La Redazione di “Procida oggi” attraverso il suo canale social ha espresso una valutazione sull’iniziativa in corso per la raccolta di firme per la presentazione di una proposta di legge regionale riguardanti alcune problematiche sulla sanità nelle tre isole del golfo di Napoli.
Proposta di legge popolare, fuffa o opportunità?
“La proposta di legge di iniziativa popolare sulla sanità, per come formulata, sembra apparire come una presa in giro per i cittadini o come un tentativo estremo per bloccare la messa in attuazione della sentenza del TAR Campania che riguarda proprio questi temi.
In entrambi i casi l’iniziativa va respinta. Ma se c’è buona fede da parte di tutti basterebbe condividere una modifica semplice ma sostanziale. Cerchiamo di capire.
La più immediata, quasi banale, delle osservazioni é che già esiste una legge dello Stato che indica con precisione le condizioni per essere definita zona disagiata in materia sanitaria, provvedendo, pure, ad indicare i servizi da fornire ai cittadini residenti in tali zone. Capri Ischia e Procida sono riconosciute come tali.
Il TAR con due sentenze lo ha confermato per Procida ed è stato costretto nominare un ” commissario ad acta” per contrastare e superare la volontà regionale di non rispettare la Legge e le stesse sentenze.
Come procedura, la proposta di legge popolare deve essere recepita dagli organi regionali, ossia dalla maggioranza politica del Consiglio Regionale, con l’attuazione da parte del Presidente e della Giunta, vale a dire degli stessi che si rifiutano di mettere in atto una legge statale, peraltro già prevista nel Piano Ospedaliero Regionale recependo la prima sentenza del TAR (neanche per questo sarebbe necessario includerlo come richiesta ma come sollecitazione ad attuarla) Quale motivazione dovrebbe far mutare comportamenti e decisioni da parte dell’ASL col consenso della Regione?
E’ evidente che, al fine di ottenere i servizi sanitari previsti per legge, la proposta popolare, così come formulata non ha alcun senso.
ATTENZIONE! Rivedendo il film del pregresso, non riusciamo ad immaginare che gli autorevoli suggeritori della nuova manovra siano così sprovveduti da non considerare i noti meccanismi procedurali, facendo ricadere proprio su se stessi il problema, per attuare ciò che hanno sempre rifiutato di fare….
Quale cittadino, qualunque sia il partito politico per cui vota, può immaginare una soluzione del genere?
Si tratta di un diversivo, una distrazione di massa per convogliare voti sul PD, tanto tutto si deciderebbe dopo le elezioni regionali e tutto resterebbe uguale ad oggi?
No! A fare bene i conti, al PD con o senza De Luca non conviene tale ipotesi nei tempi, perché se la strada indicata avesse un senso o la si volesse percorrere a prescindere, i procidani con o senza la presentazione della loro proposta di legge, saranno obbligati a non votarli per non riconfermare la maggioranza politica uscente, non solo De Luca e il PD regionale, concordemente e “coerentemente “ostili alle loro esigenze sanitarie. E allora? A pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina.
Permetteteci di peccare a fin di bene! E’ da immaginare che la proposta dei sottoscrittori, con raccolta di firma entro metà marzo, darebbe al Consiglio Regionale la possibilità di approvarla immediatamente. Il motivo?
A leggere il testo da sottoscrivere, come punti di richiesta presenta, due proposte sono accattivanti con ipotetici maggiori collegamenti marittimi ed agevolazioni sui costi di viaggio come facilitazioni per i familiari di malati da ricoverare tutti fuori dall’isola e per i medici che scelgono di venire a Procida per lavoro.
Il terzo (punto c) però contiene il nocciolo dell’iniziativa da non poter condividere. Vengono richiesti; “servizi sanitari come presidi ospedalieri”, quindi ciò che già c’è.
E come si concilierebbe la nomina del Commissario con l’approvazione della proposta di legge popolare? Di fronte ad una legge richiesta dal Comune e dai cittadini, De Luca avrebbe gioco facile ad opporsi alla nomina del commissario.
Approvando la legge di iniziativa popolare immediatamente, mentre è ancora in carica, in nome di una presunta autonomia in materia sanitaria, questa opposizione sarebbe una “logica” conseguenza.
Se è lo stesso Comune di Procida ed, ancor più, i cittadini a ritenere che gli attuali servizi sono sufficienti e chiedono che siano confermati, perché cambiare?
Il Commissario, poi, cosa fa? O accetta la” decisione ” popolare e della Regione o questa, visto la “marcia su Roma” già messa in atto per motivi similari, aprirebbe una nuova lunga vertenza contro il commissariamento in nome dell’”autonomia” regionale (che comunque non contempla la contrapposizione ad una legge nazionale per la parte già disciplinata).
Intanto i diritti alla salute dei procidani continuerebbero ad essere mortificati, ridotti e sviliti.
Che fare? Basta modificare il “punto c” delle richieste con un riferimento alla totale applicazione di quanto indicato dalla legge nazionale per le zone disagiate, con integrazione delle necessità per la medicina del territorio. In questo modo l’iniziativa potrebbe essere condivisa in modo unanime e svanirebbe ogni possibile contrarietà, nell’interesse di tutti noi. Diventerebbe una iniziativa utile, con spirito positivo.
E Ischia e Capri, quali benefici avrebbero? Le riduzioni dei costi di viaggio per i familiari di malati non ricoverati in loco nelle strutture di cui già dispongono, e per i medici che vi operano.
Senza le modifiche anzidette, chi firma fa del male a se stesso e a Procida. Se sbagliamo, i responsabili dell’iniziativa, ce lo dimostrino. Non con la fuffa, ma in modo serio e documentato. Ne prenderemmo atto. Restiamo in fiduciosa attesa….”