lunedì, Novembre 25, 2024

#franacasamicciola Che il problema fango non diventi fangopoli

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E’ il terzo giorno che trattiamo l’argomento fango. E’ questo, infatti, il tema dei temi da affrontare ora che, finalmente, abbiamo dato degna sepoltura alle vittime di questa assurda strage di fango.

Gli 80 mila metri cubi di materiale che è venuto giù sono un problema serio da risolvere per due grandi motivi. Il primo riguarda la vita delle persone di Casamicciola. Fino a quando non si elimina il fango, infatti, i cittadini di un’ampia porzione di Casamicciola non potrà neanche pensare di mettere in sicurezza. Le lentezze burocratiche e realizzative di questo tema sono direttamente collegate con la vita delle persone. Cittadini a cui va garantito, prima di tutto, il diritto a pensare di ritornare, in sicurezza, a vivere. L’altro, ovviamente, è quello della realizzazione vera e propria del piano di rimozione dei materiali.

La quantità enorme di materiale, non ancora calcolata con misurazioni scientifiche, è oggetto di più valutazioni. Valutazioni che, come potete immaginare, ha attivato gli sciacalli locali e non che hanno fiutato l’affare.

Come vi abbiamo già ampiamente illustrato, la gestione del fango è un problema dal costo, potenziale, di 18 milioni di euro e prevederebbe oltre 12 mila carichi da inviare in terraferma.

Una dimensione “enorme” di questa vicenda che sta spingendo verso una soluzione che preveda un utilizzo locale ma che sarebbe fermata da vincoli e leggi in vigore. Nonostante l’emergenza e la possibilità di ricorrere a poteri “speciali” c’è bisogno, comunque, di un coordinamento tra enti. E in Italia, questa, è la cosa più complicata.

Al momento il problema siti di stoccaggio è quello che più preoccupa il commissario Legnini. Dopo aver avuto l’approvazione dell’ARPA Campania per il parcheggio dell’ANAS e di una zona a Forio in località Casale, si cerca una terza area a Barano.

SOGGETTO ATTUATORE. Un’altra problematica, di rilevante entità, è quella collegata al soggetto attuatore del piano di rimozione dei materiali. In una fase iniziale, il Commissario aveva identificato in AMCA il soggetto attuatore ma il presidente Lettieri ha comunicato l’impossibilità (anche oggettiva, ndr) di adempiere completamente all’impegno attuativo e si studia una soluzione con SMA Campania. Una delle tante società regionali che hanno tanto la forma del carrozzone politico. Nello specifico, questo, è affidato a Tommaso Sodano.

FANGOPOLI Lo ripetiamo, senza voler troppo alzare la voce, c’è un rischio, potenziale, di “fangopoli”. I segnali e gli avvistamenti negli uffici che contano portano tutte in direzioni molto “fangose”. E, attenzione, è un altro fango.

4 COMMENTS

  1. e poi dice che l italia ha un debito colossale che ormai cade anche sui pronipoti-viva i magna magna della politica e la loro lungimiranza-comunque una domanda nasce spontanea-se in mare durante l alluvione si sono scaricati milioni di metri cubi di terreno (fango)e tutto va bene- adesso perche questi metri cubi che sono lunghe lq strade e negli scantinati devono essere portati in terraferma e non scaricarli in mare aiutando a pascere le coste e i lidi dell isola ????finirebbe il magna magna e percio non è possibile ??-ma èsiste una giustizia in Italia?????-

  2. e’ bene chiarire che nella maniera piu’ assoluta può essere versato a mare il fango derivante dalla frana a meno che che nn si è disposti a un nuovo disastro ambientale questa volta nella nostra area marina protetta.

    qui non si tratta di semplice terreno ma di terra mista a detriti di ogni genere plastica suppellettili cemento ferro ecc

    il costo della separazione per materiale idoneo al ripascimento delle spiagge è ben superiore a quello del trasporto in terraferma.

    certo la soluzione ci sarebbe, adottando si le leggi speciali per questo caso e consiste nel creare lungo la costa, a protezione della statale quanto in maniera inopportuna era stato fatto per il distributore erg e oggi è divenuto un giardino con belvedere.

    spostare quindi la scogliera e realizzare a protezione della strada vasche in cemento armato da riempire con il materiale della frana salvando il nostro mare e realizzando parcheggi, giardini. bar e un nuovo volto al nostro litorale oramai eroso.

  3. stiamo parlando del “fango” calato dalla montagna non della nettezza urbana -ci potra pure essere qualcosa di plastica-ma stiamo parlando del uno per mille-se vuol salvaguardare l ambiente marittimo protetto-lo incominci a fare durante l estate con migliaia di natanti sotto costa -ancorati- che scaricano di tutto e del piu –percio non si capisce cosa lei cerca di dire in questo caso -salvare l ambiente marittimo–il ferro non fa male all ambiente marittimo-anzi è al contrario-ci indica cosa vuol dire –suppellettili-e a cosa si riferisce-scusate la nostra ignoranza in materia -e anche ………..piu-..si ricorda che con questa scusa ai nostri politici con i loro compari non bastano i soldi stanziati o che stanzieranno ancora -e Casamicciola restera ancora come il dopo alluvione del 2009 -dopo il terremoto del 20017 e adesso ci aggiungiamo l alluvione del mese scorso-la povera gente è morta-il territorio sfregiato -la gente a merce della collettivita e che non avranno mai un rimborso o cos altro-e qui si parla di cosa………..

    • mi dispiace ma mi sembra che lei parla di cose che non conosce, un area marina protetta risponde ad una protezione degli ecosistemi, così come salvaguardati fino ad adesso con praterie di posidonie e tanto altro, e non come la vorrebbe intendere lei, una discarica locale in cui, a seguito di un evento disastroso, ci si può buttare subito di tutto pur di non trasferire materiale non idoneo all’ecosistema marino in altre sedi fuori dall’isola.

      l’aspetto economico non riguarda ne lei, ne me e neanche opinione pubblica, visto che mai nessuna opera progettata, finanziata e completata, passa al vaglio di congruità della pubblica opinione, per questo le dico che non dobbiamo aggiungere disastri a disastri per le future generazioni solo per la speranza che buttando tutto a mare abbiamo risparmiato.

      Oltre modo non ha inteso che cè la possibilità di rendere il fango dell’alluvione di Casamicciola compatibile con il mare, solo che ha dei costi esorbitanti.

      Pianificando un allungamento strutturale verso il mare a protezione dei litorali, molto di quel materiale potrebbe essere riutilizzato, ma il percorso non è semplice, come non è stato semplice fino ad ora smaltire le macerie del terremoto 2017 ma una spiegazione non se la è ancora data?

      In conclusione stiamo semplicemente esprimendo delle opinioni grazie al faro acceso del direttore del dispari sulla questione fango.

      opinioni che spero siano da stimolo perché oggi, con due emergenze concatenate terremoto e nuova morfologia di Casamicciola a seguito del collasso di una montagna, abbiamo solo sentito parlare di cifre disponibili ma mai di resoconti di opere effettivamente portate a termine.

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