e cattiveria nell’andare a recuperare e vincere le seconde palle, può avere un vantaggio. Poi le partite sono caratterizzate dagli episodi. Anche contro il Fasano ci sono stati due/tre episodi che se fossero stati a favore nostro, magari avremmo vinto la gara. Invece ci sono girati contro e siamo stati bravi a reagire. Gli episodi fanno la differenza nel calcio, soprattutto su campi lunghi, stretti e dove la palla rimbalza tanto, come quello del Calise”.

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