Ida Trofa | Dovrebbero essere, sulla carta, interventi destinati a ridare fiato all’economia del Cratere, a cominciare finalmente con la ricostruzione mediante il finanziamento e il sostegno al paese partendo dal privato cittadino. Di fatto, restando così le cose, sarà l’ennesimo fallimento, l’ennesima sequela di convenzioni inutili che gravano sui fondi del terremoto. Lo è stata la disposizione sulla inutile microzonazione sismica con i suoi 210mila euro e lo sarà ancora di più quella con INVITALIA con gli oltre 2 milioni e 500 mila euro per dare lavoro ai soliti raccomandati e imbastire l’ennesima struttura di consulenti ed esperti sodali al potere.
Una lobby di manovrini in doppio petto, legalizzata da uno Stato, sordo ed insensibile alle istanze del territorio. Una lobby, la convenzione INVITALIA che al paese e alla sua ricostruzione toglie risorse economiche senza la certezza che faciliti l’accesso ai fondi. Un inter farraginoso che nel Centro Italia (maledetto sia chi lo ha voluto emulare) ha prodotto sfaceli e darmi più del terremoto. Già l’ordinanza n.2 dell’ex prefetto Schilardi si è rivelata un flop, quasi gigantesco. Nessuna adesione alla previsione per la ristrutturazione dei danni lievi (3 richieste sono il nulla rispetto a 2475 sfollati ed oltre 1000 immobili inagibili) proposta dalla struttura commissariale, nessuna richiesta di contributo post sisma. Insomma previsioni che lasciano il tempo che trovano e restano solo sulla carta. Allo stato il nulla più assoluto per Ischia ed il suo terremoto.
Una misura poco incisiva perché non tarata sulla specificità del Cratere. Tardiva e quasi inutile a 17 mesi dal sisma. Il difetto, come si dice in questi casi, stava nel manico, si tratta del tempismo. Senza una via di fuga con regole chiare e certe è del tutto evidente che sul fronte della ricostruzione si sia ancora fermi. Ma d’altronde non poteva essere altrimenti. Abbiamo voluto emulare il Centro Italia e resteremo come il Centro Italia: senza ricostruzione! La verità è che per ora i nostri sacrifici e quelli dei nostri padri, valgono solo 540 euro al mq, più IVA se non recuperabile. E questa è la migliore delle ipotesi contenuta nelle ordinanze 2 e 4 di Carlo Schilardi per i danni lievi. Sciù! Nel frattempo la non ricostruzione voluta dallo Stato paga solo lo Stato ed i suoi apparati. Basta leggere i primi dispositivi varati dallo “straordinario” commissario. La ricostruzione privata è ingessata e senza quella non c’è futuro.
I terremotati sono stati svenduti per quattro cocci a Villa Arbusto, a breve per far finta di risistemare il rischio idrogeologico(solo annunci fin qui) e soprattutto per foraggiare gli apparati dello Stato, quelli con gli sponsor politici. 2,5milioni al vampiro Invitalia e 210mila euro sprecati in una indagine di microzonazione che non serve fintanto che i danni lievi fondano sulla vecchia norma!
La microzonazione inutile
La prima vera avventura fallimentare, quella all’ordinanza numero 1, la microzonazione con oneri a carico delle risorse disponibili sulla contabilità speciale di cui all’art. 19, entro il limite complessivo di euro 210.000. Un’attività che non serve, il suo responsabile non è vincolante e, soprattutto, non da indicazioni per Ischia. I bacini imbriferi presenti nella zona del Cratere, i limiti imposti dalle. Concessioni regionali, rendono impossibile eseguire le perforazioni per i saggi in prossimità delle zone rosse ritenute sensibili in tal senso. Zona dove sono presenti decine di bacini termali anche superficiali e ad alta densità energetica. Non lo consentono in regime ordinario figuratevi nella straordinarietà di un sisma. Lacco Ameno l’ha fatta lungo il litorale a 3 km dal Fango dove c’è la devastazione. Casamicciola al Manzoni, su viale Paradisiello e a breve comincia su via Santa Barbara.
Microzonazione, la Regione dice “NO“ e impone il rispetto delle falde agli esperti
La Regione Campania è stata chiara: State lontani dai bacini imbriferi, la vostra attività è pericolosa e altamente inquinante! E manda persino una cartina per evitare guai… Dunque siamo finiti nelle mani di esseri ed amministratori strumentali che alimentano solo i propri interessi e i propri affari, mentre il cratere lentamente muore.
Ecco l’aut aut di Palazzo Santa Lucia sullo “Studio di microzonazione sismica di llI livello Ordinanza n. 1/2018 Commissario Ricostruzione”:
“Sulla Esecuzione Indagini geognostiche. In riferimento alla nota pec di codesto Comune del 15 febbraio 2019, con la quale viene comunicato l’avvio di uno studio di microzonazione sismica che necessita l’esecuzione di indagini geognostiche […], si evidenzia che in prossimità delle località indicate esistono numerose concessioni di acque termali. Si precisa che in virtù di quanto disposto dalla L.R. n. 8/2008, ogni singola Concessione, al fine di salvaguardare le caratteristiche qualitative delle acque ed assicurare la salvaguardia del giacimento, indica, oltre all’area di concessione, anche le aree di salvaguardia distinte in zona di rispetto e zona di protezione ambientale. Nelle zone di rispetto, interne all’area di concessione, sono vietate le attività inquinanti, nonché quelle che possono pregiudicare o alterare le caratteristiche chimiche, chimico fisiche e batteriologiche della risorsa. Tali motivazioni spingono ad escludere la possibilità di potere eseguire indagini geognostiche all’interno delle aree di concessione. Mentre nelle zone di protezione ambientale, sono proposte, negli strumenti di pianificazione territoriale, idonee misure relative alla destinazione d’uso del territorio e misure di tutela e salvaguardia delle aree di ricarica. (Art. 4, comma 11 della L.R. n. 8/2008. Pertanto, al fine di salvaguardare la piena efficienza della intera dinamica delle acque sotterranee, chiede di osservare quanto indicato dalla normativa di riferimento e di preservare le aree d salvaguardia connesse alle aree di concessione, evidenziando che le zone di protezione ambientale ricomprendono le aree di ricarica delle falde, anche all’esterno del perimetro delle stesse concessioni”.
Per una maggiore comprensione Il dirigente Regionale Sabrina Beneduce e Gaetano De Martino mandano ai comuni un disegnino e la Cartografia (Tav. 6 PRAMT) dove risultano ubicati i perimetri delle aree di concessione, nonché le aree di Salvaguardia e le Aree di Attenzione per le risorse Termo-Minerali.
I costi monstre di Invitalia
Il commissario per la ricostruzione Carlo Schilardi con la sua ordina numero 3 ci getta nelle fauci di Invitalia. Arriva così la convenzione tra la struttura commissariale e l’agenzia italiana. Quella che fa il paio con Microzonazione e danni lievi. Quella che ci toglie risorse, costa e attinge dai fondi per la ricostruzione. Quella che ci pone davanti all’ennesimo calvario burocratico.
Al protocollo 266 del 28 dicembre c’è la 3 di Schilardi 2 milioni e 500 mila euro solo per “lo schema di convenzione con l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A-INVITALIA“. Tutto ai sensi del Decreto urgenze ( art. 18,comma 5, del decreto-legge 28 settembre 2018 a. 109, convertito co 2018, a. 130. e con modificazioni dalla legge 16 novembre). Caro sventurato Centro Italia.
Per la ricognizione dei danni ed il fabbisogno Invitalia resterà fino al 31 dicembre 2021 (salvo proroghe) per 2.567.129,40 comprensivo di IVA. Si tratta dell’ammontare del corrispettivo massimo generali gli oneri connessi all’effettuazione delle attività previste. Le parti si sono già sentite nella seduta del 19 dicembre 2018. A colloquio gli esperti di INVITALIA e quelli a servizio del già prefetto e commissario del terremoto di Avellino.
L’Agenzia nazionale per attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A. opererà secondo uno schema con piano operativo predefinito per l’assistenza tecnica specialistica a supporto delle funzioni affidate alla gestione commissariale nell’ambito degli interventi nei territori colpiti. Ora, per prima cosa assumeranno due agibilitatori (raccomandati dalla casta) con un bando già emendato diverse settimane fa. Poi resterà ferma sei mesi in attesa di nuovo ordine, tanto loro sono stati pagati che gli frega. Intanto il territorio aspetta i fatti.
Pioggia di milioni per i cocci di Villa Arbusto
Nel comunicato stampa del 18 febbraio 2019: Progetto di messa in sicurezza dell’area archeologica degli scavi di Santa Restituita nel comune di Lacco Ameno. Il 18 febbraio 2019 presso la sede della Soprintendenza ai beni archeologici, belle arti e paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli si è tenuta una riunione, per definire un accordo tra Comune di Lacco Ameno, Curia e Soprintendenza finalizzato a prevedere un progetto complessivo di messa in sicurezza e sistemazione dell’area archeologica degli scavi di Santa Restituta nel Comune di Lacco Ameno. Il progetto dell’intero complesso verrà diviso in due lotti funzionali la parte riguardante le strutture e il consolidamento degli elementi in fondazione e la parte di esclusiva competenza dei beni culturali. Verrà, altresì, utilizzato un progetto già esecutivo del 2016 predisposto dalla Curia e approvato dalla Soprintendenza quasi 30 mila euro per i cocci rotti del museo. I convenuti hanno individuato l’ente comunale il soggetto attuatore dell’opera, con direzione scientifica della Soprintendenza ai beni archeologici, belle arti e paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli.