L’udienza di riesame in funzione di appello si è comunque svolta pur in presenza di un’astensione nazionale indetta dall’Unioncamere penali che di fatto ha bloccato tutte le udienze ed i difensori che rappresentano alcuni degli indagati nell’inchiesta “Free market” che coinvolge il comune di Barano, avevano presentato istanza di differimento. Confermando la piena adesione allo “sciopero”. Il presidente dell’VIII sezione ha ritenuto di non accogliere le istanze, procedendo ugualmente alla trattazione dell’appello presentato dal pubblico ministero Giuseppina Loreto. In apertura dell’udienza è stato proprio il rappresentante della pubblica accusa a chiedere che venisse riportato in verbale che il suo ufficio rinunciava all’appello presentato nei confronti degli indagati Antonio Stanziola, Raffaele Piro e Maria Grazia Di Scala. Procedendo invece a discutere le altre due posizioni, quella dell’attuale sindaco di Barano Paolino Buono e dell’attuale comandante del Corpo della Polizia municipale, Ottavio Di Meglio. Due scelte diverse rispetto che furono formulate con l’atto di impugnazione dal sostituto Loreto il giorno seguente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari emessi dal giudice per le indagini preliminari Pasqualina Paola Laviano. Lamentando i provvedimenti. Partendo da Antonio Stanziola, per il quale il gip non aveva concesso la detenzione in carcere per un singolo episodio che era stato ritenuto in quel frangente insussistente sotto l’aspetto delle esigenze cautelari. Per il Piro a fronte di una richiesta di domiciliari, era stata applicata la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Barano. Idem per la Di Scala. Nel frattempo il tribunale del riesame ha modificato la detenzione carceraria per lo Stanziola concedendo i domiciliari, mentre per il Piro ha annullato il provvedimento del gip per mancanza di esigenze cautelari. Per la Di Scala, invece, c’era stata pronuncia di altro collegio del riesame che di fatto confermava il provvedimento dell’obbligo di dimora, poi modificato alcuni giorni dopo dallo stesso gip Laviano con l’obbligo di firma.
Il pubblico ministero molto probabilmente ha svolto un ragionamento molto semplice, capendo che difficilmente quel collegio del riesame avrebbe accolto le sue richieste e per non ritrovarsi con un’ordinanza di rigetto ha cercato di mantenere inalterato lo status quo. Con il rischio di ritrovarsi poi con una decisione che avrebbe potuto anche indebolire il mosaico accusatorio.
Ha mantenuto ferma la richiesta sottoscritta nei confronti del sindaco e del comandante dei vigili urbani di Barano. Per i quali il gip all’inizio dell’ottobre scorso ne aveva rigettato la richiesta di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Il tribunale del riesame in funzione di appello si è riservato la decisione e non ha un termine per il deposito dell’ordinanza. Nel caso in cui i giudici dovessero accogliere l’appello della Procura, l’obbligo di presentazione alla pg per la firma non diventerebbe di fatto automatico, avendo i difensori di entrambi gli indagati la possibilità di ricorrere alla Suprema Corte di Cassazione. Una possibilità concessa anche al pubblico ministero.