giovedì, Novembre 21, 2024

FREGATI ALL’8° GIORNO. Giosi e Annalisa come i gatti: ecco la demolizione “cieca”

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Dal comune aspettano lo scadere dei sette giorni concessi ai privati per le demolizioni e partono in quarta. Ma non fanno i conti con il TAR Campania e con la possibilità di chiedere l’intervento inaudita altera parte. E ora è tutto fermo fino al 19 novembre

Come i gatti. Ricordate il proverbio “La gatta frettolosa fece i gattini ciechi”, ecco l’ultima vicenda che si collega al piano di demolizione pubblica di Piazza Maio rientra, perfettamente, in questa casistica. Una casistica che getta in un cono di imbarazzo l’amministrazione comunale di Casamicciola (sempre che non bastino le sceneggiate e le piazzate realizzate dall’ex pasionaria dei terremotati oggi con incarico pubblico) che si trova fregata dai suoi stessi atti.
Atti che parlano chiaro. Basta consultare il semplice albo pretorio e, senza nessuna approfondita conoscenza delle leggi che regolano i processi amministrativi, ma con un po’ di buon senso e di logica, permettono al lettore di comprendere quale sia stato il passo falso commesso da Giosi Ferrandino, il suo comando vigili e la sua assessora al terremoto. O, se dovremmo dirla tutta, con delega alla “Struttura Commissariale”.

Il decreto emesso dalla Presidente Abbruzzese della V Sezione del Tar Campania (che illustriamo, nel dettaglio, nel box in pagina) è un schiaffo in pieno volto all’amministrazione di Casamicciola – impegnata in una importante operazione di rigenerazione urbana, va sottolineato, al netto delle singole opinioni – colta in fallo. O meglio, in un vero e proprio autogol.
Proviamo a spiegarlo in maniera facile facile.

Dopo l’approvazione del piano di demolizioni pubbliche a Piazza Maio, come vi abbiamo raccontato è iniziato (e non concluso) un lungo e complesso contenzioso giudiziario tra Raffaella Iaccarino (in particolare), il sindaco di Casamicciola Terme e la struttura commissariale del Commissario Legnini. Gli avvocati Nello e Gianluca Palomba, con ricorsi al TAR e con richieste di accesso agli atti, hanno contestato in maniera vibrante l’agire della pubblica amministrazione e ieri hanno avuto la prima, momentanea, risposta dal TAR Campania.
Senza ripercorrere tutte le tappe di questo contenzioso, attività che sarebbe tediante, veniamo all’ultima pagina, quella che ha portato alla decisione della presidente Abbruzzese.

Dopo il blocco ricevuto della Struttura Commissariale, arriva nelle mani del sindaco di Casamicciola Terme la possibilità di procedere con l’esecuzione del piano attraverso l’emissione di un’ordinanza contingibile e urgente. In base a tutto ciò, il primo cittadino del comune termale, adotta il provvedimento sindacale numero 28 dell’8 ottobre 2024 con il quale viene intimato ai privati a cui è notificata l’ordinanza di procedere alla demolizione “ad horas, nel tempo massimo di sette giorni”.

Per vari motivi l’ultima notifica viene eseguita il giorno 16 ottobre e da questo termine inizia il conto che, come vedremo, ha fatto fallire il piano di Giosi Ferrandino e Annalisa Iaccarino (presente a Piazza Maio ieri mattina).
Ora, facendo due conti, è facile capire perché dal Comune abbiano operato con la fretta e, volendo, mostrando una pervicacia fuori luogo, così come dimostrato dalla pronuncia del TAR Campania.

Facciamo i conti. I termini concessi ai privati per eseguire la demolizione a propria cura, così da impedire l’esecuzione pubblica della demolizione, si iniziano a contare, come detto, dal 16 ottobre. E, siccome si contano tutti i giorni, è facilissimo capire che i sette giorni a disposizione di Raffaella Iaccarino e degli altri cointeressati all’ordinanza di demolizione scadono il 24 ottobre se consideriamo la notifica nel giorno 16 e quindi il conteggio dei termini a partire dal 17 ottobre.

Ops, e qui viene il bello. Il 24 ottobre, ovvero allo scadere dei 7 giorni concessi ai privati, il comandante della Polizia Municipale di Casamicciola, Chiara Boccanfuso, firma l’Ordinanza Dirigenziale n. 76 del 24 ottobre 2024 con la quale si ordina il “Divieto di transito in Via Spezieria (tratto di strada corrispondente al blocco 5 interessato alla demolizione compreso tra P. Maio e incrocio Via Santa Barbara) dal giorno 25 ottobre 2024 fino al termine dell’intervento dalle ore 00.00 alle ore 24.00”.
Una pubblicazione che ha permesso agli avvocati Palomba di aver tutto il tempo di confezionare il ricorso, notificarlo al Presidente, chiedere l’emissione di un provvedimento inaudita altera parte e di portare a casa un risultato – se pur momentaneo – di stop alla demolizione.

Pensare che, se l’ordinanza del Comandante Boccanfuso fosse stata pubblicata non la sera del 24 ottobre, ma la mattina del 25 ottobre, la demolizione sarebbe proseguita nel week-end senza che nessuno avrebbe potuto fermare le ruspe “comunali”. La fretta e la notte, si sa, sono sempre cattive consigliere.
E ora, per fare i furbi nella notte, in piena modalità “colpo di mano istituzionale”, è tutto fermo fino al prossimo 19 novembre.
Ora, al netto delle singole valutazioni che ognuno può fare, la domanda che ci si pone in maniera pacata e senza spirito di polemica, ma tutta questa furia o fretta di demolire da cosa è dovuta? Dal capriccio di qualcuno che vuole trovare un senso alla propria vita con il futuro di Piazza Maio o, invece, da una visione politica che non riesce a contemperare le diverse posizioni sul tavolo e pensa di poter procedere incurante degli effetti che le proprie azioni possono generare?

Crediamo che le demolizioni pubbliche, se figlie di una visione politica non infettata dalle smanie di protagonisti dei singoli amministratori di Casamicciola e senza una base di malafede a fondamenta delle decisioni, possono essere una soluzione allo sblocco del pantano in cui è ferma Casamicciola. Da questo, però, a passare al “colpo di mano” con le ruspe del comune ce ne passa. E anche molto.

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