All’inizio doveva essere questa cosa qua: “Da Dicembre 2021, dopo una prima fase di studio del fondale, sono iniziati i lavori di potenziamento delle opere di difesa della diga foranea, con opere sommerse che hanno lo scopo di smorzare l’energia dell’onda. Si tratta di elementi di ultima generazione, brevettati.
Sono previsti due lotti di lavori, per la durata di un anno. A fine maggio, sarà consegnato il I Lotto, che prevede l’ultimazione di una prima barriera, a 50 metri dalla diga foranea, a circa 8 – 16 metri di profondità, e la realizzazione della testata della diga foranea, con spostamento del faro verde.
Il II lotto, prevede invece, la realizzazione di una ulteriore barriera sommersa, a circa 200 metri dalla diga foranea a circa 6 – 12 metri di profondità, che svolgerà anche la funzione di protezione della condotta sottomarina, nel tratto verso terra, frequentemente danneggiato dal moto ondoso”.
Nella realtà, invece, è stato un disastro milionario sotto e sopra il mare. Un appalto nato male e finito peggio.
DANNI SOPRA AL MARE
Vi abbiamo già raccontato dei danni e delle grane che l’amministrazione di Forio si trova a vivere in fondo al mare (e in basso facciamo un rapido recap), questa volta vi raccontiamo dei anni che ora sono apparsi “sopra” al mare.
Il comune di Forio, come abbiamo letto, aveva comunicato che con l’appalto da 10 milioni di euro sarebbe intervenuto anche per la “realizzazione della testata della diga foranea, con spostamento del faro verde”.
Bene, il poco mare di questi giorni ha danneggiato sia il sostegno del faro verde sia la testata della diga foranea. All’ingresso del Porto di Forio, infatti, sono finiti in fondo al mare oltre sette metri di scogli che proteggevano l’infrastruttura marina lasciando agli agenti atmosferici la struttura in cemento che sostiene il faro.
Una scogliera di “cartone” interessata da gravi cedimenti strutturali realizzata nell’ambito dell’intervento della diga foranea.
C’è davvero poco da aggiungere.
I DANNI IN FONDO AL MARE
Il progetto faraonico denominato “Lavori urgenti per il potenziamento delle opere esterne di difesa e la rinaturalizzazione degli areali marini compromessi” che la Regione Campania aveva finanziato per 9.942.279,64 euro e diviso in due lotti è diventato un vero e proprio disastro.
Il progetto esecutivo, verificato e validato, era stato approvato dalla Giunta a settembre 2020 e nello stesso mese il responsabile del Settore V arch. Giampiero Lamonica aveva indetto la gara d’appalto con procedura aperta. Appalto poi aggiudicato ad aprile 2021 all’Ati “Meridiana Costruzioni Generali” capogruppo e “S.A.CO.S.E.M. Società Appalti, Costruzioni, Stradali, Edili, Marittime” mandante per l’importo pari a 6.830.564,98 euro oltre oneri della sicurezza ed Iva. Le opere, iniziate a novembre 2021, sono state ultimate a luglio 2023, come accertato dalla direzione dei lavori Studio Discetti.
Sta di fatto che come già verificatosi per i progetti varati da Del Deo, qualcosa non è andato per il verso giusto tanto è vero che il dirigente Lamonica nei mesi scorsi fu costretto a scrivere che «nel mese di gennaio 2023 le barriere sommerse realizzate come opere di difesa sono state interessate da forti mareggiate che hanno provocato danni irreversibili alle stesse, pregiudicando ogni tipo di funzionalità cui le stesse erano destinate; lo scopo primario della realizzazione di tali barriere sommerse era quello di proteggere l’area portuale in caso di forti mareggiate, e che i danni rilevati comportano la inefficacia degli interventi realizzati».
Quasi 10 milioni spesi inutilmente!
Era febbraio 2023 quando la direzione dei lavori relazionava sullo stato delle opere accertando: «Le cause del collasso e, quindi della totale perdita di funzionalità dei moduli, fermo restando la verifica dei livelli prestazionali certificati dal produttore, sono attribuibili all’azione del moto ondoso ed in particolare alla durata dell’evento sfavorevole ed alla significatività dell’evento con conseguente esposizione dell’infrastruttura portuale all’azione incidente dei marosi».
IL CONTENZIOSO
Ma questo non è l’unico problema che il Comune si ritrova ad affrontare sempre in relazione ai lavori al porto. Dal fondo del mare o dalla scogliera del porto si passa direttamente al Tribunale.
Ma la vera “tegola” è il contenzioso avviato contro il Comune dalla “Meridiana Costruzioni Generali”, che ha ottenuto un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo da oltre un milione di euro. Per la precisione 1.215.349,41 euro oltre Iva ed interessi moratori, più spese per compensi. Un’azione che lascerebbe intendere che non siano state pagate tutte le somme dovute. Ovviamente l’Amministrazione si è già attivata per proporre opposizione, ma resta l’aspetto paradossale e “dolorosamente” costoso di questo appalto milionario.
Da un lato l’impresa batte cassa, dall’altra ora il Comune dovrà verificare perché quei lavori non hanno conseguito l’obiettivo che si prefiggevano, ovvero la protezione del porto di Forio dalle violente mareggiate. L’unico dato certo ad oggi è che le opere di difesa contro i marosi non hanno retto alla violenza delle onde…