Ugo De Rosa | Come prevedibile dopo la richiesta formulata dal pubblico ministero, il processo nei confronti dei quattro imputati per i presunti furti di gasolio ai danni della società “Ischia Ambiente” (oggi “Ischia Servizi”) si è concluso per tutti con l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Accogliendo il tribunale in toto la richiesta del rappresentante della pubblica accusa in udienza. Escono così pienamente “immacolati” gli imputati rinviati a giudizio al termine delle indagini: il direttore tecnico dell’epoca della società partecipata Ciro Cenatiempo, il dipendente Salvatore Mazzella e i due presunti beneficiari delle sottrazioni di carburante, Andrea Sorice ed Emiddio Ungaro.
Il dibattimento protrattosi a lungo non ha condotto ad accertare le responsabilità dei quattro in ordine ai fatti contestati, a fronte anche del lavoro dei difensori. Si potrà entrare nel dettaglio delle conclusioni a cui è giunto il tribunale quando verranno depositate le motivazioni.
L’indagine, risalente a diversi anni fa, era stata condotta dalla Polizia di Stato.
Quattro erano i reati contestati a vario titolo agli imputati. Accuse ora cadute con la sentenza di assoluzione piena.
Si iniziava dal furto aggravato, di cui era stato ritenuto responsabile Salvatore Mazzella: «Perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di trarne profitto, con abuso di prestazione d’opera derivante dal suo incarico di magazziniere presso la “Ischia Ambiente spa” (e del conseguente possesso delle chiavi di accesso dell’autoparco sito in località Piedimonte presso Barano d’Ischia presso il quale avveniva il rifornimento di carburante degli automezzi della società) si impossessava del carburante destinato al rifornimento dei mezzi della società predetta, incaricata del servizio di trasporto rifiuti per poi rivenderlo a terzi, cagionando, per il solo periodo effettivamente accertabile (da agosto a dicembre 2013) attraverso comparazione con gli stessi mesi dell’anno successivo, un danno patrimoniale di rilevante gravità pari ad euro 21.640,76. Accertato in Ischia fino al 24.7.2014, data in cui è stato nominato il nuovo liquidatore della società, Sirabella Salvatore».
IL RUOLO DEL DIRETTORE TECNICO
All’allora direttore tecnico Ciro Cenatiempo, in concorso con il Mazzella, veniva contestato l’abuso d’ufficio: «Perché, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, il primo, nella qualità di direttore di Ischia Ambiente spa (incaricato di pubblico servizio), il secondo, quale istigatore e beneficiario, in violazione di norme di legge o di regolamento, il Cenatiempo non adottando alcun provvedimento in merito alla vigilanza del deposito di carburante, né avviando alcuna indagine interna e conseguente procedimento disciplinare, nonostante le ripetute segnalazioni di furto del carburante, provenienti dai dipendenti (in particolare Annunziata Dario) e dalle autorità comunali (in particolare il sindaco Ferrandino Giuseppe), desumibile in conseguenza di anomali ammanchi di carburante, intenzionalmente procurava al Mazzella Salvatore l’ingiusto vantaggio patrimoniale di cui al reato di furto, nonché a sé medesimo il vantaggio patrimoniale consistente nel rimessaggio gratuito e nelle riparazioni della imbarcazione da diporto, dallo stesso utilizzata, che veniva regolarmente effettuato (a partire dal 2009) presso il cantiere navale del padre di Mazzella Salvatore».
Andrea Sorice era invece chiamato a rispondere dell’accusa di ricettazione: «Perché, al fine di assicurare a sé o ad altri un profitto, in occasione dello svolgimento della propria attività di titolare di falegnameria, con la consapevolezza della illecita provenienza del carburante lo riceveva dal Mazzella Salvatore per rivenderlo a terzi ed effettivamente lo rivendeva a terzi, come da condotta descritta al capo di incauto acquisto».
Infine, ad Emiddio Ungaro si imputava l’incauto acquisto: «Perché, senza averne prima accertato la legittima provenienza, acquistava dal Mazzella Salvatore e dal Sorice Andrea il carburante proveniente dal furto commesso in danno della società Ischia Ambiente spa».
forese lasciavano il tappo non avvitato e di notte evaporava, e l’importante è che il FATTO non SUSSISTE. Che bravi magistrati che abbiamo, ce li invidiano tutti gli altri stati. Ho vergogna ad essere Italiano